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C'è Venditti, c'è l'energia e la dolcezza. Molfetta saluta l'estate all' Anfiteatro di Ponente
20 settembre 2009

MOLFETTA - Quando, dodici mesi fa, con La Donna Cannone si chiudeva il Concerto per la Vita 2008 di Francesco De Gregori, ripensando a tutti gli artisti che la Fondazione Valente e la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori avevano portato sul palco dell' Anfiteatro di Ponente, al loro livello (Arbore, Paoli, Baglioni, Dalla, Conte, Piovani), un pensiero nacque netto in noi, ma scommettiamo non solo in noi, espresso quasi sottovoce: “adesso, manca solo Venditti”. Il cerchio si è chiuso, ad un anno di distanza, con un concerto energico, possente, vivace e dolce, euforico e nostalgico. Sono emozioni magari in contrasto tra loro, ma che nelle due ore di spettacolo di Antonello Venditti a Molfetta ci sono tutte, riescono a convivere. Sono i colori diversi tra loro a rendere bello un arcobaleno, e lo grida uno striscione sulla gradinata dell'anfiteatro: “La tua musica è il mio arcobaleno”. Supponiamo funzioni così anche per le emozioni: è comunque un vero arcobaleno emotivo, e la carriera di Venditti, coi suoi colori, può davvero essere la colonna sonora di una vita. C'è tutto, sul palco dell'anfiteatro. L'amore, la passione, la disillusione, la nostalgia. La politica, perfino, la politica, soprattutto. E chi, dell' intellighentia snob di una certa sinistra rimproverava a Venditti un disimpegno politico, dopo i tempi di Theorius Campus, farebbe bene a passare dalle parti di Molfetta. Un Venditti combattivo, ironico, pungente alla faccia delle buone maniere e della retorica di circostanza, con una prima fila targata PDL & soci. Ne ha comunque per tutti, l'autore di Compagno di scuola e Sora Rosa: per la maggioranza (“ma quando passano questi anni ?”), per un PD che non c'è, per i comunisti che erano tanti, ma tanti, ora non si trovano più da nessuna parte. Poi, anzi soprattutto, tra un interludio e l'altro c'è la musica. Le canzoni dell'ultimo disco, Dalla Pelle al Cuore, ci sono quasi tutte, a parte Giuda e Regali di Natale. C'è la canzone che dà il titolo all'album, e che apre il concerto. C'è Indimenticabile che è già un classico, a giudicare da come il pubblico risponde, quasi ulteriore strumento della band: sarà che è l'estate, la stagione di molti amori che iniziano, di molti altri che finiscono. C'è la bellissima -ma bella bella- Tradimento e Perdono, con pensiero a fuoriclasse assoluti sconfitti nella vita come Di Bartolomei, Tenco, e Marco Pantani. C'è, insomma, tutto quello che speravi che ci fosse. Compresa a storia, comprese le intramontabili: su Notte prima degli esami, Sara, Roma Capoccia, Alta Marea, Benvenuti in Paradiso, beh, scompare quel “quasi” e la gente dell' Anfiteatro diventa davvero ultimo strumento, a tratti sembra venire giù. Difficilmente in questi anni si è potuto vedere un tale trasporto. E' perché, siamo certi, stanno suonando la colonna sonora di più di una vita. E' la sfida dell'anno prossimo, per la Fondazione Valente di Centrone: ritrovare la passione travolgente, avvolgente, che Antonello Venditti, fin dall'ingresso sul palco con i sui Rayban d'ordinanza, a finire con una sigaretta consumata con calma durante Alta Marea, ha saputo creare. Noi, stavolta ad alta voce, hai visto mai dovesse di nuovo funzionare, il nostro desiderio lo esprimiamo. Un desiderio anche questo energico almeno quanto dolce, un desiderio che sa di Zucchero.
Autore: Vincenzo Azzollini
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