Almanda, quegli scenari inquieti dei sognatori
No, non leggete questo libro. Non lo leggete se cercate la storia d’amore, la trasposizione del sogno che non siete riusciti a realizzare, se amate gli inizi difficili ed i lieti the End. Non lo leggete perché “Almanda” non è questo. Non è tutto questo eppure lo è ed è molto di più. Chiariamo subito che non è neanche un libro facile, un libro attraente. Non lo è: è un libro impegnativo, dalla scrittura ricercata, raffinata, sottile eppure profonda, un libro che si apre a scenari ed apre a scenari inesplorati, non sicuri, incerti, difficili, impegnativi come la vita scelta dagli inquieti, dai sognatori. Ma è forse questo l’obiettivo di “Almanda”, quando ha scelto Ennio Maria Petruzzella per farsi raccontare, forse c’era consapevolezza nella scelta del suo ambasciatore, di colui che desse voce alla sua volontà, perché il suo “tramite” certamente non è un essere che si fa domare dai sogni altrui, inquieto appunto. Ci sono libri che si leggono, altri che ti attraversano e lasciano il segno. Molto spesso è il ricordo di un momento, altre un odore, un’emozione, rare volte risvegliano un sogno, il sogno, proprio quello. “Almanda” è una visione che chiede di essere realizzata e si serve di uomini e donne scelti tra i più folli per la tenace utopistica realizzazione di una visione della vita. E poco importa se questi uomini metteranno al primo posto la costruzione di una città lontana migliaia di sogni, poco importa se per Almanda sacrificheranno un amore, l’Amore, perché in realtà non lo sacrificheranno, portandolo sempre con loro e facendolo rimanere concreto, realizzandolo in un’altra dimensione. Ed è questo che avrà pensato Giulio Flaviano quando, disilluso, decide di lasciare tutto e fondare una città dal nulla. E avrà maturato lo stesso pensiero Julius Landsdale quando, un secolo dopo, si pone l’ambizioso obiettivo di salvare Almanda dalla scomparsa del sole. Ennio Maria Petruzzella non ha coltivato sogni, i suoi sono pensieri che condivide con i lettori, ma “Almanda” gli ha imposto che i pensieri diventassero realtà, di far sì che i venticinque quadri attraverso i quali si snoda una vicenda che percorre un secolo, non rimanessero sconosciuti, inesplorati ma diventassero palesi, di proprietà comune, che sopravvivessero al tempo. Ennio Maria Petruzzella non nasconde, attraverso la sua scrittura, la sua indiscussa ammirazione verso un grande della letteratura contemporanea, quell’ Alessandro Baricco, con cui ha in comune l’amore per il mare, per il viaggio, per il sogno. Un libro non facile, è vero, non attraente alle prime righe ma che appassiona, come i grandi sogni che al principio sembrano utopie, escono dai cassetti e poi splendide realtà. “Almanda”, appunto. © Riproduzione riservata