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Ambiente a Molfetta? È un vero caos Parla Pasquale Salvemini, responsabile per Molfetta e coordinatore regionale del Wwf. Il 16 dicembre apre il centro tartarughe
15 dicembre 2006

Il Wwf ha a Molfetta una sua sezione attiva. Chiusa nell'83-84, è stata riaperta tre anni dopo dall'attuale responsabile, Pasquale Salvemini, che ricopre anche l'incarico di coordinatore regionale. Sono circa 220 gli iscritti al Fondo di cui il 10-15% frequentano la sezione. Una decina gli attivisti più assidui. Il nucleo di guardie del Wwf è riconosciuto da decreto prefettizio e provinciale. Sul territorio è particolarmente impegnato nel controllo in ambito ambientale, zoofilo e venatorio. L'ultima denuncia effettuata risale a poche settimane fa, a danno di due uomini che stavano compiendo atti illegali nella Murgia. La collaborazione è stretta con tutte le forze di polizia. Sono organizzati corsi rivolti a tutti i livelli di formazione, dai magistrati alle forze dell'ordine, agli studenti universitari. Abbiamo sentito Pasquale Salvemini sull'apertura di un centro per le tartarughe. Perché organizzare un corso sulle tartarughe proprio a Molfetta? “Il corso è partito da una nostra iniziativa e, oltre a questo, è in previsione dell'apertura di un centro per il recupero di questi animali, proprio nella città”. Sono solo voci di corridoio quelle che vedono Torre Gavetone come futuro centro per la cura delle Caretta caretta? “No, ma il centro sarà aperto il 16 dicembre presso la scuola Giulio Cozzoli. Per quanto riguarda Torre Gavetone c'è stata una richiesta alla Regione. Stiamo cercando fondi, che non sono di poco conto, considerando lo stato dello stabile, per sboccare la cosa. Con una stima sottodimensionata, ci vorrebbe circa un milione di euro perché bisogna far arrivare anche rete stradale, elettrica e fognaria”. Quale il fine pratico per la città dal centro che aprirà? “Il centro dovrebbe essere isolato dai visitatori per evitare che le tartarughe entrino in contatto con gli uomini. Tuttavia organizzare visite controllate potrebbe essere motivo di sensibilizzazione ambientale, specialmente per scolaresche. In questo senso la strada può aprirsi. Oltre a questo il centro sarà, con quello di Trieste, l'unico sull'intero arco adriatico”. Quali i compiti del centro? “L'attività sarà finalizzata, oltre alla cura delle tartarughe, alla ricerca scientifica e tecnologica per la salvaguardia della specie. Inoltre l'intenzione è quella di mappare le zone di nidificazione, le rotte di migrazione nonché le zone di maggiore spiaggiamento”. Qual è la situazione ambientale, ad oggi? “In senso lato è un casino. Facciamo l'esempio della gestione di acque reflue. La nostra costa, poco più di tre chilometri, ha tre grossi depuratori. Quello di Ruvo-Terlizzi è stato sequestrato. Quello di Molfetta funziona male. Inoltre, poco distante dal confine comunale, ce n'è un quarto, quello di Bisceglie, sotto sequestro”. La politica ambientale comunale c'è stata? È servita? “Quella nuova ha pochi mesi. Ho un ottimo rapporto con l'assessore Magarelli che ha partecipato attivamente ad attività da noi organizzate. Si è posto in prima linea, denunciando delle persone ed esponendosi. Il fallimento è stato Agenda XXI. La politica, poi, si fa anche sul territorio e i palazzi costruiti a pochi metri da Lama Cupa non è che siano un bell'esempio”. Quanto i cambiamenti climatologici, a livello internazionale, hanno influenzato il clima della città? “Alcune ginestre sono rifiorite e pochissima pioggia a novembre. Le tartarughe piaggiano anche per il caldo e zanzare parassite sugli ulivi a Bitonto”. Cosa potrebbe accadere, in futuro, alla natura? “Ci sono da cambiare le politiche a livello mondiale. Ad esempio, i maggiori produttori di pannelli fotovoltaici sono la British Petroil, la Shell e in Italia un azienda che fa capo all'Agip. Che interesse possono avere queste multinazionali a sviluppare questa tecnologia? Un prototipo del 1997 per un pannello 1.5 per 1.5 cm è rimasto nei laboratori”. C'è un rapporto di collaborazione con la polizia ecozoofila? “No. Noi siamo qui da più tempo e siamo più qualificati quindi sono loro che devono cercarci. Le nostre tecnologie sono superiori. Semplicemente non sbandieriamo ciò che abbiamo. Il Provida 2000, che vale 19.000 euro, ne è un esempio”. Quale sarà il vostro programma, a breve termine, in difesa dell'ambiente? “Oltre all'inaugurazione del centro, a febbraio ci sarà un incontro con il ministro dell'Ambiente. Inoltre programmeremo il recupero ambientale della Prima cala. È un grosso progetto”.
Autore: Sergio Spezzacatena
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