Azione Cattolica: non è col referendum che si sceglie per la Vita
MOLFETTA – 26.5.2005
L'azione Cattolica diocesana di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi ha diffuso un documento del Consiglio diocesano in vista del referendum sulla legge 40/2004.
“Il Consiglio diocesano dell'Azione Cattolica, associazione che conta poco meno di 5.000 aderenti sul territorio diocesano – dice la nota -, invia in questi giorni a tutti i soci un numero speciale della sua rivista "Filodiretto" dedicata ai temi referendari. Primo messaggio è la lettera aperta ai soci, di seguito riportata, per presentare l'orientamento e le scelte che l'associazione suggerisce in ordine ai temi in gioco col prossimo referendum. L'associazione è impegnata, nelle quattro città della diocesi, a promuovere iniziative di riflessione e di confronto per fare in modo che tutta la gente, anche la meno preparata sulle complesse questioni oggetto della consultazione referendaria, possa maturare una scelta consapevole. Su un prossimo comunicato daremo notizia delle date fissate dai comitati cittadini che si concluderanno con un convegno diocesano, il 9 giugno, presso il Seminario Regionale.
Cari amici di AC,
si appresta la data del 12 giugno in cui gli Italiani saranno chiamati ad esprimere la loro opinione circa i referendum sulla procreazione assistita.
La materia è altamente complessa e coinvolge l'interesse delle famiglie a completarsi con la prole, l'interesse della medicina alla sperimentazione di nuove tecniche di procreazione, l'interesse diffuso alla tutela della vita e l'interesse dei cittadini a fondare lo Stato su un sistema certo di regole.
Una tale complessità non giustifica la scelta dello strumento referendario per dare risposte alle problematiche ed agli interessi sottostanti la legge 40, perché la popolazione spesso non è posta in grado di conoscere approfonditamente i risvolti di un sì o di un no, oppure mostra disinteresse allorquando il gioco referendario passa nelle mani di quei partiti interessati più alle prove di forza numerica che alle questioni etiche. L'opinione pubblica, inoltre, può essere influenzata dall'idea che il progresso scientifico deve avanzare a tutti i costi, di fatto svalutando la libertà umana ed il rispetto della natura.
Da credenti, noi laici di Azione Cattolica non possiamo che prestarci all'unico interesse del rispetto della vita, a cominciare dai modi con cui essa si forma per poi avere cura dell'embrione, della nascita e del tempo di grazia donato da Dio. Consapevoli che l'umanità va aiutata nelle difficoltà frapposte dalla natura alla concretizzazione del dono divino della vita, possiamo considerare la disciplina sulla fecondazione assistita di cui alla legge 40, vicina all'etica cattolica, e, pur auspicando miglioramenti, riteniamo che essa sia rispondente agli interessi che tuttora dominano lo scenario della procreazione umana assistita. Al contrario, noi laici di AC non possiamo accettare la liberalizzazione della procreazione perché non possiamo approvare compromessi al ribasso, ovvero introdurci passivamente nel moderno orientamento di liberalizzazione che, nell'Europa e nel mondo e similmente nei mercati, interessa la vita come il matrimonio.
La Costituzione Italiana ha il pregio di lasciare nelle mani dei cittadini la possibilità di scegliere la modalità più efficace per manifestare l'assenso o il dissenso alle proposte di abrogazione referendaria di una legge dello Stato, sul presupposto che tutte le modalità sono legittime e tutte possono concorrere in vista di un eloquente risultato. Pur rimanendo immutato il credo dell'Associazione sulla partecipazione alle scelte di cittadinanza attiva che le urgenze di convivenza civile di tutti i tempi impongono, il bene della procreazione umana è così elevato da richiedere, per il 12 giugno di quest'anno, l'adozione di una specifica forma di partecipazione all'appuntamento referendario quale quella dell'astensione dal voto, pur nel rispetto delle coscienze.
Con l'astensione, gli amici nell'Azione Cattolica non disertano le urne e non fuggono di fronte alla responsabilità di dare una risposta alle attese del progresso umano. Con l'astensione, manifestando un'alternativa al laicismo e nobilitando lo strumento referendario, l'Azione Cattolica chiede l'attivazione di un autorevole confronto sul valore della vita umana perché la ragione - non lontana dalla fede - prevalga sulle inattendibili prese di posizione e la legge 40 possa mantenere una funzione di equilibrio etico e scientifico. Con l'astensione – conclude la nota - non si rivela una paura dei Cattolici per l'eventuale vittoria del sì ma si percorre la via ben più difficile di rendere manifesto, in caso di mancato raggiungimento del quorum, un pensiero completo e sostenibile sulla procreazione come dono e non come egoismo dei procreatori o della scienza”.