Benemerenza federale al prof. Pietro Natalicchio: “Vi racconto la mia storia”
Dopo 40 anni di onorata carriera, il prof. Pietro Natalicchio ha ricevuto la benemerenza federale e la tessera d’onore dalla Federazione Ginnastica d’Italia. Dopo aver fatto l’atleta fino alla maggior età, poi l’istruttore, il giudice e infine collaboratore della Federazione, è tempo di bilanci. E’ soddisfatto dei risultati ottenuti in carriera? Ha qualche rimpianto? «La mia passione per la ginnastica la devo indirettamente alla mia mamma che nel lontano 1976, quando ero piccolo e gracile, lei mi iscrisse all’unica palestra che faceva ginnastica e di lì cominciò tutto il mio percorso nell’atletica: prima atleta e poi giudice federale. Mi sarebbe piaciuto perseguire la carriera agonistica, ma arrivato al quarto anno del geometra non riuscii proprio a conciliare lo studio e gli allenamenti, che occupavano ben 4 ore di ogni pomeriggio. Peccato non esserci riuscito! Volevo comunque ringraziare la palestra “Trinacria” tutta ed in particolare il mio ex allenatore, il professor Felice De Trizio (detto Cicetto), per aver intrapreso a Molfetta questa attività e avermi trasmesso questa passione. Cicetto è stato anche colui che ha inventato molti attrezzi propedeutici alla ginnastica ancora oggi utilizzati. Mi ha insegnato a vedere lo sport come parte integrante di sé stessi, la palestra come una seconda casa e i membri della stessa come una famiglia, eravamo un bel gruppo». Pensa che per la città abbia costituito terreno fertile per la ginnastica, in particolare quella femminile? «Posso dire di sì, ripensando anche alla mano che ho dato, dopo la chiusura della “Trinacria”, al proseguo dell’attività di ginnastica come allenatore della squadra femminile di ginnastica artistica in altra società sportiva locale e la nascita di altri sodalizi. Inoltre, dopo aver fatto il primo corso istituito di giudice di ginnastica generale, nel 2001 sono stato chiamato per far parte del Comitato Regionale con la carica di direttore di giuria, incarico che ho rivestito per 10 anni». C’è qualcosa che ricorda con piacere ripensando al suo percorso in questo sport? «Sicuramente la chiamata della direttrice tecnica nazionale, nel 2003, che mi ha proposto di lavorare con lei. Per me è ancor oggi un onore, ma all’epoca ho dovuto cambiare approccio a questo sport, cambiare il modo di vedere la ginnastica e la sua organizzazione. Inoltre posso dire con piacere che, per il quadriennio 2017-2020, affiancherò ancora l’attuale direzione tecnica nazionale come collaboratore ». Lei è una persona che non ama apparire ma, senza falsa modestia, deve ammettere la sua soddisfazione rispetto a quello che possiamo definire “il fenomeno Falca”. «Quindici è stata la prima testata locale a parlare di Marinella Falca quando nel 2004 portai a conoscenza del Direttore Felice de Sanctis che avevamo in città una ginnasta campionessa di Ginnastica Ritmica prossima ad essere convocata per le Olimpiadi di Atene dove poi conquistò, con la squadra nazionale italiana, la medaglia d’Argento e “Quindici” raccontò giorno per giorno quella esaltante esperienza. Fu l’anno quello che proprio in Puglia fu organizzato anche un Torneo Internazionale Preolimpico. Stessa cosa si è ripetuta per i Giochi Olimpici di Pechino nel 2008 e col Preolimpico di Conversano. In questi anni pur facendo parte della stessa “famiglia” della FGI, ci siamo incrociati poco dal punto di vista sportivo facendo parte di due settori diversi, la Ginnastica Ritmica e la Ginnastica per Tutti. Al termine della sua strepitosa carriera di ginnasta Marinella è attualmente Responsabile del settore Ginnastica Ritmica del Centro Sportivo dell›Aeronautica Militare a Vigna di Valle (Roma) in cui opera col grado di Sergente, fa parte della squadra storica (le farfalle) di ginnastica ritmica che si esibisce per conto dell’Aeronautica Militare e ha da poco fondato una Società di Ginnastica Ritmica a Bracciano dove continua a coltivare la sua passione... trasmettere alla bimbe ciò che ha appreso nel corso di tanti anni di lavoro e sacrifici». Lei pensa di poter essere un esempio per i suoi figli, in primis, e per tutti gli appassionati che si avvicinano a questa disciplina? «Spero di sì, ma con modestia. Mi piacerebbe poter fare anche di più, ma il lavoro non me lo permette. Vorrei far capire ai giovani (e non solo ai giovani) che lo sport è importante e soprattutto la ginnastica. Sarebbe bello se la Città di Molfetta mi desse spazio per promulgare questo messaggio. Ma non pensiate che la ginnastica sia qualcosa solo per la gioventù: col programma “ginnastica per tutti” è possibile infatti fare movimento anche per i più piccoli e i meno giovani. Ci sono anche manifestazioni internazionali per gli over 50, ad esempio. A tal proposito, l’anno prossimo a Pesaro, la Federazione Ginnastica avrà il piacere di organizzare e ospitare il “Golden Age Gym Festival” dove qualsiasi affiliato (in squadra) alla Federazione Ginnastica di uno stato europeo over 50 vi potrà partecipare. E non è la prima volta in Italia; darò una mano all’organizzazione dell’evento come ho fatto per l’edizione di Montecatini qualche anno fa. Spero sia un successo. Riguardo in particolare i miei figli, Vito e Gigliola, approfitto per ringraziare loro e mia moglie pubblicamente per il sostegno passato e futuro ad affrontare gli impegni sportivi conciliandoli con quelli di papà e marito». C’è un messaggio che vuole dare al prossimo sindaco di Molfetta? «Sì, spero vivamente che Molfetta strutturi impianti, preferibilmente outdoor (all’aperto, ndr) per chi volesse seguire un proprio programma d’allenamento. Vedo molta gente che in questa città si dedica al running, non sarebbe bello se ci fossero dei parchi attrezzati con strutture d’allenamento come i percorsi vita? Sono economici e aperti alla cittadinanza, basterebbe solo della vigilanza. Ho provato anche a ricercare mappe di queste strutture ma né a livello nazionale né tantomeno a livello regionale, sono racchiuse in un archivio. Sono arrivato al punto di chiedere a qualche mio contatto fuori città se è a conoscenza di percorsi vita in modo da poter prendere spunto e proporlo magari all’Ente comunale: eppure lo spazio in città c’è eccome! Basterebbe utilizzarlo al meglio al posto di lasciarlo inutilizzato». Salutiamo Pietro Natalicchio con l’auspicio che questo appello venga ascoltato, ma intanto ci complimentiamo con lui per gli innumerevoli sforzi per far crescere questo sport in Italia.