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Casa, i costruttori Sgherza rinviati a giudizio per concussione Avrebbero intascato soldi in nero per far lievitare i prezzi
15 dicembre 2002

Altri costruttori sotto processo con l'accusa di aver intascato somme in nero che hanno fatto lievitare il prezzo delle case a Molfetta. Questa volta tocca a Francesco, Giuseppe e Leonardo Sgherza, rinviati a giudizio per concussione dal Gup del tribunale di Trani, Teresa Giancaspro, nell'ambito di una delle inchieste della procura della Repubblica di Trani su presunti illeciti nell'edilizia convenzionata. Il Gup ha accolto la richiesta del Pm Francesco Bretone, secondo il quale i fratelli Sgherza avrebbero richiesto somme di denaro in più e in nero rispetto al prezzo fissato dalla convenzione del Comune. I fatti risalgono a febbraio del 1991 e si riferiscono alla costruzione di una palazzina in via Allende, 41 (nella foto le palazzine oggetto della denuncia). La denuncia contro i fratelli Sgherza, difesi dall'avv. Iannone, è stata presentata solo nel 2000. Uno degli acquirenti, ai quali se ne sono aggiunti successivamente altri quattro, dopo aver appreso le notizie della condanna del costruttore Spadavecchia per illeciti dello stesso tipo, ha deciso di rivolgersi agli avvocati Tritta e Cives per avviare un procedimento nei confronti dei fratelli Sgherza. Le somme versate in più oscillerebbero dai 75 ai 115 milioni di vecchie lire e sarebbero state date ai costruttori per ottenere il via libera per la stipula del contratto preliminare di acquisto e quindi beneficiare dell'appartamento. Il Gup ha accolto la richiesta dell'accusa considerando l'edilizia convenzionata come servizio pubblico per cui si configura il reato di concussione. A distanza di 10 anni dalla nascita dell'«Osservatorio 7 luglio sull'illegalità», promosso da Matteo D'Ingeo per denunciare questa «prassi» comune a molti imprenditori edili molfettesi, e denunciata anche su "Quindici" fin dal primo numero, comincia a squarciarsi il velo di omertà e di paura che gravava sull'edilizia molfettese e che ha portato alla lievitazione dei prezzi a danno di intere famiglie costrette a indebitarsi per due generazioni per poter avere il diritto di acquistare la prima casa. Si spera che dopo questi primi episodi, anche altri analoghi vengano alla luce e sia restituito a tante famiglie tutto il denaro versato in più e in nero da alcuni imprenditori edili che hanno dettato legge in quegli anni, con ripercussioni sul piano dei prezzi elevati che si avvertono ancora oggi.
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