Basta alla violenza sulle donne: la Consulta femminile coinvolge le scuole di Molfetta
MOLFETTA - Invisibili, straziate e alla ricerca di un punto di svolta, sono queste le caratteristiche delle donne emerse dalla conferenza organizzata dalla Consulta Femminile di Molfetta, presieduta da Alina Gadaleta Caldarola.
C’è stata una grande partecipazione di docenti e alunni di diverse scuole superiori molfettesi, ognuna con il compito di presentare in modo creativo e personale il problema del femminicidio mediante piccole rappresentazioni e la lettura di poesie e testimonianze.
Sono intervenuti anche il sindaco Paola Natalicchio e il vicesindaco Bepi Maralfa che hanno ribadito che per “violenza” non si intende solo ciò che è legato alla sessualità, ma anche l’essere seguita ovunque si vada, il non essere libera di vestirsi come più ci piace o ricevere numerosi messaggi che intaccano la nostra femminilità rendendoci impotenti e prive di una personalità determinata.
Il sindaco ha utilizzato il termine “evidenziatore” per far comprendere a tutti che talvolta non ce ne accorgiamo della gravità delle violenze, se non quando queste sfociano in un omicidio.
Inoltre colpevole di aver esteso le proprie radici nelle menti della società è la pubblicità poiché ha il potere di manipolare pensieri ed idee, ma soprattutto di sviluppare steriotipi che ribaltano e intaccano i valori o le tradizioni di una società, questo è stato il contenuto di un video esplicativo dove le varie marche di prodotti non sono state censurate per mirare meglio al concetto che donna e uomo non vanno più visti come pari , al contrario la donna è in funzione dell’uomo: infatti se prima la donna veniva riconosciuta come colei che era capace di svolgere più attività nello stesso momento, a ritmi molto veloci, nonostante a volte poteva non sentirsi bene, negli ultimi anni ciò che la rende “donna” quindi attiva sono i prodotti commerciali o gli uomini che come suoi servi la circondano.
Così le è stata attribuita l’immagine di invisibile: la donna non esiste se non è in relazione con un uomo.
Al termine della giornata vi è stata la testimonianza della sorella di una vittima di femminicidio e un flash mob di chiusura per trasmettere a tutte le donne che non sono sole e che insieme, con tanto coraggio si può combattere una mente malata o meglio ancora combattere la violenza.
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