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La conquista regia - I parte
02 aprile 2006

Nel 1861 fu proclamata la nascita del Regno d'Italia. Ma l'unità nazionale restava una formula giuridica per le radicali differenze e divergenze che dividevano l'Italia del Nord da quella del Sud. I piani di unificazione dei moderati piemontesi guidati da Cavour prevedevano un graduale e tranquillo sviluppo per le sole regioni dell'Italia centro-settentrionale, ma i garibaldini forzarono loro la mano con lo sbarco in Sicilia del 1860. La speranza di riscatto delle masse meridionali, alimentata dai primi proclami rivoluzionari di Garibaldi, venne presto frustata dall'alleanza istauratasi tra i latifondisti meridionali e la borghesia conservatrice settentrionale. A questo proposito sono emblematici i passi tratti dal diario di Cesare Abba - Da quarto a Volturno - in cui nelle parole che frate Carmelo rivolge al giovane garibaldino c'è tutta la tumultuosa speranza di emancipazione sociale nutrita dalle masse meridionali che si erano raccolte attorno a Garibaldi. Una guerra non contro i Borboni, ma degli oppressi contro gli oppressori grandi e piccoli, che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, in ogni villa. Le istanze di liberazione sociale sottese a queste parole alimentarono le rivolte contadine di molti paesi della provincia di Catania, nella speranza di giungere definitivamente all'espropriazione dei grandi latifondi ed alla re-distribuzione delle terre. Speranza vana, in quanto gli stessi garibaldini guidati da Nino Bixio (nella foto) repressero nel sangue i tentativi di riscatto sociale che la stessa propaganda democratica aveva alimentato nelle masse. Nelle parole di Abba si può cogliere la profonda incomprensione delle radici sociali di quei tumulti “scellerati” e il chiaro tentativo di de-umanizzare gli insorti presentandoli come nemici dell'umanità. 15 agosto 1860… Bixio in pochi giorni ha lasciato mezzo il suo cuore a brani, su per i villaggi dell'Etna scoppiati a tumulti scellerati. Fu visto qua e là, apparizione terribile. A Bronte divisione dei beni, incendi, vendette, orge da oscurare il sole e per giunta viva a Garibaldi. Bixio piglia con sé un battaglione, due … Dopo Bronte, Randazzo, Castiglione, Regalbuto, Centorbi, ed altri villaggi lo videro, sentirono la stretta della sua mano possente, gli gridarono dietro: belva! Ma niuno osò muoversi. Sia pur lontano quanto ci porterà la guerra, il terrore di rivedere la sua collera, che quando si desta prorompere da lui come un uragano, basterà a tenere quieta la gente dell'Etna. Se no ecco quello che ha scritto: “Con noi poche parole, o voi restate tranquilli o noi, in nome della giustizia e della patria nostra, vi distruggiamo come nemici dell'umanità”. A compimento dell'impresa dei Mille furono definitivamente abbandonate le ipotesi di organizzazione politica federalista, che circolavano soprattutto nel campo democratico ad opera di Carlo Cattaneo, e prevalse la linea dell'annessione senza condizioni. L'11 ottobre del 1860 il Sud si espresse a favore di quest'ultima soluzione a maggioranza assoluta. In questo modo fu imposto a tutto il paese l'ordinamento giuridico-amministrativo del Piemonte, senza neanche apportare quei cambiamenti necessari ad integrarlo con gli altri ordinamenti sino ad allora vigenti. La soluzione accentratrice fu ritenuta la più idonea a salvaguardare e rafforzare la nuova compagine statale, ma essa contribuì a diffondere il convincimento che l'unificazione si fosse ridotta ad una conquista operata dal Piemonte ai danni degli altri Stati indipendenti. In effetti, la politica tributaria ed economica del nuovo Stato penalizzò soprattutto il Meridione e nei primi anni sia da una parte sia dall'altra non si fece nulla per favorire l'effettiva conoscenza delle due zone del paese. Nel Mezzogiorno pesava ancora il limbo d'isolamento in cui i Borboni lo avevano tenuto, mentre per la classe dirigente settentrionale il Sud d'Italia era sempre l'antico “giardino delle esperidi” della retorica classicistica, pronto a rifiorire grazie alle capacità rigeneratrice delle istituzioni liberali. Salvatore Lucchese
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