Autostima, via maestra per la felicità duratura
“Ho commesso il peggiore dei peccati / che un uomo possa commettere. / Non sono stato felice”, così inizia la toccante poesia “Il rimorso” del poeta argentino Jorge Luis Borges. Assalito dal rimorso, il protagonista analizza l’errore commesso nell’aver rinunciato a godere, per via di esperienze di vita tutte di scarso valore, di un bene esistenziale: la felicità. Ovviamente, il poeta Borges non intende far riferimento ad istanti o abbagli di vissuti emotivi che rilasciano subito “il profumo di felicità di pelle”, entusiasmi che, consegnati all’oblio, spingono ad elaborare un rinnovato bisogno da soddisfare con una nuova emozione. Il segreto della felicità vera e duratura è la gratificazione interiore, non tanto per il traguardo raggiunto quanto per le difficoltà del percorso superate con sacrifici e rinunce. Chi è altruista o svolge attività di volontariato ha un’immagine positiva di sé, consegue un alto livello di autostima e nel silenzio interiore si compiace della gratuità dei propri gesti.