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Annalisa Altomare: il Pd ambivalente, il sindaco confuso. Lavorare per un’alternativa
15 ottobre 2020

Conclusa la tornata elettorale per il rinnovo del consiglio regionale e l’elezione del presidente, Quindici ha voluto incontrare Annalisa Altomare per raccogliere un suo commento sull’esito delle consultazioni e sulle prospettive politico-amministrative per la nostra città. In un comunicato stampa diffuso all’indomani delle elezioni, la dottoressa Altomare, che, candidata nello schieramento di centrosinistra con la lista “Senso civico – un nuovo ulivo per la Puglia”, ha ottenuto 1.338 voti, di cui 998 nella nostra città, ha dichiarato: «la città ha scelto Emiliano, ha puntato sulla buona politica, ha deciso di non tornare indietro». Una valutazione confermata anche nell’intervista rilasciata al nostro giornale: «Molfetta ha dimostrato di dare più consenso a Michele Emiliano – ha affermato Annalisa Altomare – Il centrosinistra unito vince. Il centrodestra aveva il contributo del sen. Azzollini, il contributo del sindaco, di venti consiglieri e di quasi tutti gli assessori, il rappresentante della Lega ha collegamenti importanti su Molfetta, la città ha scelto, in maniera incontrovertibile, il presidente sostenuto dal centrosinistra. E questo non si può spiegare con il “voto incrociato”, che non si è verificato. C’è stato un “sentire” da parte di Molfetta verso Michele Emiliano e il fatto che ciascuno di noi ha dato il massimo per sostenere il presidente». Un commento sul risultato della candidata Altomare? «Mi sento gratificata da ogni espressione di consenso nei miei confronti e mi sento impegnata da questa espressione di consenso. La politica è fatta di percorsi lineari e questo io ho letto nel consenso che si è rivolto anche, sottolineo anche, nei confronti della mia persona». Avere tre candidati di centrosinistra ha pregiudicato la possibilità di avere un rappresentante nella maggioranza in Consiglio regionale? «Non è stata una scelta, ma è dipeso dal fatto che il centrosinistra non dialoga. Per convergere su un candidato bisognava confrontarsi per tempo. Avere avuto più candidati consiglieri è il risultato del fatto che non si parli e che non si riesca a darsi un obiettivo comune, come dimostra anche il fatto che quindici giorni dopo le elezioni, i partiti più o meno organizzati che hanno sostenuto Emiliano nelle elezioni, coloro che hanno convogliato consensi su Emiliano non abbiano un tavolo su cui confrontarsi e sul quale fare analisi e tracciare prospettive. La politica è la capacità di fare mediazione e di mettere d’accordo le persone su obiettivi. L’elettorato ha impegnato il centrosinistra molfettese a darsi degli obiettivi, insieme, con il coinvolgimento di tutti, e a raggiungerli». Quali scenari politici per i prossimi mesi a Molfetta? «Eleggere Emiliano, contribuire alla sua elezione in maniera così importante, è stata una grande soddisfazione. Oggi a Molfetta la buona politica si deve riunire. Non si è ancora aperto un tavolo del centrosinistra, qualcuno che può essere stato più legittimato dal consenso quella iniziativa ancora non l’ha presa. Nella politica i tempi fanno la differenza, nel senso che non bisogna indugiare. Bisogna cominciare a parlare, a confrontarsi, anche perché mettere d’accordo le persone è un’arte molto difficile. È molto più facile muoversi da soli, ma a muoversi da soli non si va da nessuna parte. Questo è il mio pensiero. Mi pare di aver dimostrato per nove mesi una linea chiara e indefettibile di campagna elettorale, impostata su contenuti, su senso della comunità, su un dialogo pacifico, fuori da violenze, fuori da strumentalizzazioni di attività, quindi impostata fortemente alla politica e alla costruzione di traguardi. Io ci sono, ma non in maniera acritica o in maniera supina. Io ci sono per costruire, senza umiliare ma senza tollerare umiliazioni. C’è la necessità che il PD faccia chiarezza anche se la situazione è ambivalente nelle posizioni da prendere ma noi non possiamo condizionare i percorsi che devono esser autonomi e per questo rispettati dai singoli partiti. La situazione politicoamministrativa è confusionaria. Del resto il sindaco, alcuni giorni fa, ha dichiarato a un noto quotidiano “il laboratorio di Molfetta fa ammenda degli schieramenti”: è la confusione totale. Non possiamo fare ammenda delle ideologie, degli schieramenti, perché centrosinistra e centrodestra hanno una visione completamente diversa del modo di regolare la convivenza civile. La partecipazione non è un sostantivo che orienta a destra, le politiche del lavoro, la trasparenza non sono contenuti che orientano a destra. L’elettorato ha dato, invece, un forte messaggio. Se poi vogliamo continuare a legittimare azioni borderline e a giustificare tutto con il tutto, cioè a fare della politica l’esercizio delle capriole, io non ci sto. Non è un giusto messaggio per i giovani che devono avvicinarsi alla politica e devono sentirsi “eletti”, eletti nel senso di essere alti, di poter guardare alto, mettendo le mani nel quotidiano ma di essere ispirati da valori alti che sono la linearità di comportamenti, evitare la doppia morale, farsi carico delle scelte anche quando sono faticose. Bisogna guardare avanti, bisogna tentare di raggiungere traguardi ancora più elevati. Penso che la politica molfettese stia andando da un’altra parte». Secondo Annalisa Altomare, quali sarebbero le priorità che il presidente Emiliano e il sindaco Minervini dovrebbero seguire, rispettivamente, per la Puglia e per Molfetta? «Io non devo dare consigli né all’uno né all’altro. Il presidente Emiliano è stato legittimato nel suo programma. Penso che stia andando avanti con la priorità della salute dei cittadini della regione Puglia, con la priorità della tutela del lavoro, delle iniziative nei confronti delle imprese, delle iniziative nei confronti delle fasce deboli. Non ho da dare consigli anche perché rispetto perfettamente i ruoli. Ora sono un cittadino che si sforza di pensare e di dare ispirazione alle proprie idee, di dare competenza, che vuole continuare ad impegnarsi. Per quanto riguarda Molfetta, da cittadino traggo considerazioni dai gesti amministrativi che il sindaco compie, dalle parole che lui dice. Non personalizziamo le cose. Io sono distante da una certa condotta amministrativa. Il sindaco deve fare chiarezza sull’orientamento della sua amministrazione: ha sostenuto un candidato di destra e ha sostenuto un candidato di centrodestra presidente, pur essendo stato eletto in una coalizione civica di centrosinistra. Io le mie considerazioni le ho fatte. Siamo oltre il 50% della condotta amministrativa. Si continua ad andare avanti su una linea che non è una linea, perché finalizzata esclusivamente alla raccolta dei consensi». A seconda dei ruoli che saranno determinati dai prossimi scenari politico-amministrativi, l’impegno di Annalisa Altomare in politica resterà costante? «Io sono nata nella politica altrimenti sarei una persona diversa. Le passioni non si esauriscono: la politica è la mia passione. Non c’è cosa migliore di mettere a frutto il proprio tempo che riversare le proprie energie sul proprio territorio. Io sono così non voglio cambiare, sono il risultato di tante esperienze, nel bene e nel male. Ho fatto cose buone e ho fatto errori, ma ho imparato». © Riproduzione riservata

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