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Azzollini: ricandido il sindaco Minervini INTERVISTA - Il senatore di Forza Italia: la responsabilità della vittoria di Vendola è tutta di Fitto: prima lo capisce e lo accetta, prima si potrà ripartire
15 giugno 2005

Con il sen. Antonio Azzollini (nella foto) di “Forza Italia”, 51 anni, molfettese doc, presidente della Commissione Bilancio del Senato abbiamo fatto il punto della situazione del centrodestra dopo le elezioni regionali in prospettiva delle amministrative e delle politiche dell'anno prossimo. Un colloquio franco e cordiale a tutto campo su temi amministrativi, politici ed economici che riguardano il futuro di Molfetta, con la partecipazione del nostro direttore Felice de Sanctis, e soprattutto senza “reticenze” o “ipocrisie”, com'egli stesso ha tenuto a precisare. Sen. Azzollini, cominciamo dal risultato delle ultime elezioni regionali. Qual è dal suo punto di vista lo stato di salute del centrodestra a Molfetta e di Forza Italia in particolare, dopo l'esito delle consultazioni del 3 e 4 aprile scorsi che hanno fatto registrare, nella nostra città, un calo di quasi otto punti percentuali per la Casa delle Libertà rispetto alle elezioni provinciali del 2004, e una flessione ancora più consistente per il suo partito che è passato da quasi 5.500 voti a circa 3.700 in meno di un anno. A tutto questo occorre aggiungere che Vendola a Molfetta ha preso più voti di Fitto. Non è che esauritasi la spinta del “berlusconismo” a Roma, anche la periferia comincia a risentirne? “Lo stato di salute del centrodestra e di Forza Italia a Molfetta è molto buono, nonostante una minore cifra elettorale che comunque non deve far dimenticare che la coalizione di centrodestra è risultata essere ampiamente la maggioranza, anche in questa tornate elettorale che eravamo consapevoli potesse essere la competizione più difficile per noi. Il risultato elettorale è buono, la coalizione è coesa e questo mi fa presagire di poter tornare a un consenso elettorale ancora amplissimo nelle prossime elezioni amministrative. Per quanto riguarda il mio partito vale lo stesso discorso: è vero che la cifra elettorale è diminuita, ma non può sottacersi che gran parte dei consensi della lista “La Puglia prima di tutto” sono di Forza Italia e se si fa la somma delle due liste, si potrà ben vedere che Forza Italia non ha perso consensi. Per di più occorre dire che Forza Italia per scelta non ha presentato un candidato locale e questo fatto ha indubbiamente favorito l'emergere di altri candidati molfettesi, e in particolare di Franco Visaggio che è stato eletto, cosa di cui mi compiaccio. Per di più il candidato barese su cui la sezione locale del partito ha puntato, Cassano, è risultato il primo degli eletti della Provincia anche grazie ai suffragi ottenuti qui. Per questo credo che nel complesso il risultato sia ampiamente positivo. Per quanto riguarda la vittoria di Vendola in città, io per primo dico che Fitto deve riflettere profondamente sulle cause di questa sconfitta che è innanzitutto la sua sconfitta e non può essere derubricata solo come conseguenza del trend nazionale. Prima Fitto capisce quali siano state le sue responsabilità, prima si potrà ripartire”. A proposito della scelta di non presentare un candidato locale, Forza Italia in questi anni è sembrata evidenziare una sorta di “incapacità” ad esprimere una classe dirigente all'altezza dei consensi elettorali conseguiti (eccezion fatta, ovviamente, per il suo caso), incapacità dimostrata anche dal fatto che nelle competizioni più importanti (al di là delle politiche) non è mai riuscita ad esprimere candidature forti e autorevoli che potessero essere premiate: penso alle amministrative del 2001 quando il suo partito scelse di sostenere Tommaso Minervini, un transfuga del centrosinistra, appena fuoriuscito dai Ds, o alle ultime regionali in cui, come ha detto, ha contribuito ad eleggere un consigliere regionale barese. Come spiega questo fenomeno? “Forza Italia, essendo la forza politica più grande ed importante della coalizione a Molfetta, ha il compito di renderla coesa e talvolta ciò significa far dei sacrifici. Chi deve fare dei sacrifici maggiori non può che essere la forza politica più rilevante, visto che nell'attuale contesto politico ed elettorale è più importante portare avanti e rafforzare la coalizione, e se questo significa non esprimere direttamente un nostro uomo, lo facciamo volentieri. Per questo noi, come partito, abbiamo tenuto fede, con grande senso di responsabilità, all'impegno di non presentare un candidato locale per consentire ad un molfettese della coalizione di essere eletto (e penso a Visaggio), trovando un giusto punto di equilibrio tra due esigenze: da un lato quella che la coalizione esprimesse in Consiglio regionale un suo rappresentate, e dall'altro quella di ottenere, come partito, un consenso elettorale di tutto rispetto. Voglio anche dire, però, che in Consiglio Comunale Forza Italia dimostra di saper esprimere una classe dirigente coesa e preparata su tutti i provvedimenti amministrativi nell'interesse della città. Ricordo, infine, ad alleati e avversari, che siamo sempre il primo partito di questa città e che se anche la volta scorsa, come noto, non ci siamo dimostrati tali (anche a causa della presenza, come detto, della Lista di Fitto che ha 'pescato' nel nostro stesso bacino elettorale), vedrete che alle prossime amministrative torneremo ai nostri consueti livelli”. Per tornare alla situazione di Molfetta, nel 2001 il centrodestra di Molfetta denunciò, dal suo punto di vista, uno stato di profonda crisi e degrado politico e morale in cui era piombata la città dopo i sette anni di amministrazione di centrosinistra, e per far fronte a quella situazione lanciò l'idea del “Progetto Civico” che teneva insieme la Casa delle Libertà con spezzoni di centrosinistra fuoriusciti dalla vecchia maggioranza. Ritiene oggi che quel clima “emergenziale” sia stato superato e si possa tornare, anche a Molfetta, come nel resto del Paese, ad una dialettica chiara e trasparente tra centrodestra e centrosinistra? “Su questo punto dico due cose: la prima è che il Progetto Civico ha avuto successo e quindi merita di essere riconfermato; la seconda è che al suo interno la Casa delle Libertà era ed è forza trainante e così si riproporrà anche per la prossima consultazione amministrativa. Dico anche che rispetto ad un periodo in cui il centrosinistra aveva fatto di questa città poco meno che un'espressione geografica, adesso Molfetta si pone come una delle città più belle e certamente una delle più produttive del Mezzogiorno d'Italia. Abbiamo messo in campo, per questo, cose inaudite. E vi do una anticipazione: sono riuscito ad ottenere un altro finanziamento di due milioni di euro per arredo urbano e parcheggi che consentiranno a Molfetta di essere una città sempre più fiorente, a fronte del degrado che c'era prima. Pensate al lavoro che, grazie al mio interessamento, è stato fatto per le Chiese della città: il Duomo di Molfetta ristrutturato è uno splendore, poi c'è la Chiesa dei Cappuccini, quella di S. Stefano che è ormai pronta, e mentre vi parlo stanno partendo i lavori che riguardano il Purgatorio, San Bernardino, il Seminario Vescovile, la Chiesa di San Gennaro e l'organo di San Giuseppe. Questi sono fatti, e potrei continuare a lungo”. Ha detto che del Progetto Civico esprime un giudizio estremamente positivo, quindi oggi può dire che Tommaso Minervini sarà certamente ricandidato per il centrodestra? “Per quel che ci riguarda, assolutamente sì”. Per un certo periodo è apparso che i suoi rapporti con il sindaco non fossero poi così distesi. “No, non è così. Che poi io sia una personalità forte, questo è notorio e quando Tommaso Minervini ha fatto degli errori (come li facciamo tutti) gliel'ho detto in faccia e direttamente, senza problemi, ma questo non significa che i nostri rapporti non siano assolutamente sereni”. Al sindaco l'accomuna, tra le altre cose, anche il fatto di aver militato per tanti anni nella sinistra (nel Pci lei, nel Psi prima e nei Ds poi Tommaso Minervini) e non sono pochi a giudicare queste scelte opportunistiche. Come risponde? “Io nel 1996 ho avuto il coraggio di dire, pubblicamente, 'ho sbagliato' nel credere a quella ideologia ed ho fatto questo partendo dalla presa d'atto del totale fallimento dei sistemi che si rifacevano al marxismo. Il mio non è stato né opportunismo né trasformismo: da un lato perché non ho mai tradito un mandato elettorale, e dall'altro perché dopo questo mio pubblico riconoscimento mi sono presentato davanti agli elettori e questi, capendo la mia buona fede, mi hanno accordato la loro fiducia. Tommaso Minervini invece, diversamente da me che partivo da una scelta politica chiara, nasce a capo di un progetto civico che ha dei confini più estesi rispetto a quelli del centrodestra e quindi si pone in un'area che non è ancora perfettamente integrata nel centrodestra. Però credo che il rapporto che abbiamo avuto in questi anni è tale che difficilmente Tommaso, la cui scelta - per le cose che ho detto - è comunque molto diversa dalla mia, potrà pensare di tornare indietro”. Sono però in molti a dire, anche pubblicamente, che abbia avviato contatti con ambienti del centrosinistra… “A me non risulta, ma se anche dovesse essere così, evidentemente lo starà facendo per spostare altri pezzi di centrosinistra nel centrodestra. E sarebbero sempre ben accetti!”. Parliamo del nostro porto, per cui è arrivato a Molfetta un finanziamento molto consistente che porta in calce la sua firma. A che punto è questa vicenda? Sembrava che i lavori potessero partire in tempi brevi, invece sembra di registrare qualche rallentamento. “Per il porto non era mai stato fatto niente e quindi siamo dovuti partire da zero, non dal progetto ma proprio dal piano regolatore del porto e siamo capitati nel periodo in cui il problema della competenza sui porti è a cavallo tra lo Stato e la Regione e questa incertezza ha complicato le cose. Per tutte queste ragioni abbiamo dovuto porre in essere una enorme mole di lavoro burocratico che è ormai alla fine. Siamo davvero molto vicini al raggiungimento di questa grande opportunità per la nostra città. Non posso azzardare una data perché è una questione troppo seria, ma evidentemente è interesse mio e di tutti che la vicenda si concluda il più preso possibile”. Guglielmo Minervini nel suo comizio di ringraziamento ha detto pubblicamente che il fatto che quel finanziamento porti la sua firma non significa che quei soldi siano del sen. Azzollini o che lo sarà il porto. Come risponde? “E' evidente che quei soldi non sono i miei. Se avessi 72 milioni di euro non avrei più alcun problema. Quindi questa affermazione è una tautologia dal punto di vista lessicale e una banalità da quello politico. Rivendico però il merito di aver avuto l'intuizione per fare arrivare questo finanziamento a Molfetta, ma credo che questo ormai non me lo nega nessuno”. In questi giorni c'è stata la conferenza stampa di presentazione della Città della Moda che aprirà nel prossimo settembre. Questa grande iniziativa imprenditoriale rappresenta sicuramente una opportunità per la nostra città ma sta destando, d'altro canto, anche un certo allarme tra i commercianti locali. Pensa che Molfetta sia pronta ad ospitare, senza danni per il suo tessuto economico, un insediamento di queste proporzioni? “Io credo che oltre al grande polo di piccola media impresa e logistico che sta già nascendo, per Molfetta sarà un bene anche lo sviluppo di un grande polo commerciale che vedrà non solo la Città della Moda ma anche l'Ipercoop ed altre iniziative del genere. Ovviamente è importante sostenere i commercianti locali e questo è possibile attraverso una grande opera di riqualificazione del tessuto urbano. Per questa ragione, come ho già detto, sono riuscito ad ottenere un finanziamento di due milioni di euro per arredo urbano e parcheggi, perchè penso che creare una città vivibile, con tutti i servizi, sia un buon antidoto contro il rischio che un insediamento di quelle dimensioni possa far seccare il commercio a Molfetta. Occorre creare un collegamento tra la Città della Moda e i commercianti locali anche perché questi possono fornire risposte a bisogno diversi rispetto a quelli della grande struttura. Il mio compito di politico, poi, è creare le condizioni, ora spetta ai commercianti accettare la sfida della modernità ed integrarsi con quella realtà”. Per finire, sarà ricandidato nel collegio? “Penso proprio di sì e aspettatevi una campagna elettorale in grande stile!”. Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it
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