Azzollini svende Molfetta alla Lega Nord: ripetitore di Radio Padania sulla provinciale per Terlizzi
Così il Mezzogiorno diventa la ruota del carro del Carroccio. Radio Padania marcia verso il Sud Italia, con idee, spergiuri e vandalismi politico-verbali della Lega Nord. Avanza verso il Nordbarese e conquista l’avamposto azzolliniano di Molfetta, città natale del vero meridionalista Gaetano Salvemini. Dal 17 dicembre 2010 aveva già invasato il Salento, sovrapponendosi in modo abusivo a una radio locale (ripetitore a Alessano, la città di don Tonino). Solo l’esposto di Paolo Pagliaro, editore di Radio Nice, aveva obbligato il Ministero dello Sviluppo Economico a zittire il 24 gennaio Radio Padania, che ha poi trasmesso su altre frequenze. L’uffi cio tecnico del Comune di Molfetta ha autorizzato sulla strada provinciale per Terlizzi l’installazione di un ripetitore dell’emittente radiofonica di Matteo Salvini, eurodeputato, consigliere del Comune di Milano, che considera i pugliesi «la popolazione più simile a quella lombarda e del Nord Italia». Eppure ci chiamano “terroni” e “meridionali imbroglioni”, straparlano del Mezzogiorno, delle sue mafi e, dell’immondizia. Svendita gratuita, quella del sindaco senatore presidente Antonio Azzollini, sempre dichiaratosi (falsamente) meridionalista. Ma lo si era già intuito - e questa è l’ennesima conferma - quando l’anno scorso proprio il senatore Pdl aveva procrastinato per l’ennesima volta il pagamento delle multe sulle quote latte degli allevatori- elettori padani leghisti, con aspre critiche dei suoi stessi amici e colleghi Pdl (e rimbrotti dall’UE). Aveva, invece, dimenticato i suoi elettori e la marineria di Molfetta, che proprio in quel periodo manifestava per le strade le diffi coltà del settore. Azzollini burattino-alleato di Bossi? Deprimente sapere che un senatore, sindaco di una città, vantatosi come il «migliore», non sia riuscito a difendere l’identità meridionale e politica dei suoi cittadini, cedendo con consapevolezza agli interessi personali di pochi. Una “porcata” politica, quella di Radio Padania. Senza alcuna giustifi cazione. L’art. 21 della Costituzione tutela la manifestazione libera del pensiero, purché non contraria alla legge, ma gli amministratori - incluso il sindaco Azzollini - dovrebbero valutare con attenzione l’opportunità e rispettare la vocazione del territorio. La vicenda affonda le sue radici nella Finanziaria del 2004 del secondo governo di Silvio Berlusconi. Le legge, infatti, impediva alle emittenti private di accendere nuovi segnali sul territorio nazionale. Unica deroga, ottenuta con un emendamento del deputato leghista Davide Caparini, a Radio Maria e Radio Padania. Elargito quasi un milione a fondo perduto per queste “radio c omu n i t a r i e nazionali”, senza scopo di lucro, con contenuti culturali, politici, religiosi, che non superavano il 5% di affollamento pubblicitario, ascoltate su una vasta area del territorio nazionale. Solo Radio Maria e Radio Padania avevano quei requisiti. Uno scandalo, iniziato però nel 2001, quando si autorizzò le radio comunitarie a occupare frequenze senza autorizzazioni. Inesorabile la conquista del Meridione, proprio come la campagna d’Italia realizzata dagli americani nel 1943. Non occorrono proiettili e panzer, solo parole e propaganda leghista, parolacce, insulti ai gay e ai comunisti, rom e omosessuali, anche agli stessi meridionali potenziali ascoltatori. Perché Radio Padania arriva nel Meridione dove la Lega non presenta liste e non ha sostenitori? Sfogo dei militanti e strumento di compattamento della base? Il favore di Azzollini alla Lega e alla famiglia Bossi appare piuttosto come il pagamento di una cambiale salata, se i fi nanziamenti per la megalomania del porto commerciale arrivano proprio grazie alla Lega. Conosciamo le intenzioni leghiste, fomentare sentimenti secessionisti anche al Sud. Anche se l’approdo di Radio Padania nella Terra di Bari può servire per ottenere frequenze e rivenderle a network privati nazionali. Ma le decisioni amministrative e il silenzio della politica si condannano da sole.
Autore: Marcello la Forgia