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Caos al Comune di Molfetta, scontro fra sindacati dei dipendenti e amministratori che non vogliono dimettersi e perpetuano lo stato confusionale di una città allo sbando dopo le vicende giudiziarie del sindaco Minervini
La sede del Comune di Molfetta
31 luglio 2025
MOLFETTA
– Il titolo di copertina della rivista mensile “
Quindici
” in edicola è “
Comune nel caos
”. Un titolo che conferma quello che sta accadendo in queste settimane di assenza del sindaco Minervini, interdetto dalla Magistratura. Le varie fasi di questo periodo, con assessori che sembrano un po’ confusi, vengono confermati dall’ultima schermaglia fra dipendenti comunali e amministrazione. Una cosa mai avvenuta prima, che dovrebbe far seriamente portare alle dimissioni di chi vuole ancora governare in questo caos. Veniamo ai fatti: «le segreterie territoriali di FP CGIL Bari, CISL FP Bari e UIL FPL hanno espresso forte preoccupazione per l'ormai insostenibile situazione che riguarda i dipendenti del Comune di Molfetta. In una nota congiunta, i sindacati denunciano ritardi inaccettabili nell'erogazione dei buoni pasto e nel completamento delle progressioni economiche orizzontali, con pesanti ricadute sul reddito e sul benessere dei lavoratori.
«Da mesi – spiegano le sigle sindacali – i dipendenti comunali attendono i buoni pasto, un diritto contrattuale che rappresenta una componente essenziale della retribuzione e un aiuto concreto per le famiglie. Questa mancanza mina la dignità del lavoro pubblico e causa evidenti difficoltà economiche».
Particolarmente critico anche il blocco delle progressioni economiche orizzontali: «Nonostante il bando per le progressioni sia stato emanato da oltre sei mesi – aggiungono FP CGIL, CISL FP e UIL FPL – il Comune non ha ancora pubblicato neppure la graduatoria provvisoria. Questo immobilismo ingiustificato penalizza la crescita professionale e salariale dei dipendenti, in una fase già segnata da una preoccupante erosione del potere d'acquisto dovuta all'inflazione».
I sindacati sottolineano come tali ritardi rappresentino una violazione degli accordi contrattuali e dei principi di buona amministrazione: «Gli accordi sindacali vanno rispettati senza se e senza ma. Il comportamento dell'Amministrazione è inaccettabile e lesivo dei diritti fondamentali dei lavoratori pubblici». Alla luce di questa situazione, le segreterie territoriali hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e richiesto l'attivazione della procedura di raffreddamento presso la Prefettura di Bari. I tre segretari territoriali – Michele Jacono (FP CGIL), Giovanni Stellacci (CISL FP) e Vincenzo Carnicella (UIL FPL) – concludono con un avvertimento chiaro: «Siamo pronti alla mobilitazione, a un SIT-IN di protesta e, se necessario, anche alla proclamazione dello sciopero, se non ci saranno risposte rapide e concrete dall'Amministrazione». Questa presa di posizione non è piaciuta all’Assessore al Personale del Comune di Molfetta, Avv. Sergio de Candia, che è andato subito allo scontro e accusa: «In relazione alle recenti esternazioni delle organizzazioni sindacali che tentano di attribuire all’Amministrazione Comunale la responsabilità della mancata erogazione dei buoni pasto e della mancata conclusione dell’iter relativo alle progressioni orizzontali, è necessario fare chiarezza una volta per tutte. È del tutto inaccettabile che, ancora una volta, si scelga la scorciatoia della polemica politica anziché affrontare con serietà le vere cause dei ritardi. I problemi non risiedono nelle scelte dell’Amministrazione, ma nell’inerzia e nell’inefficienza di parte dell’apparato burocratico comunale — a partire dal Segretario Generale, dal Dirigente del Personale e da alcuni funzionari e dipendenti, la cui responsabilità operativa è fondamentale nei processi oggetto di contestazione. Non è tollerabile che i sindacati continuino a coprire sistematicamente tali inefficienze, assumendo il ruolo di difensori incondizionati, anche quando sarebbe doveroso intervenire per garantire correttezza, trasparenza e rispetto delle regole. L’atteggiamento di chi, per principio o per convenienza, difende l’indifendibile, finisce per danneggiare proprio quei lavoratori che i sindacati dovrebbero tutelare con equilibrio e responsabilità.
L’Amministrazione ha già fatto tutto quanto era di sua competenza per garantire l’erogazione dei buoni pasto e l’avvio delle progressioni orizzontali, ma non può sostituirsi a chi ha l’onere di completare atti amministrativi fondamentali. È evidente che vi sia una parte del sistema che non funziona e che continua a bloccare ogni processo di miglioramento. Per rispetto dei dipendenti seri e dei cittadini di Molfetta, questa Amministrazione continuerà a denunciare con trasparenza ciò che non va e ad agire per rimuovere gli ostacoli, anche quelli coperti da chi dovrebbe invece garantire legalità e funzionalità all’interno della macchina comunale.
Lavoro pubblico non significa impunità: basta al mito del “posto fisso” (cit. Checco Zalone) senza doveri.
L’Amministrazione Comunale di Molfetta respinge con forza ogni tentativo di screditare il lavoro serio e responsabile che l’Ente porta avanti ogni giorno per garantire servizi efficienti e trasparenti alla cittadinanza.
È ora di superare una visione antiquata e dannosa del lavoro pubblico, in cui il “posto fisso” viene percepito da alcuni come una garanzia di stabilità a prescindere da impegno, merito e risultati. L’Amministrazione Comunale e codesto Assessore al Personale credono in un concetto diverso di pubblica amministrazione: un’amministrazione che premia chi lavora con serietà e dedizione, e che ha il coraggio di denunciare e contrastare le sacche di inefficienza e irresponsabilità.
Non possiamo continuare a tollerare che una minoranza di dipendenti comunali, forti della protezione di alcune sigle sindacali, si sottragga sistematicamente ai propri doveri, rallentando o bloccando i procedimenti, arrecando danni concreti all’ente e, soprattutto, ai cittadini. La sicurezza del posto di lavoro non può e non deve trasformarsi in un alibi per l’inerzia.
Difendere l’immagine del Comune significa anche pretendere rispetto per l’istituzione da parte di chi vi lavora. Lavorare nella pubblica amministrazione è un onore e un dovere: chi lo dimentica non è soltanto un problema interno, ma un ostacolo allo sviluppo e al buon funzionamento della città.
L’Amministrazione continuerà a promuovere il merito, la responsabilità e la trasparenza, e a isolare ogni forma di complicità, lassismo o protezione ingiustificata. Lo dobbiamo e lo devo ai tanti dipendenti che svolgono con impegno il proprio ruolo, e ai cittadini che ogni giorno si affidano ai servizi pubblici».
La risposta dei sindacati non si è fatta attendere ed è stata altrettanto pesante: «Egregio Assessore, se avesse avuto la solerzia che ha avuto nel rilasciare le sue dichiarazioni dopo la pubblicazione del nostro comunicato, quando andavano affrontate certe situazioni, forse non si sarebbero incancrenite a tal punto.
Le forze sindacali non hanno utilizzato alcuna “scorciatoia politica”, hanno semplicemente utilizzato gli strumenti consentiti per denunciare la grave situazione in cui versa l’Ente comunale. Ma alla luce della sua dichiarazione: “i problemi non risiedono nelle scelte dell’Amministrazione, ma nell’inerzia e nell’inefficienza di parte dell’apparato burocratico comunale — a partire dal Segretario Generale, dal Dirigente del Personale e da alcuni funzionari e dipendenti, la cui responsabilità operativa è fondamentale nei processi oggetto di contestazione”; vorremmo sapere: atteso che le forze sindacali hanno inviato delle note che segnalavano le criticità, chi aveva l’onere di verificare e valutare l’apparato burocratico comunale? Il Presidente Mattarella?
Poi ha aggiunto: “non è tollerabile che i sindacati continuino a coprire sistematicamente tali inefficienze, assumendo il ruolo di difensori incondizionati, anche quando sarebbe doveroso intervenire per garantire correttezza, trasparenza e rispetto delle regole. L’atteggiamento di chi, per principio o per convenienza, difende l’indifendibile, finisce per danneggiare proprio quei lavoratori che i sindacati dovrebbero tutelare con equilibrio e responsabilità”. Bene, produca un atto dal quale si evince che i sindacati hanno difeso chicchessia. I sindacati utilizzando lo strumento dialettico hanno sollecitato chi doveva vigilare. La informiamo che vista la sua uscita scomposta e tendenziosa, abbandoneremo lo strumento dialettico e passeremo alle denunce vere e proprie.
Non indugiamo oltre su tutte le altre sue esternazioni, che non trovano alcun riscontro nel nostro operato e sulla nostra etica. Non entrate nel campo dell’etica, ve lo sconsigliamo. E riteniamo davvero offensive nei confronti di chi lavora la citazione di Checco Zalone, ha usato luoghi comuni che nulla hanno a che fare con la professionalità dei dipendenti. Da domani non saremo certo noi ad avere il problema di guardare negli occhi i lavoratori dell’Ente Comune di Molfetta.
FP CGIL CISL FP UIL FPL
F.to M. Jacono F.to G. Stellacci F.to V. Carnicella». La questione ora è diventata politica. Infine Gabriele Vilardi, coordinatore di Sinistra Italiana Molfetta si schiera con il Segretario generale e tutti i dipendenti del Comune di Molfetta: «I problemi non risiedono nelle scelte dell’Amministrazione, ma nell’inerzia e nell’inefficienza di parte dell’apparato burocratico comunale — a partire dal Segretario Generale, dal Dirigente del Personale e da alcuni funzionari e dipendenti, la cui responsabilità operativa è fondamentale nei processi oggetto di contestazione». Al comunicato congiunto di
Cgil Molfetta
CISL Molfetta USC
e Uil Molfetta su gravi inadempienze da parte dell' amministrazione Comunale, l'Assessore De Candia nel modo più brutale e sbagliato possibile, attacca i sindacati ma soprattutto parte dell'apparato amministrativo comunale che, in questo periodo di interdizione ai pubblici uffici da parte di metà dei Dirigenti Comunali per un'inchiesta giudiziaria, si vedono costretti ad assumere sulle proprie spalle sempre più incarichi ad interim e quindi oneri. Attaccare la macchina amministrativa vuol dire attaccare chi oggi sta reggendo concretamente il Comune, lo stesso diventato luogo di barricata politica per la maggioranza. Un'uscita che non definisco infelice, ma assolutamente fuori luogo». Che aspettano il sindaco e gli assessori a dimettersi? Non si può continuare a galleggiare alle spalle dei cittadini per rimanere attaccati alle poltrone. Serve un gesto di responsabilià, di quella responsabilità pronunciata verbalmente, ma non attuata concretamente nell'interesse della città.
Occorre riportare serenità al Comune e la mossa del segretario generale, preoccupato per le situazioni critiche anche dal punto di vista legale, di nominare come consulente l’avv. Bepi Maralfa, è un segnale in più di questo caos e della consapevolezza che occorre fare in fretta. Ma di questa vicenda parleremo in un altro articolo.
“Quindici” quello che gli altri non dicono.
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