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Ancora un morto sul lavoro operaio foggiano schiacciato dalla sponda del suo camion
15 maggio 2014

Morire di lavoro, in una giornata come un’altra mentre non si sta facendo nient’altro che il proprio dovere. E’ successo di nuovo e ancora una volta a Molfetta. La vittima stavolta è Pasquale Soldano di 44 anni di Torremaggiore (Foggia) rimasto presumibilmente schiacciato dalla sponda meccanica del suo camion che ha ceduto all’improvviso, mentre stava scaricando del fertilizzante che era a bordo. L’uomo, 4 figli di cui due minori, era impegnato nello scarico di 300 quintali di fertilizzanti dal proprio Tir di 18 metri, all’interno dell’azienda ILSA Mediterraneo, un’azienda di Verona che produce e vende concimi organici e organo minerali. Ancora poco chiare le dinamiche dell’incidente mortale che potrebbe chiamare in causa anche responsabilità individuali. Sono infatti partiti tre avvisi di garanzia per cooperazione in omicidio colposo, e potrebbe partirne un quarto. I destinatari dei provvedimenti giudiziari sono i due amministratori della società di Verona (che ha stabilimenti anche ad Arzignano in provincia di Vicenza e a Porto Alegre in Brasile) e il titolare dell’Azienda di autotrasporti per la quale lavorava l’operaio deceduto. A breve anche il responsabile della sicurezza dell’azienda Ilsa, potrebbe essere raggiunto da un avviso di garanzia, ma per questo si dovrà attendere il rapporto dello Spesal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro). Sulle cause della morte se ne saprà di più dopo l’autopsia disposta dal Pm Simona Merra del Tribunale di Trani, e che verrà effettuata mercoledì 14 maggio da parte del medico legale dott. Biagio Solarino. Di certo, sull’operaio sono evidenti le tracce di un trauma provocato dal colpo della sponda del camion ma non si esclude l’ipotesi di un malore dell’uomo che spiegherebbe il motivo per cui si trovava in una posizione a rischio tra la stessa sponda e la ruota del camion. Nel frattempo sono stati sequestrati il piazzale dell’azienda e il camion per i necessari accertamenti tecnici sull’apertura elettrica del meccanismo di scarico. Il sindaco Paola Natalicchio accorsa immediatamente sul luogo dell’incidente, ha ribadito ancora una volta il proprio sdegno: “Avevamo detto il 1° maggio sul palco con i sindacati che non volevamo più sentire omelie come quella ascoltata poco più di un mese fa dopo la tragedia della famiglia Rizzi di Bitonto. Sono molto turbata. La statistica è ferale. Non ci sto a fare il sindaco delle morti bianche. Non possiamo andare avanti in questo modo. Tocca spingere l’acceleratore con il rafforzamento dei controlli e delle politiche di prevenzione su cui nessuno si deve risparmiare”. Il cordoglio delle istituzioni cittadine è stato portato sul luogo dell’incidente anche dal presidente del Consiglio comunale Nicola Piergiovanni e da alcuni consiglieri di maggioranza. Roberto La Grasta del Partito Democratico non ha potuto far altro che esprimere il proprio sgomento: “aspettiamo di sapere di più sulle dinamiche dell’incidente, perché sarà importante sapere se si è trattata o meno di una fatalità. Nel frattempo mi auguro che nessuno si trasformi in esperto improvvisato. Alla famiglia non posso che dedicare una preghiera il più sentita possibile affinché cristianamente la vittima possa godere dell’eterno riposo”. Onofrio Pappagallo consigliere della lista Signora Molfetta ha dichiarato che “quanto successo è intollerabile. Abbiamo tutti noi, l’obbligo morale e politico di impedire che queste tragedie si ripetano. Ormai la nostra città è troppo spesso nelle cronache”. Dura la reazione della Cgil Bari affidata a un comunicato: “E proprio una settimana fa noi eravamo proprio lì a Molfetta in piazza insieme a Cisl e UIL a manifestare unitariamente il nostro dolore per gli effetti della mancanza di sicurezza che ancora una volta, l’ennesima, ha ucciso un altro lavoratore sempre nello stesso luogo. Questo stillicidio è inaccettabile ed è per questo che insistiamo nel chiedere con urgenza al Prefetto che convochi anche le forze sociali e non solo le istituzioni ai tavoli sulla sicurezza. Urge prendere decisioni incisive per fermare queste stragi e il sindacato può dare un contributo in termini di conoscenza del territorio oltre a fornire una valutazione tecnica sui cicli dell’intero sistema produttivo industriale dell’area metropolitana”. Allo sdegno, l’amministrazione Natalicchio ha fatto seguire subito interventi concreti: la giunta comunale ha approvato una delibera con cui avvia corsi di sicurezza sul lavoro nelle circa 400 aziende della zona industriale di Molfetta. Il progetto è stato affidato alla ditta Tecsial che aveva chiesto al Comune il partenariato. Il Comune per questi corsi non spenderà nulla, saranno gratuiti e a carico della Tecsial che li effettuerà tenendo conto della tipologia del livello di rischio delle aziende: basso, medio ed elevato. Si farà fronte in questo modo all’imperizia e alla disinformazione che hanno provocato diversi incidenti sul lavoro. A tal proposito, sarà avviato un Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro fra Asl, Spesal e Comune, per il quale è stata già tenuta una conferenza di servizi aperta ai consulenti del lavoro e ai sindacati, con i quali sarà stipulata a breve una convenzione. Infine il Comune di Molfetta avvierà un monitoraggio della sicurezza, con richiesta di dati, già inviata, agli enti preposti a tale compito come l’Inail, per conoscere il numero complessivo degli infortuni anche non mortali verificatisi nel territorio di Molfetta. Si avrà così una mappa del rischio, permettendo di mettere in atto quelle strategie necessarie ad evitare che si continuino a registrare incidenti sul lavoro.

Autore: Onofrio Bellifemine
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