Annalisa Altomare (Pd) folgorata sulla via di Tammacco
Riprende a tenere due piedi in una scarpa la consigliera del Pd Annalisa Altomare, dissidente con il suo partito e insofferente alla sua disciplina, in eterno contrasto personale con l’amministrazione comunale e col sindaco Paola Natalicchio. L’ultima trovata, o giravolta che dir si voglia (come sottolineiamo ironicamente nella vignetta di Michelangelo Manente) è quella di autosospendersi dal partito per formare un nuovo gruppo consiliare, formato da tre membri, autonomo e non “più organico all’amministrazione di Paola Natalicchio” (ma non determinante ai fini della maggioranza di centrosinistra che resta compatta, con un margine di voti più che sufficiente per governare, ndr), che voterà favorevolmente di volta in volta solo i provvedimenti ritenuti in linea con quanto promesso agli elettori nel 2013: è Dc, Democrazia è Cambiamento (già nel nome, un suggestivo messaggio dal passato, mutuato, ma in contrasto con Democrazia è Partecipazione della sinistra di Guglielmo Minervini), il nuovo movimento guidato da Annalisa Altomare e presentato presso lo Sporting Club davanti ai simpatizzanti e amici di una vita e a molti pezzi importanti della destra cittadina. L’ex sindaco di Molfetta ha così confermato lo scoop esclusivo di “Quindici” che, qualche giorno prima della conferenza stampa dell’Altomare, ha tirato fuori un documento (ignoto anche al segretario del Pd Piero de Nicolo, che lo ha scaricato da “Quindici on line”, com’egli stesso ha ammesso), datato 15 ottobre 2015. Ecco il testo del documento: «Non è tempo di esitare! Consideriamo che risulta ormai inderogabile fare chiarezza sulla necessità di una vera azione propositiva programmatica e sull’avvio di una iniziativa politica del Pd sulle scarse concrete realizzazioni dell’Amministrazione Comunale che genera malcontento nell’opinione pubblica, ribadendo la condivisione dei principi statutari del Pd, osserviamo che ormai la dirigenza locale del circolo Pd non assicura la collegialità delle scelte e nei fatti risulta disattesa la mozione congressuale che ha portato alla elezione del Segretario Cittadino. Rileviamo la scarsa incidenza del Pd sulle scelte dell’Amministrazione e la esclusione della base del partito e del gruppo consiliare nella sua collegialità dal percorso di formazione delle decisioni strategiche per il futuro della città. Non risulta ancora organizzata la conferenza programmatica cittadina più volte annunciata dal Segretario di Circolo. E’ indicativo che il gruppo consiliare da circa 2 mesi non abbia un capogruppo. Pertanto i sottoscritti consiglieri comunali Sergio de Pinto e Annalisa Altomare si autosospendono dal Gruppo Consiliare del Pd di Molfetta e stabiliscono di raccordarsi con la consigliera Lia de Ceglia (che sottoscrive per assenso) per l’attività da svolgere in Consiglio Comunale. Attestano la loro collocazione nell’ambito del centrosinistra con riferimento alle sue massime espressioni del Segretario Nazionale Pd Matteo Renzi e del Segretario Regionale Pd Michele Emiliano. Valuteranno il merito dei singoli provvedimenti amministrativi proposti al Consiglio comunale di Molfetta per l’eventuale approvazione. Molfetta, 15 ottobre 2015». Con questo bluff l’Altomare ritiene di poter restare nel Pd, pur votando contro l’amministrazione di centrosinistra che sostiene il sindaco Paola Natalicchio e che lei vuole mandare a casa. Ci siamo chiesti più volte per conto di quale lobby agisca l’Altomare, che fa l’opposizione alla sua stessa maggioranza? In pratica, dopo aver criticato il consigliere regionale del Pd Guglielmo Minervini, per la sua scelta di candidarsi nella lista di Nichi Vendola, Annalisa si comporta allo stesso modo (più volte è andata contro la linea del Pd), ma non ha il coraggio di dimettersi dal partito e così escogita questa alchimia politica degna della prima repubblica, anzi della peggiore Dc, per evitare l’espulsione dal partito. Non sappiamo quanto il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, segretario regionale del partito condivida questa scelta poco trasparente, che serve a creare fibrillazione nel Pd locale, soprattutto dopo che lo stesso Emiliano ha partecipato ad una iniziativa politica del consigliere di Forza Italia Saverio Tammacco che lo ha sostenuto alle regionali, in cambio di qualche presidenza, anche di secondo piano, che sembra gli sia stata promessa. E con questi transfughi del centrodestra che Annalisa, già proveniente da Forza Italia, folgorata sulla via di Tammacco con loro vuole dialogare, come “Quindici” ha già anticipato da tempo, per far cadere il centrosinistra e portare ad un governo destrocentrico, contro la volontà degli elettori. All’origine della nuova azione politica dell’Altomare ci sono le critiche all’amministrazione di centrosinistra, guidata da Paola Natalicchio, di cui la consigliera del Pd fa parte e nella quale appare isolata, di qui le critiche di immobilismo e confusione operativa, alle quali si sono aggiunte divergenze sempre più ampie con la segreteria cittadina del Partito Democratico retta dall’avv. Piero de Nicolo, al quale non ha risparmiato critiche. Insomma dissenso completo dal Pd e dall’amministrazione comunale. “Il congresso che ha eletto l’attuale segreteria ha approvato una mozione che prevedeva una seria verifica politico-amministrativa dell’operato dell’amministrazione e un suo rilancio, un cambiamento di rotta. Invece ciò – a parere di Annalisa Altomare - non è accaduto: la verifica non è partita, scendono il vice segretario nazionale e provinciale e tutto deve rientrare con un conseguente stravolgimento del rapporto di deleghe, con uno livellamento in basso della capacità amministrativa e della presenza in giunta del Pd a cui è stata distratta la delega al porto” ha spiegato ancora la consigliera, ormai dissidente, del Pd che ha aggiunto: “in modo pressante abbiamo posto in queste settimane al segretario cittadino del Pd la questione del recupero di una collegialità delle decisioni del partito, un maggiore coinvolgimento della base e l’elaborazione di una linea operativa chiara sui singoli problemi. Il partito invece non è riuscito in tutto ciò: basti dire che nemmeno il piano triennale delle opere è passato dalla sua approvazione. Di fatto il circolo cittadino del Pd è appiattito sulle posizioni dell’amministrazione e ogni sua rappresentanza ha una funzione assolutamente autoreferenziale”. Non sono mancate frecciate avvelenate indirizzate al segretario Piero de Nicolo: “il ritiro della delega di Serena La Ghezza è stata strumentale a una certa parte del Pd per acquisire un altro assessore e quelli che da domani ci chiameranno incoerenti pensino che noi siamo dal 2012 al fianco di Michele Emiliano, avendone sostenuto la sua candidatura alla Regione dal primo momento. Qualcuno (Piero de Nicolo, ndr) ha invece preferito sostenere altri candidati alle Primarie (Guglielmo Minervini, ndr) per poi convergere serenamente su Emiliano. Il segretario non ci ha dato la possibilità di fare sintesi. Oggi scegliamo una strada rigorosa, difficile, non comune”. In sala molti uomini del centrodestra, a conferma della giravolta politica anticipata da “Quindici”, da personaggi vicini al senatore Azzollini i consiglieri Mariano Caputo e Antonello Pisani, Robert Amato (Udc): la destra cittadina ha seguito interessata la serata cercando di scrutare possibili segnali di un grande asse che raccolga tutti i “moderati” cittadini magari con la benedizione di Antonio Azzollini. Un’asse al quale ha fatto chiaramente riferimento lo stesso Mariano Caputo che prendendo la parola ha chiesto alla consigliera Altomare se questa sia disposta al dialogo con altre forze politiche (“dobbiamo abbandonare le etichette destra e sinistra e parlare di azioni concrete per la città indipendentemente da dove vengono. Sarete pronti a firmare con l’opposizione ordini del giorno in comune?” ha chiesto il consigliere di centrodestra). L’Altomare ha risposto: “saremo molto attenti a non essere strumentalizzati da chicchessia. Valuteremo sulla possibilità di un’azione di un movimento civico ma oggi l’obbiettivo è quello di riportare il dibattito in consiglio comunale e lì tentare di trovare la sintesi. Vogliamo cambiare, non possiamo andare avanti con gli schemi di una volta. Ci porremo all’ascolto di tutti ma noi adesso non dobbiamo creare alleanze ma lavorare per la città”. Chiarita anche quale sarà la posizione del neonato gruppo in consiglio comunale: “se ci sono provvedimenti che non condivideremo noi non li voteremo. Non abbiamo una opposizione preconcetta, analizzeremo ogni singolo provvedimento e avanzeremo le nostre proposte. Se non saranno accolte saremo conseguenti. Non faremo i soldatini di nessuno. Andremo in consiglio comunale ridotto a una appendice secondaria dall’attuale amministrazione. Siamo stati eletti sulla base di un obbiettivo concreto e lanciamo una sfida sui problemi”. Su input di una domanda di “Quindici”, il dott. Sergio De Pinto ha chiarito di non essere iscritto al Pd e di non aver intenzione di tesserarsi mentre Lia de Ceglia (nella foto: De Ceglia, Altomare, De Pinto) ha spiegato di aver richiesto la tessera senza ottenere alcuna risposta. Il movimento organizzerà una conferenza programmatica aperta alla città nei giorni 26 e 27 novembre (in concorrenza con quella del Pd?). Intanto resta da capire quale sarà la risposta del partito democratico molfettese che adesso vede la sua compagine in consiglio comunale ridimensionarsi. Saranno previsti provvedimenti nei confronti Annalisa Altomare, come già avvenuto per Guglielmo Minervini (i casi sono simili)? Il segretario provinciale del Pd Ubaldo Pagano fa sapere che nel partito non è contemplato l’istituto dell’autosospensione e che se Annalisa Altomare vorrà ritesserarsi dovrà ritirare l’autosospensione e rientrare nel gruppo. Una parziale risposta forse l’ha data in conferenza stampa la stessa Altomare: “io sono del Pd. Qualora ci dovesse essere una consultazione nazionale noi stiamo nella linea di Renzi e Emiliano. Se si tratta di indossare le casacca noi ne indossiamo una e una sola: è quella bianco-rossa, della città di Molfetta”. In pratica, è già fuori del partito.