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AN di Molfetta su Eluana: è stata ammazzata. Scoppia la polemica dopo la morte. Speculazioni politiche sul dolore Vergognoso commento di Giacomo Rossiello, commissario AN-PDL, sulla morte della Englaro. Assurde accuse al Capo dello Stato
09 febbraio 2009

MOLFETTA - Sul caso di Eluana, dopo la sua morte si scatena ora un'ondata di opinioni e di emozioni, condivisibili o meno. Molti, su questa vicenda, hanno fatto una speculazione politica, come il presidente del Consiglio Berlusconi, che ha utilizzato un caso doloroso per attaccare la Costituzione e il capo dello Stato Napolitano, del quale non vede l'ora di prendere il posto al Quirinale e tenta di accelerarne la caduta. A conferma delle speculazioni politiche sul dolore, ci è pervenuto questo vergognoso comunicato del circolo cittadino di Alleanza Nazionale, a firma di Giacomo Rossiello, che conferma come sia in atto una speculazione politica, che offende anche il dolore della famiglia. Lo pubblichiamo solo per dovere di cronaca e per far comprendere come si possa dividere il Paese anche su queste vicende dolorose. C'è il rischio di una deriva autoritaria e tutti i cittadini sinceramente democratici sono chiamati ad essere vigili per evitare che, cavalcando l'emozione, si possa riportare l'Italia indietro di decenni sulla strada della democrazia. Ecco il comunicato di Alleanza Nazionale che punta solo a screditare la magistratura e soprattutto il Capo dello Stato che ha agito legalmente nel rispetto di quella Costituzione di cui egli è garante e che ha condannato il fascismo. Le istituzioni vanno rispettate sempre e comunque e questo comunicato è una offesa alla verità e al presidente della Repubblica, solo per fini propagandistici e non umanitari. L'obiettivo di questo partito, la cui eredità, non dimentichiamolo, è quella della Repubblica sociale fascista, è quello di distrarre i cittadini dai veri problemi economici del Paese, che vive una situazione drammatica per la quale finora non è stato predisposto alcuno strumento, nè il governo sembra in grado di trovare soluzioni. Così l'ufficio propaganda del governo punta a far passare sotto silenzio la verità e far passare due provvedimenti vergognosi come il federalismo, che renderà il Sud sempre più emarginato e la decisione razzista (ma da ex repubblichini cosa c'è da aspettarsi) di costringere i medici a denunciare i clandestini malati. Su questi problemi rimandiamo al prossimo numero della rivista "Quindici" in edicola a fine settimana, con un editoriale del direttore che prende posizione su quello che sta avvenendo in questo momento nel Paese e che si cerca di far passare sotto silenzio, sepculando sul dolore e sull'emozione per la morte di una ragazza. "Sono le 20,10 del 9 febbraio - dice il comunicato di Alleanza nazionale di Molfetta - e tutte le agenzie di stampa e tutte le televisioni battono la stessa notizia: Eluana Englaro è morta! Non vogliamo assolutamente politicizzare la vicenda ma oggi è stata effettuata una vera e propria condanna a morte decisa con decreto in un'aula di tribunale sulla base di presunte testimonianze della stessa Eluana; ciò che scandalizza di più è che l'esistenza di una persona sia stata determinata da un magistrato che se ne è assolutamente disinteressato del Diritto alla vita. Vorremmo ricordare che il diritto alla vita è sancito dalla stessa costituzione all'ART 2 che stabilisce i diritti inviolabili dell'uomo, ed è stato disatteso dallo stesso Capo dello Stato il quale si è rifiutato di firmare il decreto d'urgenza che gli era stato presentato dal Governo per salvare la Englaro da questa barbarie. La nostra connazionale è stata fatta morire di fame e di sete, ed oggi siamo di fronte alla prima esecuzione capitale comminata da uno stato repubblicano, che nel 2007 aveva eliminato la pena di morte anche in periodi di guerra per chi eventualmente tradisse la patria. Noi non ci stiamo, Eluana non è morta ma è stata ammazzata!". Fin qui il comunicato. Il silenzio sarebbe stata la risposta migliore, proprio da parte di chi si è reso resposnabile o complice in passato di ben altri omicidi.
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Non più tardi di qualche giorno fa, commentavo l'anniversario della morte di P. Tatarella. Oggi leggiamo il commento di questo sig. Rossiello! Costui ...sembra "scandalizzato che l'esistenza di una persona sia stata determinata da un Magistrato che se ne è assolutamente disinteressato del diritto alla vita"... Vorrei per un momento scendere al livello del sig. Rossiello, in questa odiosissima polemica, per fargli sommessamente notare che non è stato UN magistrato a.."determinare il diritto alla vita"... ma i magistrati sono stati più di uno (Assise, Appello e Cassazione), più i giudici amministrativi e costituzionali. Ma non è questo il nocciolo della questione. Visto che una parte sta acriticamente mobilitando quanto di più abietto e strumentale ci possa essere per pescare nel torbido; giova fare alcune piccole considerazioni, e cioé: - La bella signora che ci mostrano le foto, non era più la povera Eluana che da diciassette anni giaceva esanime su un letto; SI, ESANIME!, vuol dire che non era in grado neanche di...grattarsi un eventuale prurito! e peggio, ammesso che provasse la sensazione di prurito, non era in grado neanche di chiedere a chi, sicuramente con amore e dedizione le stesse vicino, di farlo per lei. Il desiderio di dar pace ad un CORPO STANCO E PROBABILMENTE DEVASTATO non può essere contrabbandata per EUTANASIA!!!! - Avendo avuto un'esperienza drammatica anch'io, posso semplicemente immaginare lo strazio dei suoi cari che vedevano questo povero corpo "manipolato" (con tutto il rispetto e la cura possibile) da estranei. Che cosa pensava, ammesso che abbia un senso questo verbo, Eluana - NON ERA CERTO CONTENTA! Ma davvero qualcuno può stoltamente pensare che un padre possa desiderare la morte di un figlio? Poi veniamo all'attacco al Presidente Napolitano: che diritto ha costui di parlare in questo modo ad un Personaggio che, per statura politica, istituzionale, morale e civile regge il massimo Ufficio della Nazione. Certamente il sig. Rossiello, che almeno quanto me, non è degno neanche di stirare i pantaloni al presidente Napolitano, ha gli epigoni giusti nella figura del Premier e di alcuni membri dello schieramento al Governo. Per chiudere, ..."Noi non ci stiamo, Eluana non è morta ma è stata ammazzata!"... Una frase gelida e oscuramente minacciosa: c'é da averne paura, con tutto che la Democrazia nella nostra Nazione sembra ancora solida. L'auspicio è che il tono di oscura minaccia che si percepisce, sia una sensazione soggettiva e non intenzionale da chi l'ha scritta. Sig. Rossiello, che ne dici? Ai signori Englaro rendo deferenti e sentite condoglianze, nella certezza che la Figlia, ora più che mai sia vicino a loro.


caro rossiello,visto ke hai perso l'okkasione per tacere ti ricordo kosa significa la parola pulce: I sifonatteri (Siphonaptera), noti anche col nome comune di pulci, sono un ordine di insetti privi di ali. Sono detti anche afanitteri (Aphaniptera). Le pulci sono parassiti esterni ematofagi: si nutrono del sangue di mammiferi e uccelli. Elementi morfologici e genetici indicano che le pulci siano discendenti dei mecotteri della famiglia dei boreidi; di conseguenza, potrebbero essere riclassificate in futuro come sottordine dell'ordine Mecoptera. In passato si è a lungo ritenuto che le pulci si fossero evolute dai ditteri. Fra le specie di pulci più comuni si possono citare la Ctenocephalides felis (parassita del gatto), Ctenocephalides canis (parassita del cane), Pulex irritans (parassita dell'uomo), Nosopsyllus fasciatus e Xenopsylla cheopis (parassiti del ratto). Le pulci vengono spesso confuse con i pidocchi, anch'essi insetti atteri e parassiti dell'uomo e di molti altri mammiferi e uccelli, appartenenti all'ordine degli ftiratteri. Le pulci hanno un ciclo di vita completo che comprende le fasi di uovo, larva, pupa e adulto. La trasformazione da uovo a adulto richiede un tempo variabile da due settimane a otto mesi, in funzione delle condizioni climatiche, dalla disponibilità di cibo e dalla specie. La femmina depone circa 15-20 uova al giorno (circa 600 nell'arco della sua vita), in genere subito dopo essersi nutrita. Le uova vengono deposte sull'ospite. Possono fare da ospite un grandissimo numero di mammiferi (incluso l'uomo) e di uccelli. Le uova, deposte sulla peluria o su penne e piume, possono facilmente cadere e diffondersi nell'ambiente, specialmente nel luogo dove l'ospite si riposa, dorme o nidifica. Le uova si schiudono in un tempo comprenso fra due giorni e due settimane. Nelle abitazioni umane infestate, le larve possono trovarsi nelle crepe dei pavimenti, sotto i bordi dei tappeti, nei letti; all'aperto, la sabbia è uno degli habitat preferiti. Le larve sono cieche, e si sviluppano in un arco compreso fra una settimana e diversi mesi, passando attraverso tre stadi larvali. Non succhiano direttamente il sangue; si nutrono delle feci di pulci adulte, o frammenti di pelle, pelo o piume. La metamorfosi da pupa ad adulto avviene all'interno di un bozzolo setoso tessuto dalla larva, a cui aderiscono frammenti di peluria o altri materiali analoghi. Il processo della metamorfosi dura da cinque a quattordici giorni; le pulci adulte possono uscire subito dal bozzolo o attendere di percepire vibrazioni, pressione, calore o diossido di carbonio, tutti segnali che rivelano la potenziale presenza di una fonte di cibo. Larva di pulceLa maggior parte delle pulci passano l'inverno nella fase di larva o pupa. La "stagione delle pulci", in cui gli adulti sono attivi, è l'estate o l'inizio dell'autunno. Il numero di individui che sopravvivono all'inverno dipende dalla temperatura; il tasso di sopravvivenza è massimo negli inverni più miti. Nelle aree più calde, per esempio equatoriali e tropicali, gli adulti possono essere presenti durante tutto l'arco dell'anno. per concludere...forse sono meglio le pulci che i fascisti!!!

Dignità, vergogna, silenzio. Parole scomparse, se non dai vocabolari della lingua italiana, dall'uso comune della dialettica intellettuale e popolare. Lo spettacolo indegno offertoci dalla comunicazione mass-mediatica in questi giorni a riguardo del caso “Eluana”, sta a dimostrare come il dolore e il dramma umano di situazioni a dir poco tragiche, sono diventate anche oggetti di spettacolarizzazione di consumo quotidiano, alla mercè di spettatori sempre più curiosi e a caccia di sensazioni sempre più edonistiche e fuori ogni logica del vivere umano. Personaggi vari e di tutte le appartenenze religiose e intellettuali, si sono alternati nei vari programmi televisivi nazionali e privati, per spiegarci, senza poi farci capire niente, le loro opinioni in merito al caso “Eluana”. Abbiamo quasi sempre ascoltato grida afferrate, contrapposizioni maleducate, imposizioni violente prive di alcun rispetto per il dolore che stava consumando la famiglia Englaro. Tutti convinti di essere depositari di verità assolute, tutti convinti di essere dalla parte della ragione escludendo a priori quelle che sono le libertà di scelte di coloro i quali vivono direttamente queste realtà tragiche e dolorose, e solo ad essi spettano le decisioni del caso, indipendentemente dal fatto che agli altri piaccia o no. Non vorremmo essere nei panni del papà di Eluana, sig.Beppino. Qualora per un disegna del destino questo accadesse, vorremmo il massimo silenzio, un silenzio assoluto da parte di tutti, istituzioni e non, intellettuali e non, credenti e non, per poter ascoltare la voce del nostro cuore, della nostra coscienza, della nostra anima. Si può non essere d'accordo con le scelte considerate e prese da chi vive queste atroci realtà, ma nessuno ha il diritto di imporre le proprie personali convinzioni sia civili che religiose. Sulla vicenda Eluana bisognava, con dovuto silenzio, rispettare quelle che sono state le decisioni non facili del povero padre Beppino e accompagnarlo, sempre in silenzio, nella finale e drammatica conclusione. Quale cattiveria antropologica si nasconde nella mente umana per poter pensare che un padre abbia voluto deliberatamente uccidere la propria figlia, per liberarsi di un peso? Di un fastidio? Chi ha il diritto di sentenziare simili tragedie se non le vive personalmente? Qui non si tratta di conoscenze legislative ma, come diceva Filumena Marturana, “ conosco solo la legge del cuore “. Dai dibattiti televisivi e dagli articoli vari su quotidiani, da parte della parola involontariamente o volontariamente usata come coercizione. Socrate sfidava i suoi interlocutori, individui ordinari e uomini potenti, a esaminare le loro credenze perché voleva portarli a essere consapevoli delle loro potenzialità di giudizio e delle loro contradizioni. Vergognosa la divisione dell'opinione pubblica in due fazioni, pro e contro, come una sciatta disputa sportiva o una giostra di spettacoli rionali per divertire i vacanzieri. Vergognosi gli slogan da entrambi le parti per difendere le due posizioni ipocrite e indegne di appartenenze umane. Veri fenomeni di mixofobia spaventosi e confusionari di tipi umani e stili di vita. Questo dramma umano, meritava più rispetto e silenzio anche da parte della Chiesa (dopo aver espresso le proprie opinioni ) e dei suoi rappresentanti. Le leggi non devono dirci se e come amare, se e come credere in Dio. Lo Stato non può restare neutrale e passivo davanti a tragedie del genere, quando si discutono scelte di vita o di morte, dettate da drammi umani e sociali. L'educazione nazionale e laica, si deve scindere da quella religiosa. La fede in un Credo non può essere imposta come valore assoluto per tutti. Ho fede in quello in cui credo e rispetto tutte quelle fedi diverse dalle mie. Possiamo discutere, scambiarci opinioni e continuare a vivere, ognuno con la propria fede con responsabilità accettata e condivisa. La religiosità non è l'appartenenza ad una fede religiosa, ma vivere con dignità umana, rispetto a tutto ciò che è diverso da sé. “ AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” “NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE “ Ripartiamo da questi due principi. La vicenda di Eluana meritava rispetto con il massimo del silenzio. Drammi simili ci sono e ci saranno ancora in futuro. Lo Stato deve stuidiare la possibilità di una libera scelta, quando agli estremi si deve decidere se continuare a sperare e sognare o spegnere una vita già di per se spenta, senza intromissione alcuna. Forse dovremmo tutti, dico tutti, chiedere scusa alla famiglia Englaro per non aver accompagnato le loro drammatiche e dolorose scelte in rispettoso silenzio, e aver scambiato e accusato incivilmente di omicidio o assassinio un atto di umana pietà. La vita ci chiama, a volte, anche a queste involontarie decisioni. Mi auguro, per il funerale di ELUANA, un seguito di assoluto silenzio.


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