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Auguri di un sereno 2012 a tutti dalla rivista mensile Quindici e dal quotidiano Quindici on line
01 gennaio 2012

MOLFETTA – Il direttore Felice de Sanctis, la redazione e i collaboratori della rivista mensile Quindici e del quotidiano Quindici on line augurano ai cittadini, ai lettori e ai visitatori del sito internet (soprattutto ai nostri fratelli emigrati in Italia e all'estero) un sereno anno nuovo, con l’auspicio che il 2012 sia felice, permetta a tutti di realizzare ciò che il cuore di ciascuno desidera, ma soprattutto porti pace e serenità al mondo, con meno conflitti, meno interessi materiali, meno egoismo e interessi privati, ma molto più interesse collettivo, più giustizia sociale, più accoglienza e solidarietà concreta e rispetto per gli altri in una società dove questi valori sembrano dimenticati e vanno recuperati se vogliamo salvare il futuro nostro e dei nostri figli.

Sarà un anno difficile, soprattutto dal punto di vista economico, ma con la tenacia e la solidarietà che ci contraddistinguono, potremo superare anche questa stagione difficile, e ci auguriamo che il governo Monti possa essere all’altezza della situazione soprattutto colpendo la corruzione e l’evasione fiscale che hanno caratterizzato il centrodestra di Berlusconi. L’obiettivo del governo deve essere soprattutto quello dell’equità, combattendo i privilegi e i furbi che finora l’hanno fatta da padroni. Occorre anche ritornare a quella solidarietà dimenticata, che ha caratterizzato la nostra gente.
Questi ultimi anni sono stati vissuti all’insegna dell’edonismo, dell’egoismo, degli interessi privati, della manipolazione delle menti attraverso le tv controllate dal potere che hanno spinto ad un consumismo superiore alle possibilità dei redditi della gente: Così tutti si sono indebitati e sono diventati più poveri. Oggi il lavoro è diventato un miraggio per tanti giovani, ma anche per coloro che erano sicuri di averlo e lo hanno perduto. Queste sono le macerie lasciateci dai vari Berlusconi e Bossi e che oggi dobbiamo rimuovere, per ricostruire a prezzo di dolorosi sacrifici, altro che l’illusione della ricchezza diffusa propagandata da personaggi irresponsabili, che, alla prima difficoltà, hanno dimostrato di avere i piedi di argilla.
Speriamo che il nuovo anno illumini la mente di chi governa a Molfetta, anch’essa in grave crisi economica, di identità e di degrado diffuso. E’ un augurio, lo facciamo proprio alla città - la cui crescita e il cui sviluppo restano sempre l'obiettivo principale del nostro lavoro -, perché ritrovi la sua strada sia sul piano economico sia su quello sociale e morale, sia su quello della sicurezza, sia su quello della politica e riesca finalmente a invertire una tendenza al declino che da qualche anno sembra inarrestabile. E' un atto di amore che rivolgiamo a Molfetta.
AUGURI e che questa parola non sia solo formale, ma rappresenti veramente un'occasione per quella svolta positiva che tutti auspicano.
Benvenuto 2012!
 
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Come non condividere e ricambiare gli auguri a Quindici, alla redazione e collaboratori tutti. Auguri di un sereno 2012: inutile aggiungere altro, la situazione è sotto gli occhi di tutti, difficile da nascondere. Peggio di così non c'è, considerando il fallimento della politica ad affrontare le problematiche di una società in fermento, rivoluzionaria nelle sue “primitive” conformazioni sociali, politiche, economiche e culturali. Aggiungiamo l'indifferenza e le distrazioni popolari e di massa, ecco il crearsi di una miscela altamente narcotizzante, quasi, se non del tutto paralizzante. Sicuramente la TV ha le sue colpe per mancanza di controlli tuttora ancora assenti ma, per capire questa “paralisi”, forse, è riduttivo partire dal duo Berlusconi-Bossi, necessitiamo invece partire dalla ricostruzione del dopo guerra e dall'italico gattopardismo culturale, anche questo ancora non del tutto estirpato, al contrario sembra essersi consolidato in situazioni sempre più confuse: possiamo dire che il duo Berlusconi-Bossi sono riusciti a dare il “colpo finale” – auguriamoci non mortale – a un ferito che necessitava di cure. La sinistra ha fatto la sua parte in questo “guazzabuglio confusionario” inutile negarlo, per etica politica e onestà culturale. Perché non esiste nessun movimento di grandi proporzioni che miri a difendere la società civile? Dov'è l'equivalente novecentesco del movimento socialista di fine Ottocento? Non esiste e non esisterà nemmeno in futuro. Per ragioni che affondano le proprie radici nella storia che ha preceduto le sfide della globalizzazione, l'individualismo ha trasformato non solo la società civile, ma anche i conflitti sociali. Ma la cosa più importante, e anche più grave, è che le persone realmente svantaggiate e quelle che temono di scivolare nella loro condizione non rappresentano una nuova forza produttiva, nemmeno una forza con cui oggi si debbano fare i conti. I ricchi possono diventare più ricchi senza di loro; i governi possono essere rieletti anche senza i loro voti; e il prodotto nazionale lordo può continuare ad aumentare indefinitamente. La sensazione che si va diffondendo è quella che stia venendo meno ogni certezza: di qui senso di anomia, tramonto di ogni regola, e profonda insicurezza. Quando la fiducia comincia a incrinarsi, ben presto anche la libertà arretra su una posizione meno articolata, quella caratterizzata dalla guerra di tutti contro tutti.

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