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Bari, a tavola con i Borbone: degustazione e dibattiti su 150 anni di storia dal Regno delle Due Sicilie
06 gennaio 2011

BARI - Ci hanno sempre raccontato che l'unità d'Italia venne compiuta in nome della ''fervente volontà unitaria del popolo italiano'' e che i piemontesi vennero a ''liberare'' i meridionali dall'arretratezza, dalla corruzione, dal sistema parassitario e semi-feudale dei Borbone. Ma fu veramente così?
E' quanto l'Associazione culturale “Il Nuovo Sottano” intende approfondire attraverso dibattiti tematici, concerti, proiezioni cinematografiche, degustazioni e mostre che si terranno a Bari dall'11 al 22 gennaio prossimi nell'ambito della rassegna “A tavola con i Borbone. Degustazione e dibattiti su 150 anni di storia dal Regno delle Due Sicilie”.

L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno della Provincia di Bari, con il patrocinio di Regione Puglia, Comune di Bari, Camera di Commercio e Università degli Studi e con il contributo, tra gli altri, di Banca Apulia, Pasta Divella e Caffè Saicaf.
Ad aprire la manifestazione, martedì 11 gennaio alle 18 alla Cantina di Cianna Cianne (Bari vecchia) un incontro con Raffaele Riccio e Antonio De Rosa sulla cucina borbonica ed a seguire alle 20,30 al Multisala Cinema Galleria di Bari avrà luogo la proiezione gratuita del film di Lina WertmullerFerdinando e Carolina”.
Mercoledì 12 gennaio alle 19, nella Sala del Colonnato del Palazzo della Provincia sarà inaugurata una mostra iconografica sulla dinastia Borbonica. Le immagini condurranno il visitatore lungo un percorso alla scoperta della famiglia reale, delle grandi opere dei Borbone, della Reggia di Caserta, della Reggia di Capodimonte e di alcune bellissime vedute di Napoli Borbonica.
Numerosi anche i convegni in programma nei giorni successivi, a partire dal 13 gennaio quando, nella Sala degli Affreschi dell'Università di Bari, si svolgerà un dibattito sul tema “Da un Regno all'altro”. Vi parteciperanno i docenti universitari Pasquale Guaragnella, Ennio Corvaglia, Paolo Frascani, Gianfranco Liberati, Angelantonio Spagnoletti e il giornalista e scrittore Lino Patruno. Concluderanno l'incontro i canti patriottici presentati dal Gruppo Barincanto.
Venerdì 14 gennaio, inoltre, il critico d'arte Philippe Daverio, noto al grande pubblico per il suo programma televisivo “Passepartout”, sarà al foyer del teatro Petruzzelli con un intervento dal titolo “Save Italy”, riflessioni su Regno delle 2 Sicilie. Seguirà un concerto della Banda di Conversano.
La rassegna inoltre non dimentica la solidarietà: la sera del 14 gennaio, alla Cantina di Cianna Cianne, si terrà il Galà di Beneficenza “Alla riscoperta dei menù borbonici”. Saranno riproposte le ricette di grande gusto e raffinatezza che allietavano le tavole dei sovrani e nobili dell'epoca, affiancate a quelli che erano invece i piatti dei poveri. Il ricavato sarà interamente devoluto alle Suore di Madre Teresa di Calcutta.
Il noto cantautore Eugenio Bennato sarà invece a Bari il 19 gennaio per partecipare con il regista Pasquale Squitieri al concerto-dibattito “Briganti se more” fatti e misfatti della Reale Casa Savoia. Sul palco del Teatro Piccinni alle 20, saliranno anche il presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo, insieme ai giornalisti e scrittori Pino Aprile, Lino Patruno e Raffaele Nigro.
«L'Associazione si è impegnata molto per la realizzazione di questo progetto - spiega Beppe Stucci, presidente dell'Associazione “Il Nuovo Sottano”- Siamo riusciti a creare un percorso completo e articolato sulle diverse sfaccettature di questa importante e controversa fase della storia d'Italia che potrà certamente destare l'interesse di coloro che desiderano riscoprire la storia del nostro Sud».
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La via di un?antropologia nazionale non ha portato da nessuna parte. Eppure, nel faticoso processo di riunificazione che avrebbe segnato l?Ottocento italiano, non erano state silenziose le voci dissonanti che sottolineavano la diversità del panorama umano che popolava la penisola. Negli anni Venti dell?Ottocento, Giacomo Leopardi non risparmiava agli italiani una sentenza di totale colpevolezza. Con ben altra intenzione che quella del viaggiatore in cerca di esotismi, egli rimpiangeva la scomparsa delle antiche virtù civiche, rimproverava «il poco o niuno amor nazionale che vive tra noi», lamentava l'?assenza di quell'?amore per la gloria che aveva fatto grandi gli antichi ed era ormai cosa «incompatibile colla natura de? tempi presenti... obsoleta come le usanze e le voci antiquate». Nel DISCORSO SOPRA LO STATO PRESENTE DEI COSTUMI DEGLI ITALIANI, egli additava la «mancanza di un centro», di un perno su cui si incardinasse un discorso nazionale, una cultura unificante che fosse «fonte di conformità di opinioni, gusti, costumi, maniere»; e concludeva: «Ciascuna città italiana non solo, ma ciascun italiano fa tuono e maniera da sé». Scetticismo, cinismo, indifferenza, e altri «segni di scambievole disprezzo» non erano che le conseguenze di una mancanza di rispetto per il proprio passato, di un falso progresso emancipatore che aveva ricacciato nell'?oblio l?antico. Insomma...nulla e' cambiato...l'Unita' d'Italia non c'è mai stata; siamo ancora l'Italia dei comuni e dei campanili!!!


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