Adele Claudio: mi candido perché amo le sfide
L’avvocato Adele Claudio, già assessore all’ambiente e consigliere comunale, è stata tra i primi ad uscire allo scoperto con la sua candidatura per un posto in Consiglio provinciale nella lista “Schittulli Presidente” a sostegno della coalizione di centro destra. Abbiamo incontrato l’avv. Claudio nel suo studio a Molfetta, per discutere della sua candidatura, ma non solo. Cosa l’ha spinta a correre in queste elezioni provinciali? «Il profondo desiderio di portare avanti una politica pulita e trasparente, che troppo spesso è venuta meno. Personalmente ritengo che, soprattutto oggi, ci sia la necessità di credere in valori forti, come la legalità e la moralità, di cui si ha bisogno in ogni ambito della vita del nostro territorio, soprattutto in politica. Sono una donna che ama le sfide e devo dire che questa sfida mi ha coinvolto subito. Così come sono stata subito coinvolta dal programma del prof. Francesco Schittulli, che credo abbia qualcosa che pochi altri programmi hanno avuto in passato: una prospettiva per il futuro». Che tipo di persona e che tipo di politico è Adele Claudio? «Mi piace molto stare con le persone, essere vicina alla gente ed ai suoi bisogni. Credo che questo approccio debba essere presente in chiunque si avvicini alla politica in maniera sana. La mia professione mi ha portato spesso ad essere molto vicina ai problemi dei miei concittadini e questo, dopo venticinque anni di attività, mi ha reso ancora più attenta a ciò che la gente vuole per il suo futuro». Parlando dell’annoso tema donne e politica, che ruolo ritiene che debbano avere le donne in un campo che sembra ancora parlare molto al maschile? «Ritengo che alle donne spetti un ruolo attivo e di primo piano sul palcoscenico della politica, dagli ambiti locali fino a quelli nazionali. Ritengo, però, che ancora oggi le donne stesse si sentano inibite ad intraprendere un percorso in politica e molte, seppur attive nei partiti, rimangono spesso dietro le quinte. E’ fondamentale, innanzi tutto, spronare le donne a candidarsi e poi ad essere attive nei partiti e nei movimenti». Rimanendo sul tema, cosa pensa della vicenda che ha interessato il comune di Molfetta sulle donne in giunta? «C’è da sottolineare un aspetto fondamentale in questa vicenda: il sindaco, componendo una giunta di soli uomini, non ha fatto altro che rispettare le indicazioni che i cittadini hanno dato con il loro voto. Tutti gli assessori che erano presenti nella giunta, ad eccezione del collega Pietro Uva, sono tutti stati eletti nelle liste che lo sostenevano alle elezioni. L’atto politico, quindi non si presta ad alcuna contestazione. Per quel che riguarda la vicenda giudiziaria con il Consiglio di Stato, il sindaco si è comportato da buon avvocato quale è ed ha aspettato che si completasse l’iter processuale prima di modificare la giunta con l’inserimento dell’assessore Annamaria Brattoli. Ritengo che sia scorretto, da parte dell’opposizione, accusare il sindaco ed il centro destra di “misoginia”, perché nelle liste della coalizione erano candidato molte donne, alcune delle quali sono state elette e siedono oggi con me in consiglio comunale». Non crede che la vicenda che sta coinvolgendo Silvio Berlusconi e le polemiche sulle candidature di alcune showgirl nelle liste del PdL alle europee possano in qualche modo ridimensionare il ruolo delle donne in politica? «Assolutamente no. Ritengo che non ci si debba fermare alla definizione di “velina” o “soubrette”, ma guardare, piuttosto, a quali sono le caratteristiche e le potenzialità di una candidata. Ovvio che, se si dovessero candidare delle veline per il solo fatto di essere avvenenti sarei contraria, perché verrebbe sminuito il ruolo delle donne in politica, ma non è certamente questo il caso. Il presidente ha una vivacità intellettiva come non pochi e non ha candidato nessuna donna che non fosse all’altezza del compito affidatole. Lo stesso ministro Carfagna, con il suo operato e la sua dedizione, ha ampiamente dimostrato di non essere solo bella, ma di avere anche le capacità e gli attributi per occupare il posto di ministro. Sulle altre questioni preferisco non soffermarmi, visto che a mio avviso, sia per quanto riguarda il presidente Berlusconi che per quel che riguarda il sindaco Azzollini, si è trattato di pessime manovre politiche». Tornando al programma politico, quale ruolo può avere, secondo lei, la nostra città nell’ ambito delle politiche provinciali? «Penso che Molfetta possa e debba avere un ruolo di primo piano nell’ ambito delle politiche che la Provincia di Bari porta avanti. Io cercherò di basarmi sulla mia esperienza politica e di fare del mio meglio, dando sempre ascolto ai cittadini, alle loro aspettative ed ai loro bisogni. Bisogna, inoltre, tenere ben presente che, al di la di quanto si dice da tempo, la Provincia ha ancora un ruolo fondamentale per il funzionamento della cosa pubblica, sia per quel che riguarda il ruolo di coordinamento dei vari comuni, sia per quel che riguarda le responsabilità che oggi spettano alla provincia, si pensi per esempio all’ambiente ed al territorio. Insomma, penso che una presenza forte di un rappresentante molfettese in Provincia, possa giovare sia alla città che alla Provincia stessa».