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Arte e artigianato per il maggio molfettese Fidapa
15 giugno 2012

Anche quest’anno il maggio molfettese è stato impreziosito dalla collettiva d’arte e artigianato allestita nelle suggestive locations del centro storico dalla F.I.D.A.P.A. La manifestazione è avvenuta sotto l’egida della presidente Fidapa, Lidia Gagliardi, con il patrocinio del Comune di Molfetta, nelle persone del sindaco Antonio Azzollini e dell’assessore al turismo, Leo Petruzzella. A curare l’allestimento degli spazi l’Interior Designer Vanna La Martire, che si è evidenziata anche come fotografa di raffinata sensibilità. Un contributo importante sul versante grafico è stato offerto anche da Carmela de Dato Melarts Art Design. La collettiva è stata affiancata da interessanti conferenze che hanno veduto come relatori il presidente dell’Associazione “Dario Scherillo” Pasquale Scherillo (“Dario Scherillo, ventisei anni vittima innocente della criminalità organizzata), la prof.ssa Jole de Pinto (“Le donne di Puglia nel Risorgimento”), il dott. Corrado Minervini (“La presenza femminile nella numismatica”), Angela e Alessia (autrici di Inferno e Paradiso, romanzo adolescenziale presentato nell’occasione), il prof. Michele Valente (“Storie e racconti popolari nella tradizione pugliese”, con letture di Luciana de Gennaro), il prof. Saverio Binetti (“Donne pugliesi del Risorgimento”) e Giuseppina Tortora Brayda in Cozzoli (“Didattica e non solo... Proiezione del video La passione e gli affetti, curato dal prof. Saverio Binetti). Interessante e ricco di spunti originali l’allestimento della Sala dei Templari. Pina Pisani arabesca astrattamente, con padronanza tecnica e nitore immaginifico encomiabili; Maria Bonaduce si profonde in declinazioni vagamente postmoderniste e rivisita il tema della maternità con estro e perizia. Maria Avitto si concentra su tematiche quali l’attesa e un infinito che si carica di echi leopardiani, ma, come Giacoma de Ceglia, desta notevole interesse anche quando si dedica alle figurazioni paesaggistiche. Carmela De Dato appare alle prese con tendenze geometrizzanti e sembra lanciare una coraggiosa “sfida al labirinto”; Antonia Bufi spicca per l’ironia di accostamenti che rendono le sue still lifes moderne e ammiccanti. Inquietudini e variazioni interiori, non disgiunte da padronanza tecnica, nelle opere di Simona Pesca; ci colpisce particolarmente la sbarazzina produzione di Margherita Toscano, con i suoi estrosi segni zodiacali e il suo universo, popolato di femmes fatales rievocate in un’aura autoironica. Qualità che rendono il suo spazio tra i più interessanti della collettiva. Catacchio Gianfranca si distingue per il preziosismo della sua “cartapesta in arte”; Katharine L. Wright persegue una poetica di lirismo minimalista, che traluce in paesaggi solitari e in teorie di barche ormeggiate in attesa di chissà quale epifania. Elisabetta Tedeschi affida al colore il compito di squadernare il proprio mondo interiore; Maria Teresa Chiapparino ci offre una serie di volti e veli, di volta in volta maschere di solitudine e promesse di integrazione. Daniela Calfapietro ci incanta con i suoi maestosi crucci di mare, di notevole potenza visiva; Carlaina Brown si cimenta in installazioni dai titoli allusivi e non privi di humour e di gusto del paradosso. Maria Addamiano opta per un interrelarsi di scultura e pittura: il suo risveglio è dominato dalla volontà di alleggerirsi delle zavorre per librarsi in volo; il tema è approfondito nelle due tele di soggetto inusitato per l’autrice. Si tratta di trionfi di azzurro, viola e giallo sullo sfondo di uno spazio infinito, intrisi di un’aura di poetico misticismo. Marisa Carabellese ci trasporta in una dimensione altra con la sua melanconica rêverie e affronta il tema della mareggiata, traducendolo in un vigoroso sconquasso di cielo e gabbiani, che però tradisce la fiducia, anche nell’apparente vittoria del caos, in una trascendenza che salvi dall’abisso (l’opera presenta, infatti, una sua peculiare luminosità). La Chiesa della Morte ha, al contrario, ospitato le creazioni fotografiche, numerose riconducibili ai membri dell’associazione Nino Cascarano. A esporre sono stati gli artisti Mino Altomare, Francesco Amato, Corrado Brattoli, Carmela de Dato, Claudia de Robertis, Lorenzo de Trizio, Ruggiero de Virgilio, Massimiliano Ferrareis, Erminia Fregnan, Mauro Germinario, Vanna La Martire, Donato Marzano, Roberto Pappagallo e Maria Patruno. Notevole il fascino degli scatti proposti, molteplici appaiono le tematiche; un elemento comune potrebbe ritenersi una sorta di neoromantico “senso d’ali”, che si traduce nel perdersi all’infinito, quasi rincorrendosi nell’ultimo orizzonte, dei binari di Ruggiero de Virgilio o nella poesia della quotidianità di pescatori e paesaggi della nostra città, trasfigurati dal bianco e nero di Mauro Germinario. Nell’umanizzazione di tronchi d’ulivo, vibranti d’echi segreti (Mino Altomare); in crepuscoli carichi di dolce melanconia (Carmela de Dato); nel mondo arcano, fatto di preclusioni e riverberi, della Fregnan; nell’originale sguardo di un Brattoli o di un Marzano. Infine, lo “Spazio aperto all’arte”, che, con le creazioni artigianali, diviene un delizioso angolo delle meraviglie. Un bazar dove le più svariate fantasie si traducono in materia e brillano di luce propria. Quest’anno, i prodotti esposti spaziano dai pregevoli quadri a ‘mezzopunto’ o a specchio (pregevoli) alle borsette, dalle estrose cornici agli album fotografici artigianali, dai bracciali ai foulards, dalle collane ad altri monili capaci di abbinare fantasia nell’ideazione e precisione nell’esecuzione. Ad abbellire questa sezione della collettiva Giusy Caputi, Maria Paola, Davide e Sara de Biase, Effe per Particolari, Michela Facchini, Rosa Farallo, Luisa Farinola, Le idee di Lidia (Lidia Amato), Giovanna Mezzina, Tina Pisani, Alessandra Rotondella, Mariella Scardigno, Sylwia Sokolowska, Gaia Spagnoletti, Anna Maria Stoia, e ancora Marta Grossano, Emma de Robertis, le creazioni di Elena, Betti Minervini, Elisabetta Samarelli. Insomma, ancora una volta il maggio molfettese fidapino si dimostra fucina di talenti e vetrina di eccezione per la Molfetta che ama l’arte, donando ali a un sogno meraviglioso di creatività.

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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