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Ancora spettacoli con animali a Molfetta
17 ottobre 2015

MOLFETTA - Dopo l'inaugurazione della spiaggia per cani a cala S. Giacomo,  costata diverse migliaia di euro e poco utilizzata, la LAC Puglia registra come di recente, e precisamente a ridosso della festa patronale di Molfetta, in una nota ufficiale l'Amministrazione invitava i cittadini a non acquistare dalle bancarelle piccoli animali (tartarughe, pulcini, ed altro) perché spesso usati come giocattolo;  ebbene ci saremmo aspettati al posto di un semplice comunicato e di qualche manifesto una ordinanza che vietasse la vendita di animali di qualsiasi genere, molti dei quali, dopo pochi giorni terminano la loro esistenza in qualche contenitore dei rifiuti.

A distanza di qualche settimana la stessa Amministrazione autorizza sul suolo comunale la sosta del circo "Bellucci", circo che tra le sue esibizioni usa proprio gli animali. Ci si chiede se in questo caso tigri, elefanti, giraffe ed altro non sono oggetti e giocattoli nelle mani dell'uomo?

Le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano animali sono incompatibili con la dignità dell’animale”, si legge nella Dichiarazione universale dei diritti dell’ animale del 1978 (art.10). Eppure questa incompatibilità continua a perpetuarsi a decenni di distanza. Sono noti i casi di maltrattamento degli animali detenuti non solo al fine di “addestrarli” ad essere dei perfetti fenomeni da baraccone ma anche fatti vivere di stenti, spesso  malconci e detenuti al freddo senza cibo … In natura non vedremo mai un orso pattinare, un elefante agghindato a festa fare esercizi da equilibrista o grandi felini ubbidire ed essere docili più dei gattini. Tutto questo è diseducativo.

Non solo, molte segnalazioni riportano casi di circhi in cui ci sono animali denutriti e lasciati di notte fuori senza riparo alcuno. Sono esseri viventi e forse dopo il lavoro che svolgono, per le tasche di chi se li porta a spasso in tutta Italia, meriterebbero da questi ultimi almeno la possibilità di avere un po’ di dignità e di essere detenuti in maniera decente e dignitosa visto che nel 2015 ancora  non si riesce a porre fine a questa barbarie nei confronti degli animali. 

Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC Puglia, dichiara che la differenza tra un circense e un animale da circo è che il primo ha scelto in piena libertà di condurre tale stile di vita, come ogni uomo decide di condurre la propria, il secondo è solo costretto a farlo, ad essere il clown per il sorrisino di tanta gente che non considera minimamente la sofferenza che quegli animali subiscono prima di diventare quelle marionette che fanno solo spettacolo.

Chi ama la libertà non può amare il circo ed è uno degli spettacoli più crudeli e diseducativi del mondo. Pertanto ci saremmo aspettati dopo tanto sbandierare la tutela degli animali, che l'amministrazione Natalicchio chiudesse le porte cittadine ai circhi e alle fiere che utilizzano animali … invece ancora per il secondo anno consecutivo povere tigri "bianche", elefanti e giraffe continueranno a far ridere "l'ipocrisia" umana.

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Parte 1°. - Che vergogna, che miseria, aver detto che le bestie sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc., ecc.. Come? Quell'uccellino che fa il suo nido a semicerchio quando lo attacca a un muro, che lo fa a quarto mdi cerchio se lo mette in un angolo, e a cerchio intero intorno a un ramo, quell'uccello compie tutti i suoi atti sempre allo stesso modo? Quel cane da caccia che tu hai allevato per tre mesi non ne sa forse di più dopo quel tempo, di quanto ne sapesse prima delle tue lezioni? Quel canarino a cui tu insegni un'aria la ripete forse immediatamente? Non è forse vero che ci mette un certo tempo a impararla; e non hai osservato che talvolta egli sbaglia e si corregge? Forse è perché io ti parlo, che tu giudichi ch'io abbia il sentimento, la memoria, delle idee? Ebbene! Non ti parlerò: tu mi vedrai rinvasare con aria afflitta, cercare una carta con inquietitudine, aprire l'armadio dove mi ricordo d'averla rinchiusa, trovarla, leggerla con gioia. E tu ne deduci che io ho provato il sentimento della afflizione e quello del piacere, che ho memoria e conoscenza. Giudica dunque allo stesso modo questo cane, che non trova più il suo padrone, che lo ha cercato per tutte le vie con grida dolorose, che rincasa inquieto e agitato, sale, scende, va di stanza in stanza, trova infine nel suo studio il padrone che egli ama, e gli testimonia la propria gioia con la dolcezza del suo mugolio, coi salti e le carezze. I barbari uomini prendono questo cane che suol vincerli così facilmente nell'amicizia: lo inchiodano su una tavola, e lo sezionano vivo per mostrarti le vene mesaraiche. Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, o meccanicista, la natura ha dunque combinato in lui tutte le molle del sentimento affinchè egli non senta? Non fare più di queste balorde supposizioni. Ma i maestri di scuola mi chiedono che cos'è allora l'anima delle bestie. Io non capisco questa domanda. Un albero ha la facoltà di ricevere nelle sue fibre la linfa che vi circola, di spiegare in fogliame le proprie gemme: volete domandarmi che cos'è l'anima di quest'albero? Egli ha queste facoltà. (continua - Francoise-Marie Arouet)
Parte 2°. - E' l'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. “Le anime degli animali sono forme sostanziali”, ha detto Aristotele; e dopo di lui, la Scuola araba; e dopo quella, la Scuola Angelica, e dopo la Scuola Angelica, la Sorbona; E dopo la Sorbona, mai più nessuno. “Le anime delle bestie sono materiali”, gridano altri filosofi. E anche questi non hanno avuto più fortuna degli altri. Si è domandato loro che cos'è un'anima materiale: essi han dovuto ammettere che sarebbe una materi dotata di sensazione. Ma chi le ha conferito questa sensazione? Un'altra anima materiale che sarebbe a sua volta che dà la sensazione ad altra materia: non sono mai usciti da questo circolo. Ascoltate qualcun'altra di queste bestie che ragionano sulle bestie: “la loro anima è un essere spirituale che muore col corpo. E che prova ne avete? Che idea vi fate di questo essere spirituale che, in effetto è dotato di sentimento, di memoria, di una certa quantità di idee e di combinazioni, ma che non potrà mai arrivare a sapere ciò che saun bambino di sei anni? E su quale fondamento pensate che questo essere, che non è un corpo, muoia col corpo? Ma le bestie più grosse son stati quelli che hanno sostenuto che l'anima animale non è né corpo né spirito. Questom di è un bel sistema! Noi non possiamo intendere co0me spirito se non qualche cosa di ignoto che non è corpo: così il sistema di questi signori si riduce a questo, che l'anima delle bestie non è corpo, e neppure qualcosa che non sia un corpo. Quale può essere la causa di tanti errori così contrastanti? L'abitudine che hanno sempre avuto gli uomini, di mettersi a esaminare che mai sia una certa cosa, prima di appurare se quella tal cosa esiste. La linguetta, la valvola di un soffietto, si suol chiamare “l'anima del soffietto”. E che cos'è quest'anima? Quando io adopera questa espressione, la applico a una cosa ben definita: una membrana che fa da valvola quando io faccio funzionare il soffietto; e in tal caso l'anima non è distinta dalla cosa. mMaq chi fa funzionare il soffietto degli animali: chi li fa respirare? Ve l'ho già detto: colui che fa muovere anche gli astri. Il filosofo che dichiarò: Deus est anima brutorum, aveva ragione; ma doveva andare più in là.-


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