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Borraccino, le ragioni del No al Piano di riordino ospedaliero: non potevamo accettare il ridimensionamento di importanti presidi tra cui quello di Casarano e Molfetta
21 gennaio 2017

 

BARI - “Il No al Piano di riordino ospedaliero in Commissione Sanità è il voto di Sinistra italiana. Le ragioni che ci hanno portato ad esprimere per la seconda volta contrarietà al provvedimento non sono legate alla tutela di interessi campanilistici ma alla salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini pugliesi”. Questa la premessa con cui il consigliere regionale di Sinistra italiana, Cosimo Borraccino (foto) ha introdotto il suo intervento nella conferenza stampa di ieri mattina in Consiglio regionale insieme al segretario politico regionale Nico Bavaro e all’ex assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore.
Borraccino ha illustrato i punti su cui si fonda il dissenso della componente di Sinistra italiana all’interno del gruppo consiliare di Noi a Sinistra: primo, la scelta di adottare un coefficiente di posti letto acuti per numero di abitanti inferiore a quello previsto dal DM 70/2015, rinunciando così ad oltre 1000 posti letto che avrebbero potuto aumentare la dotazione nelle province più penalizzate dal Piano. “Inaccettabile” il fatto che il riordino non abbia interessato il comparto della sanità privata che ha un giro d’affari di circa 850 milioni di euro, a scapito invece dell’offerta pubblica che è stata pesantemente ridimensionata. Altra questione è quella della mobilità passiva che vale 250 milioni di euro e che il piano “dimentica completamente a dimostrazione che il disegno è di smantellare la buona sanità pubblica in favore di una sostanziale privatizzazione del sistema”. Un convincimento avvalorato anche dalla chiusura del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Di Venere di Bari con il potenziamento dei posti letto di questa stessa disciplina per le cliniche private, insieme ai 7,5 milioni di euro destinati alla Mater Dei per un pronto soccorso che registra pochissimi accessi. E ancora lo “smantellamento irrazionale” di 8 ospedali e il ridimensionamento di importanti presidi tra cui quello di Casarano e Molfetta.
“Non potevamo – ha concluso Borraccino - sostenere un piano imposto dall’altro e assolutamente non condiviso, che non ha tenuto conto delle istanze dei territori, degli operatori del settore, delle associazioni di categoria e dei sindacati e soprattutto stigmatizziamo la mancanza, dopo venti mesi, di un assessore alla Sanità che si occupi della materia in maniera esclusiva. Noi siamo in questa maggioranza e lo dimostriamo con la nostra presenza e il nostro appoggio, ma la tutela della salute è una questione imprescindibile, sulla quale continueremo a confrontarci in maniera critica”.

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