Alla Fidapa di Molfetta la ricostruzione di un rinvenimento archeologico
MOLFETTA - Iniziamo subito col sgombrare il campo da leggende comuni: Indiana Jones non è mai esistito. Il personaggio inventato da George Lucas non presenta alcuna analogia con i moderni archeologi; l’unico tratto in comune è la passione per un lavoro, gratificato, a volte, da un ritrovamento che conferma ipotesi ed anni, lunghi anni di studio. La passione anima il lavoro di Alessia Amato, giovane archeologa che è intervenuta, nella Sala Finocchiaro, al convegno “La radice della vite - ricostruzione di un rinvenimento archeologico” organizzato dalla sezione locale della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) nell’ambito della rassegna “I talenti delle donne”.
Introdotta dalla presidente della Fidapa Molfetta Caterina Roselli, l’archeologa ha illustrato le varie fasi di rinvenimenti archeologici in Grecia, ove tra i corredi funebri, sono stati ritrovati resti di anfore con pittura vascolare raffiguranti Sileo il vignaiolo che costringeva i passanti a lavorare nelle sue vigne. La ricchezza del corredo funerario era strettamente legata all’origine del defunto. L’altezza della pira funeraria di un guerriero proveniente da una nobile famiglia, poteva raggiungere l’equivalente altezza di un palazzo di venti piani.
Importanti scavi sono stati effettuati nel territorio di Ruvo di Puglia, che hanno permesso di ritrovare resti di tombe. In particolare nel 2008 è stato possibile rinvenire, nel centro di Ruvo di Puglia, i resti di una tomba di un guerriero, il cui corredo funebre era molto più limitato di quello di un eroe greco, ma pur sempre ricco. Il corpo ritrovato indossava vesti da guerriero, segno che era morto in battaglia, tesi confermata da ferite e fratture riportate. La tomba si trova su un asse molto importante sin dall’antichità, tra la Murgia e il mare, un posto da difendere. Anche dell’”uomo comune” si registrano ritrovamenti in territorio di Ruvo di Puglia, con annesso il cosiddetto “spreco necessario” che, in archeologia, si riferisce al corredo funebre che era commissionato ad artisti che vi si dedicavano esclusivamente.
A Ruvo di Puglia sono stati rinvenuti resti di un vaso più grande e di uno più piccolo, corredo di un uomo giovane, di circa 27 anni, accanto al cui corpo è stata ritrovata una fibula che, molto probabilmente, chiudeva un mantello. La fossa e controfossa, molto probabilmente, sono state interessate da saccheggio nel diciannovesimo secolo in quanto sono stati ritrovati, nei pressi, gusci di mitili, cibo per i contadini dell’epoca. L’archeologa Alessia Amato ha ribadito la necessità di un approccio molto cauto e rispettoso nello scavo di siti archeologici. Non bisogna dimenticare che si è in presenza di una tomba, di un defunto, per la cui morte sono state versate lacrime da mogli, madri, sorelle.
L’archeologa ha altresì sottolineato l’attenzione che il Comune di Ruvo di Puglia ha riservato nell’esecuzione di scavi relativi a piani regolatori già approvati affiancando la figura dell’archeologo a quelle dell’architetto e del direttore dei lavori. Ciò ha permesso, anche grazie al georadar, di effettuare uno scavo essendo certi del ritrovamento, restringendo l’area di scavo.
La presenza della narratrice Michela Annese, che ha letto liriche della letteratura greca classica, e del maestro chitarrista Franco Campanale (nella foto: Amato, Roselli, Annese, Campanale), hanno allietato il convegno. Profonda la lettura di Michela Annese, che invita alla riflessione, mentre Franco Campanale ha eseguito brani jazz tratti da repertori di musiche che accompagnavano i cortei funebri di New Orleans, ipotizzando il medesimo accompagnamento musicale per gli antichi greci. Un’intuizione semplicemente geniale.
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