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Agorà, a Molfetta "Zoomafia, criminalità e animali", tutti i numeri della Puglia
21 marzo 2011

MOLFETTA - Il 25 marzo, a Molfetta, presso il cinema Odeon, si terrà il convegno regionale sul tema Zoomafia. Criminalità e animali. Tutti i "numeri" della Puglia.
Intervengono Ciro Troiano, responsabile dell'Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, (la sigla sta per lega anti vivisezione), struttura finalizzata all'analisi criminologia dello sfruttamento criminale degli animali, e il magistrato Giuseppe Bianco.
Nel corso del convegno saranno illustrati i "dati" sui maltrattamenti a danno degli animali negli ultimi anni  e che hanno inserito la Puglia nell'elenco delle regioni con bollino nero.
Ciro Troiano (foto), che, al termine dell'incontro, ritira il Premio Agorà, da sempre militante di associazioni ambientaliste e animaliste, per anni si è battuto contro il bracconaggio e il traffico di animali.  L'iniziativa di venerdì è organizzata da "la Città" casa editrice con la collaborazione del Wwf Italia, della Fondazione Valente, e con il patrocinio del Comune di Molfetta.
 

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L'essere umano, nella storia del mondo è stato, di volta in volta, predatore o preda. All'uomo è rimproverabile un complesso di superiorità filosofica nei riguardi degli animali; di essere stato, cioè, il creatore di cosmologie culturali il cui centro gravitazionale era sempre rappresentato da lui – l'Uomo – mentre agli altri esseri animali non restava che il ruolo dimesso, di sfondo, che magnificasse la superiorità dell'essere umano tra i viventi. E anche le filosofie gerarchizzanti, come le religioni che prevedono entità divine – superiori all'uomo perché soprannaturali – costruivano e costruiscono “scale naturali” di crescente perfezione al cui vertice si trova l'essere piuccheperfetto del mondo: quell'Uomo” che diventa talvolta l'unico essere simile al Dio soprannaturale. Vertice assoluto della storia della vita, o creatura angeli forme, l'uomo resta tra gli animali terrestri quello più spocchioso, perché il solo Così l'uomo ha abusato sempre dei confronti che ha fatto tra sé e gli altri animali. Confronti comunque operati – è ovvio rammentarlo – a fini precipuamente umani. Ci sono certamente degli aspetti di metafora pura nell'uomo che confronta l'animale a sé per migliorare l'immagine di sé ai suoi stessi occhi. Ma, oltre alla metafora, c'è qualcosa di più e di peggio. Pensiamo alla domesticazione, cioè alla trasformazione genetica di esseri liberi prodotti dal mondo non umano, che dall'uomo vengono presi e trasformati a suo uso e piacere. Migliaia di razze trasformate mediante accoppiamenti forzoso, solo per aumentarne la produzione di carne; animali resi feroci per semplice divertimento. Animali maltrattati, uccisi, vivisezionati orribilmente anche se a scopo scientifico. Considerando la superiorità dell'uomo per “legge”, al pubblico non specializzato, arriva l'informazione erronea che l'uomo è superiore agli altri animali, perché ha un cervello più grosso, oppure perché è l'unico a camminare su due gambe.
Gli uomini non sono gli unici esseri che vivono in società. Anche molte specie di animali hanno le loro società. Che differenze tra le società umane e, es., il formicaio, l'alveare, il branco? Differenze esistono, ma più si approfondiscono le ricerche di etologia (la scienza che studia i comportamenti animali e umani, e attraverso la loro comparazione), più appaiono somiglianze numerose e impressionanti. Con troppa leggerezza gli uomini si sono convinti di essere i signori dell'universo, i padroni assoluti della natura che li circonda. Così hanno posto una grande distanza invalicabile tra le forme della vita; hanno diviso l'umanità dagli altri esseri viventi, come fossero due mondi separati, l'uno totalmente assoggettato all'altro. Le conseguenze di questo atteggiamento nella formazione culturale dell'uomo sono state incalcolabili: basti pensare al disprezzo della vita degli animali, alle liceità che l'uomo si è riconosciuta di distruggere la natura, al consumo dissennato delle risorse della terra su cui è costruita la nostra società. Un atteggiamento che non ha ragione di essere perché l'uomo è un pezzo della natura, è una specie animale tra le altre, sebbene con in più qualcosa che, nel grande flusso della vita e della sua evoluzione, lo ha reso più complicato e (dal suo punto di vista) più perfetto della altre. La moderna biologia ha accettato, documentandola con innumerevoli prove, l'”ipotesi evoluzionistica” formulata alla metà del secolo scorso da Charles Darwin (1809-1882). Secondo questa teoria, gli esseri più evoluti, o superiori, derivano da quelli più semplici, per così dire comprendendoli in se stessi, basandosi su di essi e condividendone le leggi della vita. Lo sviluppo delle forme della vita ha alla base innumerevoli processi biologici di “differenziazione” e “adattamento” alle condizioni ambientali, dai quali sono derivate le diverse specie animali a partire dai ceppi originari comuni. Tra quelle,la specie umana, sul gradino più alto.
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