Azione Cattolica: la verità ci rende liberi. Replica al fango del sen. Azzollini contro Graziano Salvemini ideatore della campagna contro il voto di scambio
L’infiammata campagna elettorale per le amministrative a Molfetta, ha avuto nel Pdl un fattore disgregante con polemiche al veleno e fango sparso in giro, accuse di violazione della legge sulla propaganda elettorale che non hanno alcuna giustificazione, né fondamento giuridico. Per arrivare alle giornale elettorali con i seggi presidiati da esponenti del centrodestra, candidati che gettavano propri volantini davanti ai seggi e perfino, vergognosamente, dallo stesso candidato Camporeale e dal sen. Azzollini, come non si vedeva dai tempi del fascismo. E sempre Azzollini correva da un seggio all’altro a controllare la situazione. Il centrosinistra per evitare la pressione psicologica del centrodestra sugli elettori, è stato costretto anch’esso a presidiare i seggi dove c’erano gli uomini dell’ex sindaco. Per la cronaca del clima che si è respirata, registriamo un episodio che ha avuto come vittima di questa campagna al veleno Graziano Antonio Salvemini dell’Azione Cattolica diocesana, colpito da un violento e assurdo attacco gratuito sul piano personale da parte del sen. Antonio Azzollini. Ci saremmo aspettati altro da un rappresentante delle istituzioni che dovrebbe condannare il voto di scambio e difendere la Costituzione e la libertà di espressione e di opinione. Unica colpa di Salvemini è stata quella di essere stato protagonista della campagna contro il voto di scambio (alla quale anche Quindici ha aderito), promossa dall’Azione cattolica. Ricordiamo anche il video diffuso da Repubblica. it nel quale una ragazza sarebbe stata contattata da un candidato del Pdl che le avrebbe chiesto il voto in cambio di una gita gratis. La presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Angela Paparella, nel sito dell’A.C. ha espresso solidarietà e condannato questo attacco e il fango gettato addosso a chi ha avuto la sola colpa di aver ideato una campagna di informazione giusta e legittima contro il voto di scambio, che evidentemente ha dato fastidio a chi invece avrebbe dovuto condividerla. E nemmeno il candidato sindaco del centrodestra Ninnì Camporeale ha preso le distanze da chi pratica questo mercimonio con offerte in denaro, buoni benzina, gite gratis, cene a gogò e così via. Ma cosa ci si può aspettare da chi invita i propri sostenitori a “scatenare l’inferno”. Poi ha frettolosamente rimediato con un manifesto affisso nelle ultime ore della campagna elettorale. Nel centrodestra, insomma, si è registrato un nervosismo ingiustificato (timore di perdere?) che ha creato tensione davanti ai seggi elettorali. Nello stigmatizzare questi comportamenti, ricordiamo che le elezioni devono avvenire in un clima di serenità per dare a tutti i cittadini la possibilità di scegliere liberamente a chi dare il proprio consenso. Ecco la lettera di Angela Paparella, presidente dell’A.C. diocesana: «La verità ci rende liberi Sento il dovere di puntualizzare pubblicamente alcune cose, visto che pubblicamente ne sono state dette altre che non corrispondono a verità. La campagna promossa dall’Azione Cattolica contro il voto di scambio e appoggiata da venti associazioni cittadine, ha suscitato, tra i mille consensi, anche un dissenso preciso, unilaterale, pesante, che pone necessariamente degli interrogativi. La modalità di espressione di questo dissenso è molto strana: non un confronto aperto, leale, pubblico sui contenuti, ma un continuo, infamante attacco alle persone, ad una persona in particolare, che di questa campagna è stato l’ideatore, secondo una logica stantia e abusata, del gettare fango su chi si ritiene dia fastidio. Il punto è che se anche il discredito corre veloce su facebook o è urlato dai palchi, niente può contro la lampante verità, la pulizia morale, l’onestà intellettuale e la capacità personale di chi tra noi ha trovato lavoro per merito, non certo per scambio, ed ha da sempre tutta la nostra stima e il nostro sostegno. Ma quello che stranamente non capiscono questi signori e che vorrei sottolineare decisamente è che quella dell’A.C. è una campagna promossa da un’intera associazione, non da una sola persona. Purtroppo per chi se ne dispiace, siamo in tanti e tutti convinti a lottare contro l’illegalità e il voto di scambio. Ora, ci sono state incomprensibili prese di distanza e ripetuti interventi a diversi livelli, sempre da parte degli stessi signori, che evidentemente non hanno gradito questa iniziativa: prima si è gridato alla probabile candidatura di uno di noi responsabili diocesani – secondo la logica del “niente si fa per niente”- poi, non sapendo cos’altro mettere in campo, al fatto che ci prestassimo ad essere strumentalizzati, quasi fossimo tutti stupidi e non dotati di pensiero autonomo. E questo apre all’altra sottolineatura che mi preme fare: mai, nemmeno per un istante, l’anno scorso per la marcia della legalità, quest’anno per il voto di scambio, abbiamo pensato di avviare un percorso CONTRO qualcuno o per favorire qualcun altro. Non è nel nostro stile, ci è assolutamente estranea questa logica. Abbiamo sempre e solo fatto ciò che sentivamo utile, importante, formativo per le nostre e le altrui coscienze, in forza e in virtù del nostro essere cristiani e cittadini impegnati nella crescita del Bene Comune. Ciò che è oltremodo sconcertante è che davvero ci aspettavamo una unanimità trasversale di consenso e di plauso ad un’iniziativa super partes, che fa bene alla politica seria, a maggior ragione da parte di coloro che non perdono occasione per dichiararsi cattolici moderati. Così non è stato. La cosa si commenta da sé».