An rinnova il Direttivo e chiede un ruolo più politico
Bilancio di 18 mesi di governo, la destra si promuove
Il sindaco lancia l'assessore al bilancio Mauro Magarelli come successore, era una battuta, ma non per tutti.
Unità, ambizione e un pizzico d'orgoglio. Almeno nelle intenzioni, si può sintetizzare in queste parole l'adunata del popolo di destra in occasione della presentazione del Direttivo cittadino di Alleanza Nazionale. Abbiamo seguito la manifestazione, svoltasi il 25 gennaio scorso, presso la Fabbrica di San Domenico, per capire se e come l'esperienza di governo stia modificando il modo di essere di un partito, che ha nel proprio dna una cultura per 50 anni relegata ai margini delle vicende politiche della città, e che ora conta due assessori (Magarelli e Tammacco), cinque consiglieri (De Palma, Di Molfetta, De Nicolò, Giancola e Panunzio), svariati incarichi di sottogoverno. Parterre ricco per la presenza accanto al presidente locale Enzo Tatulli, dei consiglieri regionali Attanasio e Silvestris, dell'on. Amoruso, con la comparsa finale del sindaco Minervini.
All'indomani della vittoria elettorale, seguente l'exploit delle regionali, An si trovò quasi impreparata a gestire l'inaspettata elezione di ben cinque consiglieri, di cui quattro provenienti da esperienze diverse. Solo Mauro Magarelli poteva vantare una militanza nella destra che però entrò in Giunta come vicesindaco. Venne fuori un gruppo consiliare poco radicato nel partito. La contaminazione tra gli eletti e i militanti ancorati all'esperienza del Msi era tutta da costruire, tra diffidenze e tentazioni autonomiste che rischiavano di indebolire la centralità del partito. Una fase che sembra essere superata con il rinnovo del Direttivo, in cui sono presenti sia gli eletti, sia i militanti.
Nei vari interventi, i consiglieri hanno sciorinato l'elenco delle cose fatte dall'Amministrazione comunale, spesso atti di normale amministrazione, quasi a voler suggellare una promozione sul campo. Non è mancata l'autocritica: troppa gestione e poca attività politica, l'insofferenza verso le liste civiche. Frecciate anche per alcune scelte amministrative “ingoiate” più per spirito di coalizione che per convincimento, rilevate da Pasquale Panunzio che ha rilanciato un cavallo di battaglia: l'armamento della Polizia municipale, ritenuta una misura necessaria sia per dare autorevolezza ai vigili, che per contrastare con efficacia la microcriminalità invadente e sfacciata. Sono proposte che, ci auguriamo, lascino il tempo che trovano.
Sulle questioni sul tappeto le varianti al Prg, la gestione del futuro Porto, l'ospedale, tranne qualche velato accenno, non abbiamo sentito nette prese di posizione, come se fossero temi imbarazzanti da affrontare in pubblico.
Tutti però hanno espresso l'orgoglio di far parte di un partito nazionale e interclassista, con un proprio ruolo propositivo e anima critica della Casa delle Libertà, al centro come in periferia. Un partito che a Molfetta si sente in crescita, adulato nell'occasione anche dal sindaco Minervini, che intervenendo ha affermato che il patto pubblico di stabilità stilato con l'on. Amoruso e il sen. Azzollini, sta producendo una nuova classe dirigente, un laboratorio politico che sta emergendo protagonista a livello regionale e nazionale. Parole che gonfiavano i petti e qualcos'altro.
Nell'enfasi, il sindaco ha lanciato anche una battuta profetica: “Magarelli il prossimo candidato sindaco, dopo di me”. Sarà stata pure una battuta, ma da come brillava lo sguardo di Amoruso, nume tutelare di Magarelli, l'investitura sembrava lanciata. Insomma, come ogni manifestazione di partito non poteva mancare un po' di retorica autocelebrativa.
Comunque sia, l'immagine è di un partito che vuol sembrare unito, che sente di aver superato una fase di apprendistato e che aspira nella maggioranza ad un ruolo più politico e non solo numerico. Una coesione certamente cimentata dalla gestione amministrativa e dal potere che ne deriva, ma anche dal supporto degli apparati provinciale e regionale del partito, che hanno tutto l'interesse a far crescere a Molfetta un'identità di destra, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Un'identità che per ora è solo legata alla gestione dell'esistente. Forse per questo i militanti storici nell'occasione avevano affisso in bella mostra, uno striscione in cui spiccava in grande il simbolo del Msi sotto il nome del partito, quando nel logo ufficiale la “fiammella” è di dimensioni ridotte.
Un monito per ricordare a tutti, vecchi e nuovi, “chi siamo e da dove veniamo”.
Questo il nuovo Direttivo. Presidente: Vincenzo Tatulli; Vice presidente: Damiano De Palma, Tesoriere: Rino Lanza; Tesseramento: Cosimo Pappagallo; Componenti: Annamaria Brattoli, Pasquale Panunzio, Michele di Molfetta, Pasquale Giancola, Giuseppe De Nicolò, Giannantonio Mastantuoni, Giovanni Poli, Domenico Ayroldi, Piero De Nicolo.
Francesco del Rosso