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Anomalie all'impianto di depurazione di Molfetta
15 luglio 2014

MOLFETTA - L’impianto di depurazione di Molfetta ha registrato nelle scorse settimane più volte l’arrivo di scarichi anomali di provenienza industriale, non compatibili con il processo depurativo di acque reflue urbane.

«Da quando Aqp ci ha comunicato le prime anomalie – afferma il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio stiamo seguendo con attenzione e responsabilità una situazione che ci preoccupa. Abbiamo sollecitato la Procura e la Capitaneria a fare i controlli. Non si può mettere a rischio così la salute del nostro mare».
La Pura depurazione, società dell’acquedotto pugliese che gestisce l’impianto di contrada lago Tammone, rilevando lo scarico anomalo in entrata, ha anche effettuato alcuni prelievi.

«Il mare è una risorsa di tutti da tutelare come bene ambientale, per le attività produttive legate alla pesca e al turismo. Abbiamo chiesto ad Aqp un rapporto sul funzionamento del depuratore dal momento in cui hanno assunto la gestione e sul rispetto del cronoprogramma concordato per i lavori», aggiunge l’assessore all’ambiente Rosalba Gadaleta.

«Faremo il possibile – conclude - affinché ci sia la massima attenzione degli organi competenti in merito agli scarichi a mare su tutta la costa. Senza questa attività basilare, risulterebbero vani gli investimenti in termini di impegno delle istituzioni ed economici per la valorizzazione dell'area di Torre Calderina e del nostro litorale».

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Gran parte dell'interesse dell'ecologia si è concentrato in anni recenti sul rapporto tra l'uomo e il suo ambiente dato il continuo aumento della nostra popolazione e considerati i riflessi sempre più pesanti che l'attività dell'uomo esercita sugli ecosistemi naturali. L'analisi di questi problemi e la ricerca di metodologie per il riequilibrio dei sistemi ecologici sono compito specifico dell'”ecologia applicata”, branca complementare dell'ecologia di base o teorica, quest'ultima orientata piuttosto allo studio del funzionamento dei sistemi naturali, nell'ambito dei quali l'uomo è considerato alla stregua di tutte le altre specie viventi. L'ecologia applicata si occupa oggi prevalentemente delle alterazioni indotte dall'uomo sugli ecosistemi e sull'intera biosfera, a cominciare dal fenomeno oggi pressoché ubiquitario dell'inquinamento, ma anche delle modalità con cui prevenirle e correggerle. Poiché l'inquinamento tende a diffondersi anche a grande distanza dalle fonti di emissione e assume sempre più una dimensione planetaria, l'ecologia globale, specializzata nello studio di problemi ambientali di vastissimo raggio come l'effetto serra, le deposizioni acide, la rarefazione dello strato d'ozono, la deforestazione, ecc. Di interesse planetario è anche il problema del rapporto tra attività umana e disponibilità di risorse energetiche per la moderna tecnologia, problema che si connette con quello del controllo della popolazione e dei consumi e con l'esigenza di affinare la tecnologia per un impiego più efficiente dell'energia. Recenti specializzazioni dell'ecologia applicata sono la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la valutazione del ciclo di vita (LCA, dall'inglese Life Cycle Assesment), che, attraverso l'impiego di indicatori ecologici, cercano di prevedere gli effetti che le opere e le attività umane (nel caso della VIA) e i prodotti e i servizi (nel caso della LCA) possono determinare sugli ecosistemi coinvolti, al fine di correggere i progetti delle opere e dei prodotti, e dare indicazioni sulle modalità più opportune per lo loro gestione e rendendoli così ecologicamente compatibili o più “eco-efficienti”. Altri temi applicativi sono il recupero degli ecosistemi alterati attraverso biotecnologie efficaci (dal risanamento di laghi e lagune eutrofizzati al ripristino di luoghi e territori devastati o contaminati da interventi umani sconsiderati) e la messa a punto dei migliori programmi di gestione per la conservazione di ecosistemi di elevato valore naturalistico (conservazione della natura).


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