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Antonello Zaza: “Rifondazione Comunista potrebbe decidere di andare da sola”
04 gennaio 2006

MOLFETTA – 5.1.2006 “Stiamo ancora discutendo al nostro interno per cercare di fornire risposte adeguate alla situazione di grave imbarazzo avvertita dai nostri iscritti e simpatizzanti a seguito di quel che è emerso in occasione delle consultazioni primarie dello scorso 4 dicembre”. Rompe il silenzio in cui si era chiusa all'indomani delle primarie, Rifondazione Comunista e lo fa attraverso le parole del consigliere provinciale del partito, Antonello Zaza (nella foto), che dice la sua sul dibattito che si trascina ormai da un mese a proposito del riconoscimento politico della vittoria di Lillino Di Gioia. “Ovviamente in discussione – prosegue Zaza che, in questa fase e con i vertici del partito dimissionari, rappresenta la locale sezione di Rifondazione – non è tanto il risultato emerso dalle urne o la legittimità di questo, quanto piuttosto la legittimazione politica di quel risultato. Non si può pensare di non tener conto della percezione negativa, diffusa non solo nel nostro elettorato ma in quello di tutta la coalizione, rispetto all'esito delle urne. Per questo il mio è un invito anche agli altri partiti affinché tengano nella debita considerazione gli stati d'animo del popolo del centrosinistra che sta dimostrando in questi giorni, in molte forme, di non riconoscersi nella candidatura emersa il 4 dicembre”. Rifondazione Comunista, tuttavia, continua la fase di riflessione interna, sebbene siano ormai maturi i tempi per una decisione: “Nei primi giorni della prossima settimana chiuderemo questa vicenda in un modo o nell'altro. In questa fase non stiamo certo ragionando di ipotetiche candidature alternative, ma stiamo facendo una approfondita valutazione, a trecentosessanta gradi, su quanto è avvenuto non tralasciando neanche quegli elementi che ci inducono a ritenere che le primarie siano state pesantemente inquinate da ambienti di centrodestra e da esponenti politici che non fanno parte della nostra coalizione. Non si può ignorare una cosa del genere”. Con riferimento alla riunione dell'altra sera, convocata da Lillino Di Gioia per fare il punto della situazione con tutti i partiti del centrosinistra, Antonello Zaza aggiunge: “A quell'incontro non abbiamo preso parte perché è ancora in corso la nostra riflessione e, comunque, non siamo stati gli unici a mancare. D'altro canto ci avrebbe fatto un certo effetto partecipare ad un incontro nella sede di Lillino Di Gioia, dove sappiamo per certo che proprio nella mattina del 4 dicembre c'erano esponenti del centrodestra che si adoperavano per portare voti al candidato dei movimenti centristi”. Ma è ancora sulla legittimazione del risultato che il capogruppo in consiglio provinciale di Rifondazione Comunista torna a battere: “Tutti i cittadini si rendono conto che queste primarie piuttosto che una festa si sono trasformate in un funerale, perché evidentemente gli stessi elettori di centrosinistra non riconoscono quel risultato, a prescindere da quello che possono decidere di fare le forze politiche. E certo non si può accusare noi di non voler rispettare i patti: perché dovremmo essere fedeli ad un patto che lo stesso candidato ha evidentemente infranto?”. Sulle prospettive del progetto della Sinistra Unita che vedeva i quattro partiti di sinistra sostenere insieme, in occasione delle primarie, la candidatura di Mino Salvemini, il rappresentante di Rifondazione è chiaro: “Nel momento in cui i Ds, a pochissimi giorni dalle primarie, hanno deciso di sostenere una posizione autonoma e non concordata tra di noi, è evidente che quel progetto ha subito una pesante battuta di arresto. A noi non resta altro che prendere atto della posizione assunta dai Ds e registrare che quel progetto è accantonato”. Sulle prospettive Zaza non si sbottona: “Stiamo ancora cercando di capire, al nostro interno, quale possa essere la soluzione ottimale e questa riflessione terrà conto di tutto, anche della necessità che l'Unione faccia valutazioni comuni ed esca con un'unica posizione. Ma questo non sarà l'unico elemento da prendere in considerazione, ce ne sono molti altri, primo fra tutti il rispetto del sentimento diffuso tra i nostri elettori e militanti. Per questo dico che al momento tutte le ipotesi sono sul tappeto, anche quella di rompere con Lillino Di Gioia e presentare un nostro candidato”. Giulio Calvani
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Le vittorie hanno tanti padri, le sconfitte nessuno; eppure, i gruppi dirigenti dei partiti del centro-sinistra ostili al Di Gioia come pure gli iscritti dei medesimi -è forse stato impedito loro di esprimersi quando andavano maturando le candidature per le primarie?- hanno concorso a preparare una sorta di imboscata politica per l'intera Unione. Già prima del 4 dicembre vi era una situazione paradossale: i DS e la Margherita, che fra poco convoleranno a nozze, presentano tre candidati, due ufficiali e uno ufficioso, mentre un altro esponente della sinistra, Copertino, rompendo con Rifondazione va per la propria strada. Quali criteri politici abbiano informato scelte così disennate, è veramente un mistero. Abbiamo sbagliato tutti a non fermare questa specie di treno impazzito: in vario modo e ognuno per la propria parte, anche da semplici spettatori, -forse che i dirigenti politici vengono decisi dal padreterno?- siamo responsabili di un risultato che non appaga le speranze di cambiamento di tutta l'Unione: Lillino Di Gioia, uomo capace, competente e, fino a prova contraria, corretto nella gestione del dopo-voto, è alieno dalla cultura e dalla passione politica di un Percorso, della base dei DS, dei comunisti ortodossi e alternativi, dei Socialisti che hanno sempre condiviso la passione politica nella sinistra, di tutti coloro che hanno creduto alla politica come un servizio reso e non come una scalata alle carriere politiche. Certamente i patti vanno rispettati, ma è inutile far riferimento a ipotetiche discipline di partito -non siamo più al Partito Comunista degli anni '50 che faceva ingoiare ai propri iscritti fatti mostruosi come l'invasione dell'Ungheria, appunto per disciplina di partito-; oggi chi si interessa di politica, ragiona con la propria testa; invitare quindi a votare per Di Gioia turandosi il naso, politicamente parlando, è assolutamente inutile. La frittata è stata già fatta: l'esito delle primarie ha gìà posto una pesante ipoteca negativa sulle prossime elezioni amministrative; ragion per cui, apprezzando e rendendo profonda solidarietà ai dirigenti di Rifondazione dimissionari -mi pare gli unici a non averci poi ripensato- occorre oggi metter mano con serietà al dopo primarie, anche scontando un difficilissimo percorso solitario. Perchè un partito dovrebbe suicidarsi, per tener fede a un patto fortemente inquinato da rivalità personali -forse che queste non hanno avuto un ruolo nel partorire le candidature contrapposte Altomare-Salvemini all'interno del gruppo dirigente del futuro Partito Democratico? Rifondazione ha/è il futuro della Sinistra prossima ventura: è dovrebbe ricominciare dal Di Gioia? Non ci sono, seppur decisive, soltanto le prossime elezioni amministrative di Molfetta, vi è un intenso periodo di costruzione-ricostruzione della lotta politica locale e nazionale, certo all'interno dell'Unione ma che può anche mettere in conto qualche sconfitta. D'altra parte -chiedo- quanta base di Rifondazione, Comunisti Italiani, Margherita, Ds -e la progressione delle sigle non è casuale- soggiacerebbe all'ordine di improbabili segreterie di partito di votare il Di Gioia; segreterie le quali, dopo l'impresentabile spettacolo politico offerto alla città, dovrebbero dare prova di maggiore umiltà. E' bene che Rifondazione pensi al proprio destino politico -ci sono forse alternative?- riannodando rapporti, vicinanze politiche, contiguità di sentimenti, di passioni, di lealtà prsonali. Guardate che i nostri compagni di percorso -diciamocelo alla luce del sole perchè "la verità è sempre rivoluzionaria"- qualche scheletro nell'armadio, e più d'uno, ve l'hanno. Con affetto. Santè
Rispondo al Sig. Silvio Salvemini. Innanzitutto la ringrazio per l'attenzione, perché vedo che è attento lettore dei miei editoriali su “Quindici”. In quanto alle “vecchie volpi”, mi riferivo a quelle che occupano attualmente il Palazzo e che hanno mal governato. Comunque lei stesso parla di “pregiudizi” nei confronti di Lillino Di Gioia, ma, ripeto, bisognava pensarci prima, non dopo. E magari non fare le primarie. Circa l'acquisizione di una vittoria per fede, sono convinto che nulla si acquisisca per fede, ma che la coerenza in politica significhi anche credibilità. Tutto il suo discorso cade perché parte da una premessa sbagliata. Lillino non doveva esserci alle primarie, una volta accettato e una volta riconosciuto pubblicamente come sfidante - in quel famoso dibattito che lei cita e nel quale, almeno verbalmente (non vado a fare processi alle intenzioni) tutti i candidati espressero il reciproco riconoscimento e la reciproca futura collaborazione – occorre adeguarsi formando anche una squadra di governo con la partecipazione di tutti i candidati, come vado sostenendo da tempo (in trent'anni di mestiere, credo di essermi fatto una certa esperienza in materia politica). Certo, c'è il rischio di perdere, ma credo sia una probabilità minore di quella di andare alle elezioni divisi e rissosi, come dimostra la storia di questi ultimi anni. Non dimentichiamo che anche Nichi Vendola non era gradito a tutto l'elettorato (e che è stato votato da buona parte del centrodestra alle primarie, per riconoscimento degli stessi elettori, che avevano veramente organizzato truppe cammellate per un voto, che, alla fine, si è ritorto contro di loro), soprattutto a quello di centro, ma anche a buona parte della sinistra, forse in una percentuale maggiore di quella di Lillino Di Gioia. Eppure in quella circostanza tutti hanno votato Vendola, malgrado anche la sua diversità sulla quale molti, giustamente, hanno soprasseduto in vista dell'obiettivo fine alto di cacciare il centrodestra e Fitto. “La storia insegna, ma non ha scolari”, diceva giustamente Cicerone. L'obiettivo alto per il centrosinistra credo, debba essere, perciò, quello di battere il centrodestra, altrimenti si fa solo accademia e chiacchiere che non servono alla città. A questo punto il centrosinistra non avrebbe neanche il diritto a proporsi al governo della città. E il caso Bertinotti dovrebbe aver insegnato qualcosa a tutti, perché un contributo al successo di Berlusconi l'ha dato anche lui in nome di non so quale intransigenza politica (ma ora, anche Fausto, ha imparato la lezione e appoggia Prodi, anch'egli ex democristiano e non certo politico ingenuo). Infine, mi chiede lumi sulla minoranza ostile a Di Gioia. Lo deduco sia dalle opinioni espresse non solo sul sito, ma anche in giro per la città. Ma non è questo il problema. L'onere della prova, come si dice in diritto, spetta a chi contesta i numeri di Lillino, non a chi accetta, anche malvolentieri, il risultato delle primarie. Quindi quelli che contestano devono dare le prove dell'inquinamento. Questo è un modo serio e soprattutto razionale di procedere, non per sensazioni o desideri. Io aspetto ancora le prove, finché non vengono, la logica vuole che il risultato elettorale sia convalidato e accettato. Chi ha tempo da perdere, può continuare a discutere all'infinito. A me sta a cuore il destino della città, che non può aspettare che si trovi un marchingegno per invalidare le primarie salvando la faccia (questa è la verità), Molfetta attende fatti concreti non chiacchiere o accademie da salotti o da circoli pseudo politici. Felice de Sanctis

So bene che nell'editoriale "Via le volpi da palazzo" il riferimento era rivolto all'attuale giunta uscente ed è proprio per questa ragione che ho fatto il mio provocatorio accostamento. Proprio per sottolineare come l'ing. Di Gioia è da me percepito come prossimo ad una particolare concezione dell'azione politica, caratteristica più nel centro-destra che nel centro-sinistra. Il prendere parte alle primarie aveva già scatenato il mio forte disappunto, figuriamoci ora che è riuscito ad ottenerne la guida! Noto con piacere che anche Lei, direttore, conviene sulla scelta inopportuna di aver aperto le porte della coalizione a "Lillino", sebbene io e Lei abbiamo visioni differenti su come rimediare a questo imperdonabile errore! Non creda... anche a me stà particolarmente a cuore il futuro della mia città e non voglio affatto rassegnarmi alla consegna delle chiavi di palazzo a Tommaso Minervini ed ai suoi sostenitori. Sono dell'avviso che i partiti del centro-sinistra, tutti colpevoli della situazione di stallo che si è venuta a creare, debbano pagare i grossolani errori di valutazione, attraverso grandi atti di umiltà. Se continuano a mettere la testa sotto la sabbia, pensando di "mantenere i patti" senza pagare uno scotto in termini di consenso, ritengo che alle elezioni ormai prossime ricaveranno quella stessa "punizione" alla quale oggi stanno tentando affannosamente di sottrarsi (scaricandosi vicendevolmente responsabilità). La vicenda Niki Vendola va letta bene, a mio modo di vedere. L'attuale Presidente della Regione Puglia era malvisto dalle dirigenze dei partiti, ostili all'idea di avere un rappresentante della sinistra radicale per contrastare la tradizionale egemonia del centro-destra. Ogni previsione (anche di esperti navitati della politica) è stata rovesciata, tanto è vero che i boicottatori hanno valutato in Vendola un avversario poco temibile. E' stata la base a compiere il miracolo ed a sovvertire un risultato che per gli "esperti" doveva essere scontato in favore di Fitto&soci. Quella stessa base che oggi a Molfetta si tenta di manipore/indirizzare senza ascoltarla. Ritengo sia inutile continuare a fare i "frati indovini" sulle strategie più efficaci da adottare, specie se studiate all'interno delle segreterie di partito o dall'intellighentia cittadina. Le formule vincenti non esistono più! Le primarie funzionano se risvegliano gli entusiasmi di un elettorato che si riconosce in quel rappresentante, purtroppo il caso molfettese è e continuerà ad essere una triste eccezione. Mi fa specie che proprio Lei, dott. de Sanctis, trovi inutile continuare a confrontarsi su questa intricatissima vicenda. Sembra quasi che faccia un altro mestiere. La mia resta un'opinione da profano, non l'ho mai nascosto. Vedremo alle prossime elezioni comunali come andranno le cose e, se i fatti mi daranno ragione, esigo che mi si offra un caffè!!! Distinti saluti, Silvio Salvemini P.S. si prenda pure tutto il tempo necessario per pubblicare il mio commento... non voglio dare fretta.
Mi permetto di fare qualke osservazione per i non addetti a lavori sulla correttezza politica di Rifondazione Comunista in quel di Molfetta. Dopo le elezioni del 2001, amministrative e politiche, gli amici di Rif. com. si sono rinchiusi nel loro "recinto politico" tentando di allargare la propria base, attraverso delle mere operazioni di sciacallaggio nei confronti principalmente dell'elettorato dei DS nonchè degli altri partiti minori della sx (leggasi verdi e comunisti italiani). Il loro gioco, o scelta politica che dir si voglia, (a me sembra più un gioco dai colpi abbastanza bassi) è riuscito alla grande, semplicemente tenendosi in disparte dagli altri partiti molfettesi di sinistra per tre due anni ad eccezione delle ricorrenze del 25 Aprile (solo in quelle circostanza si sentivano affini agli "altri compagni"). In occasione delle elezioni provinciali hanno rimarcato la loro quota proporzionale in danno dei partiti succitati, raggiungendo un tragurdo storico di 2500 preferenze complessive. Il giochino l'hanno ritentato alle regionali, ma lì si sono dovuti arrendere al voto utile per Guglielmo Minervini che ha eroso gran parte del risultato raccolto un anno prima. Quindi fare della morale su chi c'era e su chi non c'era non mi sembra possa venire da RC che, al contrario, con il resto del centro sx non c'è mai stata. Ma i "signorini" o "signorotti" locali di RC devono finirla col giocare alla differenziazione pre-elettorale per cercare il maggior consenso possibile nel bacino elettorale della sx storica andando sempre e comunque a rovinare degli equilibri che sempre così difficilmente si riescono ad ottenere. Le primarie sono stato un "capalavoro di equilibrismo politico" che purtroppo è scoppiato in mano all'artificiere che aveva preparato quell'ordigno sulla pelle di qualcun altro ("GM"). Ora, caro Antonello, eravate convinti di ripetere il giochino praticato con Vendola, dove, le vostre truppe cammellate avevano avuto gioco facile sugli altri "sbandati". Ma ora anche gli altri hanno preso le misure delle primarie, e hanno dimostrato i reali valori in campo!!! Non dimentichiamo che Rifondazione nonostante i clamorosi successi elettorali in consiglio comunale è rappresentata da un solo consigliere comunale (abbiate l'umiltà di ricordarlo a Voi e alla Vostra mitica base). Ma questa che sembra essere una pesante requisitoria contro i RC, mi porta al contrario a dire che l'unica possibilità vincente per il centro sinistra molfettese è quella di mettersi tutti quanti insieme a lavorare senza tentare più il giochino del più furbo per rubarsi i voti reciprocamente nello stesso pallaio. Tutto ciò è inutile!!! Sono sempre e soltanto quei diecimila inutili voti che ci fanno rimanere sempre e comunque all'apposizione. Quando i dirigenti di RC l'avranno capito, e soprattutto fatto capire alla propria base, si potrà ragionare, altrimenti si cercherà di andare oltre la sinistra fino a essere buttati fuori dal Consiglio. (23 a 7 forse a qualcuno non è bastato o qualcuno dimentica i veri numeri!!!!!) Intelligenti pauca!!!!!!!!!!!! ...anche se non sono state proprio poche....

il dott. De sanctis scrive: [...] "cerco di essere coerente, razionale e soprattutto rispettoso delle regole." [...] E' indubbio che bisogna riconoscerLe coerenza caro Direttore da quando, durante la presentazione dei 4 candidati per le primarie molfettesi, dichiarò che l'elettorato di centro-sinistra avrebbe avuto solo l' "imbarazzo della scelta"! A risultato acquisito, con la vittoria dell'ing. Di Gioia, pare che gli IMBARAZZI dell'elettorato (ma soprattutto dei partiti) di centro-sinistra siano realmente esplosi: dopo e non prima. Noto che le piace citare il titolo del Suo ultimo editoriale: "pacta sunt servanda". Mi permetta di ricordarLe anche il titolo dell'editoriale, sempre di Suo pugno, pubblicato il mese precedente: "Via le volpi dal palazzo"! Saranno pure pregiudizi che non hanno fondamento, eppure sembra un'opinione diffusa in città quella di considerare l'ing. Di Gioia come una "vecchia volpe"! Dovrebbe sapere che certi "pregiudizi" sono difficili da estinguere, specie in poco tempo. il dott. De sanctis scrive: [...] "soprattutto se ci si mette a lavorare per costruire l'alternativa al centrodestra. Altrimenti Rifondazione si prenderà la responsabilità della nuova vittoria della destra."[...] La responsabilità di perdere le elezioni sono imputabili comunque a tutti i partiti del centro-sinistra, incapaci di contrastare con i loro esponenti (gli altri 3 candidati alle primarie) lo strapotere di un quarto candidato propostosi all'ultimo momento come contendente alla giuda dell'intero schieramento. Lei Direttore continua a sostenere che se la coalizione di centro-sinistra resta unita può battere il centro-destra. Non prende mai in considerazione l'ipotesi che, nonostante si presenti "unito", il centro-sinistra possa comunque perdere le elezioni in quanto alla sua guida vi è un personaggio che non desta entusiasmi nell'elettorato. E' una dimenticanza oppure l' "uniti si vince" dobbiamo prenderlo come un assioma che dobbiamo acquisire per fede? il dott. De sanctis scrive: [...] "Non si può solo e soltanto demolire, occorre anche costruire, magari turandosi il naso, come diceva Montanelli, soprattutto quando l'obiettivo è alto."[...] Quale sarebbe questo "alto obiettivo"? Non mi risponda... "battere il centro-destra"! il dott. De sanctis scrive: [...] "non si può ascoltare la piazza (una minoranza, tra l'altro)" [...] Come fa ad essere così sicuro che solo una "minoranza" si mostra ostile all'ing. Di Gioia? Lei rivendica dati, numeri, elementi concreti ad altri, ma i suoi dove sono? Si basa sui commenti e sulle lettere giunti al suo giornale, oppure si tratta di altro? Ci illumini.

Cara Paola, Caro Antonello, mi spiace non essere d'accordo con voi, ma cerco di essere coerente, razionale e soprattutto rispettoso delle regole. Torno su quanto scritto nel mio editoriale dell'ultimo numero di "Quindici" in edicola. "Pacta sunt servanda" non ci sono alibi, non ci possono essere scuse, proprio in virtù della coerenza e del rispetto delle regole che chiediamo agli altri (e questo vale anche per la vicenda Unipol, dove mi sarei aspettato maggiore chiarezza dai vertici dei Ds). Come ho già scritto, e come hanno scritto anche altri, per annullare le primarie occorrono le prove del presunto "inquinamento" che finora nessuno ha prodotto. In questo caso devo pensare che questa sia solo una scusa per non accettare il risultato delle primarie. Mi spiace che questa posizione venga proprio dal partito di Vendola. Ripeto: i verbali sono lì, tirateli fuori e dimostrate l'inquinamento, altrimenti tacere e accettare la sconfitta sarebbe più dignitoso, soprattutto se ci si mette a lavorare per costruire l'alternativa al centrodestra. Altrimenti Rifondazione si prenderà la responsabilità della nuova vittoria della destra. E non sarebbe la prima volta. Non si può solo e soltanto demolire, occorre anche costruire, magari turandosi il naso, come diceva Montanelli, soprattutto quando l'obiettivo è alto. Certo, sempre nel rispetto delle regole che vanno imposte anche al candidato sindaco Lillino Di Gioia, che si è dichiarato disponibile ad accettarle. La politica, cari amici, è anche educazione degli elettori, non si può ascoltare la piazza (una minoranza, tra l'altro) e fare i duri e puri votati al sacrificio e alla sconfitta. Da soli, tra l'altro, non si va da nessuna parte e se si vuole sconfiggere il centrodestra, occorre allearsi. Immolarsi senza motivo, non ha senso. E lasciamo perdere altre stupidaggini come quella di "baciare il rospo". Intanto, aspetto e con me tanti altri, le prove dell'inquinamento. Poi si potrà anche discutere.


Consapevole che i commenti sui siti vanno tutti presi con le pinze, circa la coerenza tra quanto si dichiara e cosa si è in realtà (Aprire un commento dicendo di essere un elettore di Rifondazione e poi sparare forte sulla sua dirigenza, è un gioco che farebbe molto comodo a qualche supporter di Lillino ad esempio). Io mettendo la mia faccia esprimo massima solidarietà ad Antonello, Gianni e tutti i dirigenti di Rifondazione con cui ho condiviso (da dirigente DS) questi mesi difficilissimi di scelte. Troppo semplice non vivendo quotidianamente i problemi delle scelte; col senno di poi fare il tiro al piccione, possibilmente in anonimato. Il sottoscritto pur non condividendo le scelte di Rifondazione, aderendo in pieno al documento dei Democratici di Sinistra, capisce benissimo il disagio e la posizione di Rifondazione e la rispetta in toto; senza erigermi a censore o salire in cattedra. Le scelte prese dalla Sinistra Unita (appoggiare Mino Salvemini e accettare Lillino Di Gioia tra i candidati alle primarie) sono state scelte sofferte e maturate dopo mesi di discussioni sui problemi e confronti con gli alleati. Devo dare atto che Rifondazione (Gianni e Antonello) hanno manifestato dal primo momento la difficoltà ad accettare Di Gioia tra i candidati e su questo argomento si è rischiato più volte la rottura tra i partiti dell'Unione. L'accettazione di Di Gioia è avvenuta da parte dei partiti di sinistra anche per rimandare indietro, un fantasma che si materializzava sempre più all'interno del centrosinistra nelle figure di Visaggio ed altri, ed è stata la "condicio sine qua non" da parte dei centristi per portare nel documento etico il paragrafo del no ai trasformisti. La sinistra unita si è battuta strenuamente per portare un candidato unico che rappresentasse tutta l'Unione ma questa proposta è stata rigettata da Margherita e Copertino, non riconoscendo questi, legittimamente, la figura di Mino Salvemini vincente; col senno di poi si può dire che si sbagliavano, ma è troppo facile. Con la figura unica credo che non ci sarebbero state nemmeno le primarie, perchè Lillino avrebbe capito (come hano dimostrato le urne), che nonostante tutta la sua potenza di fuoco sarebbe stato perdente. I DS avevano ribadito più volte negli incontri del rischio delle primarie a turno unico, proponendo la possibilità del doppio turno tra i primi due classificati, ma si sono trovati isolati su questa proposta. Si può dire col senno di poi che avevano ragione......ma a cosa serve. pertanto ora basta, rispettiamo le analisi e le decisioni dei singoli partiti; l'unica cosa che queste primarie non potranno mai far perdere, a prescindere dalle decisioni finali, è una stima personale verso il gruppo dirigente di Rifondazione (che non è formato solo da Antonello e Gianni)ed un rilievo della loro maturità politica di alto livello, mettendo a rischio anche un'alta credibilità personale che avevano acquisito per il bene di Molfetta.








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