Asm, il neo presidente Mancini: decoro della città con la lotta ai zozzoni
È partito male l’esordio pubblico, davanti alla stampa, del nuovo presidente dell’Asm (azienda servizi municipalizzati), Pasquale Mancini, che ha voluto tratteggiare il suo programma di lavoro per rendere la città più pulita e l’ente più effi ciente. Ha cominciato attaccando Quindici che aveva ipotizzato come il suo incarico fosse una compensazione per l’insuccesso elettorale alla Provincia e dichiarando apertamente la propria antipatia verso la nostra testata. Un esordio alla Silvio Berlusconi, come Quindici gli ha fatto subito notare e che non promette bene per il futuro. Mancini ha negato che la sua nomina all’Asm sia politica, dopo il repentino siluramento del predecessore Francesco Nappi sul quale il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, al pari del suo presidente Berlusconi, rifi uta di rispondere alle domande di Quindici (è la moda che caratterizza il centrodestra e conferma l’intolleranza, l’arroganza e il mancato rispetto dei cittadini e della stampa da parte di tutti i vassalli, valvassori e valvassini del signore di Arcore). Dopo aver sciorinato la propria storia personale, fatta di volontariato al Ser Molfetta e di amministratore pubblico (è stato assessore con il sindaco Dc Annalisa Altomare in un’amministrazione di centrosinistra, come rappresentante repubblicano) Mancini ha sostenuto che questi passaggi di fronte, non costituiscano cambi di casacca, come li ha defi niti Quindici, bensì coerente posizionamento nel centrodestra. Ma lasciando perdere queste giustifi cazioni che lasciano il tempo che trovano, vediamo come Mancini si prepara ad amministrare l’Asm, un’azienda che ha fatto sempre discutere sia per le sue perdite di bilancio, sempre ripianate dal Comune, sia per la sua gestione, sia per i comportamenti del suo personale. E qui Mancini ha elencato tre obiettivi principali: l’adozione di un albo di fornitori, l’emanazione di una maxi-ordinanza sul decoro e la pulizia della città con l’ottimizzazione del lavoro dei dipendenti. Per raggiungere questi risultati il neo presidente dell’Asm non esista ad attaccare, come inadempienti, l’Uffi cio tecnico comunale e il comando dei vigili urbani e quando Quindici gli fa rilevare che il suo appare più un discorso di un oppositore di centrosinistra che di un esponente di centrodestra che governa la città e quindi gli stessi uffi ci comunali, Mancini non esista a sostenere: «la mia nomina, purtroppo per loro (il Pdl, ndr), è molto poco politica», anche per questo è sicuro di restare poco all’Asm, «perché sono scomodo» e prevede di essere silurato presto. L’obiettivo della pulizia della città per Mancini è prioritario e critica i vigili urbani perché non hanno mai fatto una multa e l’Uffi cio tecnico che non ha verifi cato gli inerti che non vengono conferiti in discarica e lasciati ai margini delle strade di campagna. Pur dichiarando che l’Asm è sotto organico con 108 unità (+33 della cooperativa) sulla pur esigua pianta organica di 118 unità, Mancini sostiene che Molfetta è più pulita delle città vicine, ma che verrà fatto un ulteriore sforzo, sperando nella collaborazione dei cittadini. «Il mio obiettivo è quello di far sì che siano i tecnici a gestire l’azienda, responsabilizzandoli, perché i presidenti passano e non è un caso che in 10 anni i presidenti sono cambiati, mentre i tecnici sono rimasti al loro posto (una stoccata al direttore generale dell’azienda ing. Silvio Binetti?, ndr)». E poi per il timore di essersi fatto prendere la mano, si corregge: «i nostri tecnici sono i migliori della regione». Mancini ha anche annunciato la realizzazione di un report sulla sua attività, da inviare ai consiglieri di maggioranza a e di opposizione «è giusto che la proprietà dell’ente, il Comune, sappia cosa si fa in una società controllata; del resto il nostro disavanzo lo paga il Comune. Su ogni decisione chiederemo il nulla osta del Comune e dell’assessore competente Mauro Magarelli». Anche il discorso dell’impianto di compostaggio verrà ripreso per rilanciare l’impianto, dopo la vertenza con Mazzitelli, che non è stata ancora chiusa non essendo stato ancora riconsegnato l’impianto, una cosa indispensabile per risparmiare oltre 250mila euro l’anno per il conferimento alla discarica di Trani, dove è in corso un altro contenzioso. Certo, l’azienda è in aff anno sui servizi, ma crediamo che lo scoglio più grosso sia quello della gestione del personale e Quindici lo ha fatto presente al presidente, ricordando come i nuovi quartieri siano serviti male. «La coperta è troppo corta, cercheremo di fare il meglio, senza far aumentare la tassa sui rifi uti», è la sua conclusione. Pur con il benefi cio del dubbio per un personaggio fortemente emotivo, che soff re di simpatie e antipatie, ci auguriamo che riesca nel suo intento di migliorare il decoro della città, ormai abbastanza degradata anche sul piano della pulizia.