Bene i cantieri, ma serve sistemare anche le strade
Va bene l’estetica, ma serve anche maggiore attenzione alle altre priorità della città, situazione delle strade prima di tutto. Queste alcune considerazioni dei cittadini intervistati da “Quindici”. Doriana Tedone, 21 anni, studentessa di ingegneria informatica: «Sono assolutamente d’accordo nel rendere Molfetta più bella! Questi lavori sul suo aspetto estetico le rendono giustizia perché il nostro è davvero un bel paese e noi cittadini lo diamo per scontato. E’ un modo per darle ulteriore valore anche davanti ai nostri stessi occhi. Ma è anche vero che ci sarebbero questioni che meriterebbero maggior attenzione e considerazione. Ad esempio le strade, alcune sono tempestate di fossi! Soprattutto il tragitto che va da via Bisceglie alla zona industriale, ne è colmo. Però non si tratta di una strada visitata da eventuali ospiti provenienti da chissà dove e sicuramente non centrale, per cui, si tende a trascurarla. Ma non è positivo o tanto meno corretto, perché Molfetta la si deve curare a 360°, se è vero che lo si vuole fare seriamente. Una conquista è stata quella della raccolta differenziata. I cittadini stanno contribuendo a fare qualcosa di concreto per la città, finalmente. Solo che il metodo dovrebbe essere più efficace, perché vedere carte e buste volanti o addirittura pattumiera riversa sulle strade, non fa piacere a nessuno, non è vantaggioso per la salute del paese e dei suoi cittadini e non è un punto a favore nemmeno per la sua estetica». Flavia Minutillo, 21 anni, studentessa di ingegneria informatica: «Parto dal presupposto che non ho granché da criticare riguardo l’estetica della mia città, io la vedo bene anche così com’è. Mi focalizzerei, piuttosto, sul settore delle strade. Ci sono troppi fossi che ne rovinano il percorso e certamente anche la presentabilità. Inoltre, proporrei la ristrutturazione di alcuni palazzi presenti in città che sono diroccati e, pian piano, cadono a pezzi. E questo non è un vanto né per la sicurezza generale, né per l’estetica». Francesca Perchiazzi
Autore: Francesca Perchiazzi