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CALCIO. Il Molfetta fa gola, ma solo ai forestieri
01 giugno 2007

MOLFETTA - Ad una settimana dall'annuncio del presidente De Nicolò (foto) di voler vendere la società (anticipata da Quindici nel mensile in edicola dal 15 maggio scorso), nulla si è mosso sul fronte interno, mentre sono diverse le manifestazioni d'interesse provenienti da altre città, alcune oltre la provincia. De Nicolò nel confermare la notizia ha dichiarato a Quindici: “Aspetterò ancora qualche giorno, al massimo una settimana. Se da Molfetta non arriverà nessun interessamento, venderò il titolo altrove. Mi sono sentito con i giocatori e li ho invitati ad attendere ancora, nella speranza che la società rimanga in mano ai molfettesi, ma per ora non si è fatto sentire nessuno”. E' un presidente più rassegnato che dispiaciuto, ma anche sollevato dalla decisione irrevocabile di chiudere con il Calcio. Un'avventura durata cinque anni, sufficienti per constatare il totale disinteresse della città, sotto il profilo del sostegno economico e di pubblico. “Con enormi sacrifici ho costruito un gruppo di giocatori che hanno riportato il nome di Molfetta nell'ambito di una dignità calcistica riconosciuta e riconoscibile. Potevo capire che lo scarso interesse per la Promozione, ma dopo il salto in Eccellenza e un campionato vissuto da protagonisti mi attendevo ben altro. Purtroppo con rammarico ho constatato a mie spese che ai molfettesi il calcio non interessa”. L'indifferenza della città sta nei miseri numeri di affluenza allo stadio. In 17 gare, compresa la gara dei Play-off con il Cerignola, la media dei biglietti venduti è stata di 196 per la gradinata e 76 per la tribuna. La partita più “ricca” si è riscontrata nella semifinale Play-off contro il Cerignola: 789 per la Gradinata con almeno 400 tifosi ospiti, 342 i biglietti strappati per la tribuna. Lo scarso seguito e la scarsa considerazione è emersa anche dall'apporto degli operatori economici. Nonostante le sollecitazioni personali, del presidente, del tecnico e di persone influenti e ben introdotte in alcuni settori economici della città, tutte le porte sono rimaste sbarrate. Qualcosa è arrivato alla società: un cesto di frutta fresca e qualche fardello d'acqua per i giocatori. L'ultima chicca la riserviamo al sindaco. Il famoso contributo di 30mila euro, promesso il 31 luglio scorso e che doveva essere erogato dopo poche settimane, pare che stia per arrivare, sempre che non si tratti di un'altra bufala e della solita battuta del primo cittadino. Il presidente De Nicolò ci crede ancora: “Quei soldi, come promesso, sono dei giocatori, per le spettanze del mese di aprile”. Facciamoci una risata.
Autore: Francesco Del Rosso
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