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Centro storico, una veglia degli scout contro l’indifferenza Assenti il sindaco e gli assessori comunali. La denuncia e l’impegno dei giovani esploratori
15 maggio 2000

“Per sensibilizzare la gente, per far capire alle persone comuni in che stato di abbandono, di degrado si trovi il nostro Centro Storico è stato necessario organizzare una manifestazione che avesse come obiettivo quello di provocare gli spettatori, di mettere in risalto la loro indifferenza verso questa zona, purtroppo emarginata, della città” afferma Michele de Sanctis, uno dei giovani dell’Agesci che da anni opera nel Centro Storico. Proprio con l’intenzione di scuotere le nostre coscienze, di farci prendere atto, di renderci consapevoli che c’è una parte della nostra città, il luogo delle nostre radici, della memoria dei nostri nonni, il “vecchio” Centro Storico che è ormai fatiscente, gli Scout dell’Agesci hanno organizzato mercoledì 26 aprile una “Veglia” presso il Duomo. La manifestazione si è aperta con uno sketch fortemente simbolico: un mattone veniva fatto cadere, sulle sue macerie i ragazzi hanno posato un fiore, ma una palla, una siringa, e dell’acqua, tanta acqua, hanno spazzato via il fiore. L’acqua della nostra indifferenza, l’acqua degli anni passati senza che nessuno si occupasse in maniera seria delle abitazioni del centro storico, l’acqua che ha fatto crollare tante case e ridotto in macerie molti palazzi stupendi. “Per organizzare la nostra manifestazione tutti noi abbiamo lavorato parecchio - aggiunge Michele de Sanctis - abbiamo prima di tutto fatto un lungo lavoro di ricerca e di studio sui quotidiani locali e sul mensile cittadino QUINDICI (che più volte ha denunciato il degrado del quartiere, ndr) per comprendere esattamente l’iter di abbandono e, finalmente, le nuove idee dell’amministrazione comunale per recuperare e rivalorizzare il Centro Storico. Siamo stati a discutere con l’assessore Cives a cui abbiamo esposto le nostre idee e che, in modo dettagliato, ci ha parlato del modo in cui l’amministrazione sta lavorando per risolvere i problemi del Centro Storico. Ci siamo poi rivolti alla gente che nel quartiere vive e che prova sulla propria pelle questo senso di emarginazione. Molte sono le loro esigenze, le loro proposte, eppure paradossalmente, quasi nessuno di loro è venuto poi alla “Veglia”. L’indifferenza è un brutto nemico. Anche i proprietari dei piccoli esercizi commerciali che si trovano qui in zona si sono mostrati molto disponibili, ma poco pronti ad agire”. Un passo importante sarebbe cercare di comprendere quali sono le opinioni dei molfettesi riguardo l’avanzato stato di degrado della Città Vecchia. Il gruppo Agesci si è rivolto anche alla gente comune, ai passanti. “Ciò che ci è stato detto non è per nulla confortante. Molti cittadini si basano purtroppo soltanto su luoghi comuni. La maggior parte della gente con cui abbiamo parlato sembra essersi totalmente rassegnata a vedere questo quartiere abbandonato, in mano alla piccola delinquenza. C’è anche chi ci ha detto ironicamente che il Centro Storico è bello così! Di contro però è fondamentale mettere in evidenza la buona volontà di alcuni privati cittadini che amano ed investono i loro capitali nella Città Vecchia, di tutti coloro i quali operano nel quartiere per far sì che qualcosa cambi”. Ma perché qualcosa si muova è necessario avere dei progetti concreti, delle idee da realizzare. Il gruppo scout Agesci sta lavorando assieme all’amministrazione comunale per creare una sorta di ludoteca all’aperto, “un’area libera” dove i ragazzi del quartiere possano divertirsi e socializzare. Siamo vicini ad un cambiamento, probabilmente. Eppure, è necessario metterlo in evidenza, nessuna delle autorità invitate dal gruppo scout Agesci, il sindaco Guglielmo Minervini, l’assessore alla socialità Marta Palombella e l’assessore Cives, era presente alla “Veglia” del 26 aprile. Forse avevano impegni più importanti, ma l’amaro in bocca per la loro assenza rimane. Serena Adesso
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