Approvato il Piano sociale di zona a Molfetta. Il commento dell’ex sindaco Paola Natalicchio
MOLFETTA – Il consiglio comunale di Molfetta ha approvato i "documenti di partenza" che danno il via al quarto Piano Sociale di Zona 2018/2020.
Anche l’opposizione di sinistra ha votato a favore, come spiega l’ex sindaco Paola Natalicchio: «Abbiamo votato a favore, pur facendo parte della minoranza, e voglio spiegare nel dettaglio perché. Siamo al completamento e al coronamento di un ciclo di politiche che possiamo dire di aver pensato, elaborato, disegnato, promosso nella stagione 2013-2016. Si raccolgono i frutti di un lavoro intenso, appassionato, metodico, competente e coraggioso, guidato dal mio vicesindaco Bepi Maralfa con una dedizione francamente senza precedenti. Una vera e propria riforma del welfare molfettese, che ha provato ad avviare un nuovo ciclo di politiche sicuramente incompleto, imperfetto, embrionale ma da cui é difficile tornare indietro.
Siamo partiti dalla riforma della macchina amministrativa: il concorso per il dirigente di ruolo, la ristrutturazione degli spazi di Via Cifariello, l'Ufficio Casa guidato da personale competente e all'altezza (smontato da questa amministrazione), l'Ufficio Sport messo a regime (smontato da questa amministrazione), l'assunzione di nuove assistenti sociali e di nuove educatrici dell'asilo nido e la gratificazione del personale istituendo la prima Posizione Organizzativa del settore Welfare, il controllo pressante sulle gare, sui procedimenti amministrativi, sulla trasparenza e sull'anticorruzione.
Poi abbiamo lavorato sulla pulizia del bilancio comunale: abbiamo alleggerito la spesa corrente usando sempre più e meglio le risorse del piano sociale di zona, abbiamo liberato risorse per politiche di assistenza e trasformato i modelli di gestione dei centri comunali per minori e disabili, passati da appalto a concessione e gestiti con i buoni di conciliazione. Infine e soprattutto abbiamo disegnato politiche di certo non esaustive ma che hanno sforzato di essere innovative e riformatrici.
Alcuni esempi: l'apertura dello SPRAR per i rifugiati e richiedenti asilo, l'apertura del Centro Antiviolenza e della Casa dell'Affido, il nuovo appalto del Centro per le Famiglie con servizi innovativi (e ancora fermi al palo nell'attuazione) come lo sportello per famiglie omogenitoriali, la sospensione dei contributi a pioggia e le politiche di inclusione sociale attiva come i Cantieri di Servizio.
E ancora: la messa a regime del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), che prima del lavoro di Bepi era fermo a 2-3 unità e oggi ha raggiunto i 50 assistiti tra Molfetta e Giovinazzo, senza liste d'attesa. O la collaborazione con il Centro per la Salute Mentale, con le prime borse di inclusione socio lavorativa dedicate alle persone con disagio psichico già a partire dal 2014/15 (oggi confermate dal nuovo Piano Sociale di Zona) e con la collaborazione strutturata tra Comune e CSM per rafforzare i servizi psichiatrici in città, soprattutto al servizio di classi deboli e con fragilità economica. Si rilancia anche l'assistenza domiciliare per le persone con disagio psichico, anche questa misura datata 2014 con 115.000 euro. Bene che l'assessore Ottavio Balducci la rilanci e la rifinanzi, in continuità amministrativa.
E ancora: la riforma dell'assistenza specialistica disabili nelle scuole. Le risorse letteralmente raddoppiate dal 2013 al 2016. Oggi l'Amministrazione aggiunge altri 60 mila euro e questa è di certo una buona notizia, ma siamo stati noi a passare da meno di 300 mila euro a quasi 600 mila euro in tre anni e a mettere il sistema (prima illegittimamente affidato con quote sopra soglia affidate in via diretta ad associazioni generose ma non esperte) in sicurezza, a regime e a gara. E ai nostri tempi assistevamo anche gli alunni articolo 3 comma 1, i cosiddetti "medi".
Mentre oggi 42 bambini e bambine aspettano ancora risposte dai nostri servizi sociali (e spero che assessore e sindaco facciano presto e bene su questo punto: esiste una proposta delle associazioni dei genitori che va accolta subito, senza perdere un solo minuto). Il nuovo Piano Sociale di Zona, insomma, raccoglie i frutti di un lavoro di sistema che abbiamo provato a lasciare in città nel triennio di governo.
Continueremo a collaborare e a presidiarlo. Con la passione di sempre. E grazie ancora a Bepi per aver lavorato pancia a terra a tutto questo per 1.000 giorni, dall'alba al tramonto».