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Bari, Finanza scopre maxifrode fiscale per 130 milioni di euro nel settore dei prodotti informatici Sequestrati beni per 3 milioni di euro. Denunciati tre responsabili
28 novembre 2006

BARI - Militari del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Bari, dopo mesi d'indagini svolte anche sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trani, hanno portato a termine una vasta operazione di servizio,denominata “Grifone”, a contrasto delle frodi fiscali. Da capogiro le cifre della frode: emissione di fatture false per circa 30 milioni di euro; ricavi sottratti a tassazione per oltre 130 milioni di euro; più di 20 milioni di euro ammonta complessivamente l'Iva sottratta alle casse dell'Erario. Tre le persone complessivamente coinvolte nella truffa, tutte della provincia di Bari, che, attraverso la costituzione di più società, si erano per anni, per così dire, “scambiati favori”, simulando compravendite di prodotti informatici in realtà mai avvenute ed occultando su conti correnti mai dichiarati al Fisco gli introiti milionari derivanti dall'evasione fiscale. Partecipando a tale sistema di frode, ciascuna impresa coinvolta ha potuto nel tempo realizzare un duplice vantaggio: di tipo commerciale, da una parte, derivante dalla possibilità di garantirsi acquisti di computer da rivendere ai finali consumatori, a prezzi notevolmente inferiori rispetto alle normali quotazioni del mercato nel quale si è affermata con ovvia supremazia concorrenziale; economico, dall'altra, derivante dall'annotazione in contabilità di fatture che hanno generato ingenti crediti IVA in realtà non spettanti. Nel corso delle indagini, inoltre, i militari della Guardia di Finanza hanno scoperto che l'amministratore di una di queste società, preoccupato delle possibili conseguenze derivanti dall'attività di verifica svolta dalla Guardia di Finanza, aveva cercato di sottrarre fraudolentemente l'intero patrimonio immobiliare della propria azienda, del valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, simulando una cessione dello stesso a favore di un'altra società, peraltro di nazionalità estera, intestata formalmente ad una cittadina rumena (naturalmente compiacente), ma di fatto riconducibile al medesimo soggetto. La minuziosa ricostruzione dei reali flussi finanziari eseguita dai militari operanti ha convinto così il G.I.P. presso il Tribunale di Trani, dott. Michele Nardi, su richiesta avanzata da p.m. inquirente, dott. Ettore Cardinali, a disporre, nello scorso dicembre 2005, il sequestro cautelativo dell'intero patrimonio immobiliare, dando attuazione ad una norma inusuale, l'art. 11 della legge 74 del 2000, pensata dal legislatore proprio per tutelare la procedura di riscossione da parte del Fisco. Vani sono stati, infine, i ricorsi fatti dal proprietario dell'immobile, al quale hanno dato torto sia il Tribunale del Riesame di Bari sia, da ultimo, la stessa Corte di Cassazione, con sentenza nr. 17071 del 04/04/2006, che ha definitivamente sancito la legittimità del provvedimento emesso dall'A.G., aprendo così le porte alla confisca del bene.
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