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Azione Giovani di Molfetta: cordoglio e memoria per i sei parà italiani
18 settembre 2009

MOLFETTA - Un comunicato da parte della sezione Azione Giovani - PdL Molfetta, per esprimere cordoglio dopo i fatti di Kabul, in cui hanno perso la vita, ieri, sei militari italiani per un attacco kamikaze. "In occasione della tragica notizia dell'infame e vigliacco attentato ai militari italiani impegnati in Afghanistan, Azione Giovani - Giovane Italia - PdL Molfetta si unisce al dolore dei congiunti e rinnova, ancora una volta, il sostegno a tutti i soldati italiani impegnati in missioni di pace. Davanti a un terrorismo che colpisce in maniera così vile ed insensata e soprattutto davanti al sacrificio di servitori dello Stato che sono morti nell'assolvimento del loro dovere sentiamo ancora più forte la vicinanza ai nostri connazionali che ogni giorno con sacrificio e coraggio svolgono l'importante e necessaria missione per il ritorno della pace della libertà e della democrazia in queste terre ancora martoriate dalla violenza e dal terrorismo. E' quanto mai necessario che la nostra generazione li onori sempre, sia nel cordoglio, sia nella memoria".
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I comunicati o si fanno anche per le morti sul lavoro ... o non si fanno. Sono dell'avviso che la morte in guerra, è un evento che non è possibile evitare in termini assoluti, e questo lo sanno tutti quelli che hanno deciso in scienza e coscienza (e non in preda all'esaltazione, si spera ...) di fare questo tipo di lavoro. Nel contempo, chi decide di fare il muratore, l'elettricista, il falegname o qualsiasi altro lavoro civile, non mette e non ha ragione di mettere nel conto l'eventualità della propria morte, non operando in zona di guerra e quindi non percependo il c.d. rischio di guerra. Tutte le morti civili sul lavoro, non solo sono evitabilissime, ma non dovrebbero verificarsi mai nel rispetto pieno delle leggi sulla sicurezza. La morte di questi soldati come di altri, purtroppo, è inutile negarlo, proprio perché sono soldati e perché operano in uno scenario di guerra (si sprecano i termini per non dire semplicemente che è una guerra!), entra nella sfera della possibilità, della probabilità che invece non viene considerata nel mondo del lavoro poiché, il lavoratore non deve morire, non va in battaglia, fa solo un lavoro in condizioni di sicurezza (ma sovente solo sulla carta). E invece, muoino ed in tanti, 8i lavoratori, non i soldati), all'incirca 4/5 al giorno (e non all'anno ...) come media. A che serve dunque tutta questa sganasciata patriottica, se viviamo in una nazione che riesce a garantire migliori condizioni di sicurezza più ad un soldato che va in gurra, che ad un operaio che va in fabbrica (la cui famiglia, dopo difficilmente si arricchisce ... e scusatemi la brutalità del concetto ... ma ci siamo capiti ...). Sono quindi dell'avviso, che le forze politiche, dovrebbero astenersi dal fare comunicati patriottici stile cine giornale luce sulla guerra d'Abissinia. Scusatemi, ma suscitano un sentimento ancora più avverso ed odioso, rispetto a quello che più o meno sinceramente vorrebbero, o dovrebbero diciamo, stimolare ... in specie dopo lo scandolo di puttanopoli. Anzi, per dirla tutta e, a colori (e non in bianco e nero ... come lo spot del cinegiornale luce), provocano avversione ad un patriottimo posticcio e mal imbacuccato. Teniamo pertanto fuori dai comunicati politici, pseuo patrittici, questi eventi, ma soprattutto evitiamo di fare questo genere di comunicati che sembrano copiati da qualche lapide del ventennio, dal vago sapore littorio, anche perché, purtroppo, nell'Italia di oggi, oltre ad essere scomparsi i comunisti, quelli veri, quelli delle battaglie nelle fabbriche, sono scomparsi pure i fascisti autentici, quelli tutti d'un pezzo, quelli sì veri amanti d'orgoglio, patria, nazione ecc., ecc. più credibili di quelli che vanno con la carta carbone sulle vecchie lapidi per traslarne i testi ... e la sera, ammirano il grande taroccato, a cominciare dalla testa. Quelli d'una volta erano autentici ... da avversare ... ma anche da rispettare per la loro indubbia coerenza ... (in periodo post bellico, s'intende ...), quelli di oggi, sanno di exort, di mangiate con la ragazzetta che fa la minestra e con il gatto silvestros, ecc., ecc., per cui, occorre ammetterlo, quando uno legge comunicati di tal fatta, non pensa ai deceduti, sicuramente ... ma allo scimmittamento mal riuscito ... e invce di piangere ... bé, ci siamo capiti ...



... MA QUALE COMMOZIONE? Con tutto il rispetto per chi è morto così tragicamente mi permetto anche di chiedere che ci si aspettasse da un esercito che va "in missione di pace" in un Paese in cui ogni giorno si fanno saltare in aria kamikaze, con stragi di civili e bombardamenti nato. Ci si aspettava forse una magia? Una protezione celeste che sfidasse le statistiche e la casualità e proteggesse solo l'esercito italiano? Perché gli italiani ci sanno fare? I telegioranli stuzzicano l'orgoglio nazionale facendo trapelare questi miti. Si parla di professionalità dell'esercito. Non nutro dubbi su questo. Ma la guerra è guerra! Saranno fondamentalisti o trafficanti di droga o signori della guerra o clan tribali non cambia. Non vogliono farsi importare la demiocrazia dall'occidente! Di che commozione si parla? Ripeto che posso capire il dolore dei parenti, sono un essere umano e quindi nelle mie esperienze c'è il dolore per la morte di cari. Ma certamente tutti sapevano che i militari italiani andavano a rischiare la vita. Non la metto in politica nè in geopolitica. Non chiedo neanche che ci stia a fare l'Italia in Afghanistan visti i brogli elettorali denunciati. Chiedo solo perchè i mass-media ripetano ad libidum una trista corona di retorica e luoghi comuni, con la relativa commozione della gente comune. L'unico dolore serio è per chi rimane a piangere i caduti, madri, padri, mogli, figli... il resto è speculazione mediatica e politicante. Non credo la "gente comune" capisca più dopo otto anni il senso di questa "missione di pace" in luogo di guerra. Se l'esercito italiano dev'esserci in Afghanistan per accordi internazionali lo si dica apertamente. Si dica che "dev'essere" così perchè il mondo "va così". C'è chi è l'impero e chi è fuori dall'impero. Che c'è una strisciante guerra globale. Che la guerra è lo stato normale dell'homo sapiens sapiens e che la tecnologia incrementa il numero dei morti in battaglia. Ma la si smetta con la commozione dell'uomo comune!!!

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