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Anno 1° dell'era Tommaso, poco “governo a rete” ma tanta “stabilità” Nominati altri quattro assessori, primi screzi tra Pino Amato e il sindaco
15 luglio 2002

“Governo a rete “ e “stabilità” sono stati gli slogan elettorali vincenti del sindaco Tommaso Minervini e si presume anche le linee guide dell'azione amministrativa della sua maggiorana di centrodestra, alla guida della città da 13 mesi. Il fantomatico “governo a rete” per ora si è solo dimostrato un indovinato spot. Infatti, non è ancora chiara l'idea di città che hanno in mente il sindaco e i decantati influenti referenti regionali, nazionali ed europei, giacché la Provincia non è stata mai menzionata dallo stesso sindaco, quindi fuori della rete. Del senatore Antonio Azzollini e della sua stravagante idea di zona franca per Molfetta si sono perse le tracce. Eppure i molfettesi sono ansiosi di sapere cosa il senatore stia elaborando per Molfetta, perché se quando era all'opposizione ha fatto piovere, dice lui, nella nostra città una dozzina di miliardi per alcune opere (restauro del Duomo e completamento della diga foranea), figuriamoci quanti miliardi anzi milioni di euro arriveranno ora che ricopre l'incarico di presidente della commissione al Bilancio del Senato. Per ora non abbiamo visto nulla, ma abbiamo pazienza. Dalla Regione, altro nodo strategico della “rete”, non è arrivata nessuna indicazione sul futuro del porto, del Preventorio, dell'ospedale, della Zona Asi, del Patto territoriale. Insomma se mai esiste questa “rete”, Molfetta non è per niente un nodo autonomo, anzi nei corridoi della Regione, alcuni preferiscono che la nostra città rimanga marginale, che non si allarghi. Certo qualcosa prima o poi dovrà arrivare dalla Regione. Più attivo il sindaco invece sul fronte della “stabilità”. Il primo cittadino conoscendo le sensibilità forti e deboli degli uomini della sua variegata maggioranza, tenta l'aggregazione garantendo “visibilità”, per usare una parola “potabile”. Bisogna riconoscergli una forte dose di coerenza, perché è proprio nella condivisione delle scelte con relative distribuzioni di poltrone e incarichi più o meno prestigiosi, che sta il patto e il vincolo elettorale dei nuovi signori della politica locale. E i progetti per la città? Tranquilli si direbbe, tanto sono stati confezionati belli e pronti dal centrosinistra, il centrodestra non deve fare altro che occupare, gestire e incassare le benemerenze. Questo stile di governo ha prodotto finora 8 consulenti, quasi una giunta ombra, e 10 assessori, una compagine più quantitativa che qualitativa, inevitabile per il numero di pretendenti legittimati dal sorprendente responso elettorale. Si sa che nelle scelte quantitative l'unico peso specifico è il consenso elettorale individuale e del gruppo di appartenenza. La risultante non può che essere una diffusa mediocrità e, come in ogni squadra mediocre, chi ha una minima preparazione di base, come il sindaco, fa la figura del fuoriclasse. Anche nell'allargamento della Giunta a 10 assessori sono state seguite queste logiche. Quattro nuovi assessori funzionali non tanto all'azione amministrativa, quanto necessari alla suddetta “stabilità”. Le nomine di Sergio Azzollini (Molfetta che vogliamo) allo Sport e Francesco Nappi (Italia dei valori) all'Agricoltura e Pesca non sorprendono. I due non hanno fatto altro che incassare quanto dovuto per aver contribuito a mandare a casa Guglielmo Minervini. Una nomina inusuale è quella di Luigi Panunzio, quota Cdu, con delega all'Ambiente, che con disinvoltura ha smesso la giacca di dirigente comunale per indossare quella del “signor Minuto”. Così ora la famiglia Minuto oltre ad annoverare qualche dipendente comunale, eleva il suo rango con la presenza anche in Giunta, con appunto il “signor Minuto”, marito della consigliera del Cdu Carmela Minuto. Roba da municipio sudamericano. Questa nomina solleva anche una questione etica. Il dott. Panunzio è un dirigente comunale e come tale è tenuto a mettere a disposizione degli amministratori di turno conoscenze tecniche e competenze professionali. Anche se per fare l'assessore si è messo in aspettativa, con questo atto il “signor Minuto” ha minato la propria credibilità di funzionario pubblico indipendente ed imparziale. A questo punto ci chiediamo quale credibilità potrà rivendicare il “Signor Minuto”? Unica novità è l'arrivo in giunta di una rappresentante dell'altra metà del cielo molfettese la graziosa Maria Mezzina, sponsorizzata dal consigliere Angione (Città per tutti), con la delega alle Risorse Tecnologiche. Cosa significhi questa delega e sulle conoscenze e competenze della neoassessora in questa materia (è laureata in Scienze biologiche) è tutto da verificare, al limite o come al solito si potrebbe sempre nominare qualche consulente. Vogliamo sperare che questa giovane donna apporti una ventata di freschezza e una linfa benefica in un ambiente che trabocca di cinismo maschile. In caso contrario farà la parte della bella statuina tanto per accontentare il relativo sponsor politico e far dire al sindaco di avere una donna in Giunta. Con quest'ultima sfornata di nomine sembrerebbe che tutti i partiti siano soddisfatti, secondo i bene informati, i malumori cominciano a prendere piede. La nomina ad assessore del marito della consigliera Minuto non è andata giù a Pino Amato che era pronto a far affiggere un città un manifesto pubblico di dissenso, ma è stato fermato solo dalla minaccia del sindaco di metterlo fuori dalla maggioranza. Anche Alleanza Nazionale ha dovuto ingoiare il rospo e frenare ogni velleità di un altro assessorato. La destra della coalizione si sente sottostimata perché il Polo, pur rappresentando il 78% della coalizione, conta 5 assessori contro i 5 più il sindaco della compagine del progetto civico iniziale. Ma la resa dei conti è solo rinviata. Qualche consigliere, raccogliendo gli umori del popolo di destra, parla già di verifica politica e addirittura di rimpasto in Giunta. Se questo mal di pancia avrà un seguito, a gennaio ci potrebbero esserci delle novità. Francesco del Rosso
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