Ascoltare il respiro della terra
La terra respira grazie a chi la abita e a grazie a chi lotta ogni giorno affinché ci sia vita e non sopravvivenza. “Il respiro della terra” è proprio il titolo della mostra organizzata da Condivisione Italia, un gruppo di giovani che si propone quotidianamente di promuovere il benessere del proprio Paese sotto tanti punti di vista. La mostra, allestita dal 6 maggio al Museo Diocesano e organizzata in collaborazione con il Seminario Vescovile di Molfetta, è rimasta aperta al pubblico sino al 12 maggio, data in cui si sono tirate le somme dell’iniziativa, che ha indetto anche un concorso fotografico, per cui il giovane Emanuele Iasparro è stato vincitore. Tre le tematiche della mostra e del contest, l’inquinamento ambientale, la lotta per l’istruzione e l’abbattimento delle barriere etniche. Ciascun tema trattato vede in una figura particolarmente attiva il suo rappresentante: la giovane svedese Greta per l’impegno nello sviluppo sostenibile del pianeta, la pakistana che ha vinto il premio Nobel per la pace, Malala, per la sua battaglia nell’affermazione dei diritti civili, tra cui quello all’istruzione e Rosa Parks, l’eroina che nel 1955, con la sua determinazione, ha rivendicato i diritti dei neri, restando seduta sul proprio sedile dell’autobus nonostante quel posto fosse riservato ai “bianchi”. Alla conferenza finale hanno presenziato il giovane Moustapha Danfa, originario del Senegal, due giovani studenti, uno del Niger e l’altra della Guinea, le docenti e gli studenti della CPIA 1 BARI – SA Giaquinto di Molfetta rappresentate dalla prof.ssa Francesca De Virgilio e dalla prof.ssa Donatella Azzollini, e il presidente del gruppo scout Agesci Molfetta 4, dott. Ferri Cormio. «A me non è mai successa una vicenda forte come quella di Rosa Parks, non ho mai avuto, da quando sono in Italia, problemi di integrazione, eccetto uno spiacevole episodio in cui sul treno diretto a Bari, dove frequento l’università, sono stato accusato senza motivo di non avere il biglietto. Mi sono riscattato subito mostrando con fierezza il mio abbonamento, segno della mia onestà» racconta Mousta. «Per cambiare la propria vita ci vuole coraggio ma anche tanta umiltà» afferma il giovane. «Io credo nell’istruzione che può cambiare il mondo. Non ho mai mollato, non ho mai accettato passivamente la mia situazione, ho sempre sognato una vita migliore in Italia. Qui ho imparato a leggere e a scrivere, ho cominciato a studiare a capire la lingua italiana. Mi sono sempre fatta forza cercando di lasciarmi alle spalle il dolore del passato» dice la studentessa. Questi esempi di vita, che possono spronarci e non devono assolutamente demoralizzarci, sono tracce concrete delle battaglie quotidiane portate avanti a livello mondiale. Calzante l’intervento di Cormio a tal proposito: «La vicinanza degli scout all’ambiente è significativa, è indice di come basti sporcarsi le mani per fare la differenza». Ma prima ancora di sporcarsi le mani, è necessario tenere a mente che, prima di pensare per l’umanità, bisogna avere l’umanità di pensare.