Accuse dei pescatori di Molfetta: nessuno pensa alla messa in sicurezza del porto. I lavori stranamente non vengono attivati. Il maltempo peggiora la situazione. Appello di “Quindici” al commissario Passerotti
MOLFETTA - «Maledetti bastardi, Delinquenti, Truffatori. Noi al freddo a pregare il Signore di far diminuire la forza del vento e del mare e LORO dove sono Ideatori, Progettisti, Costruttori, Amministratori ... avete fatto di in porto (UN TEMPO LA NOSTRA CASA SICURA ) il nostro inferno. Ai responsabili tutti auguro di provare le stesse cose nella loro vita personale ......
Un consiglio a chi ha amministrato nel decennio scorso questa città, tutti indistintamente, Grandi e piccoli, Potenti e finti tali, Che stiano lontani dalla marineria tutta. È finita l'era delle strette di mano. Non vi permettete di avvicinarvi a noi che di questo mare viviamo e che del porto abbiamo sempre fatto il nostro focolare».
E’ l’amaro sfogo su Facebook di un armatore, Mimmo Facchini: il mare per lui è vita e lavoro, ma soprattutto amore, che si tramanda nel tempo.
Comprensibile, perciò, la sua amarezza, alla quale si è aggiunto il commento dell’ing. Leo Murolo, altro “uomo di mare” (progetta grandi navi): «I nostri marinai hanno trascorso la notte sui moli e sulle loro imbarcazioni. Lo hanno fatto per salvaguardare il loro futuro e il futuro delle loro famiglie. Stessa apprensione è tangibile al Molo Pennello, dove i forti venti, stanno creando seri problemi all’incolumità dei pescherecci e delle imbarcazioni da diporto.
La sicurezza del nostro porto, è seriamente compromessa dalle opere portuali incompiute. Prima di tutte, il mancato consolidamento del nuovo molo di sopraflutto. Il suo sfaldamento non consente la protezione del bacino portuale dalle mareggiate.
Non credo che la temporanea ricostruzione, anche con semplici inerti, di questo molo, possa compromettere o interferire nelle attuali vicende burocratiche oltre che giudiziarie. Questa semplice opera, creerebbe un livello di sicurezza accettabile, nel breve tempo. Mi esimo dall’esprimere commenti a riguardo la mancata attenzione, di chi ha il dovere di interessarsi a questo annoso problema».
Da sei mesi la città è senza un’amministrazione comunale eletta, ma è retta dal commissario straordinario Mauro Passerotti, oggi oggetto delle accuse degli armatori e dei pescatori per non aver ancora provveduto alla messa in sicurezza del porto. Chi non conosce il problema, e sono in tanti che parlano a sproposito su altri media e su Facebook, dove anche gli imbecilli si prendono il diritto di dire scemenze (la post-verità), attribuisce la responsabilità all’ex sindaco Paola Natalicchio. Non entriamo nel merito, per evitare una discussione interminabile. Fissiamo alcuni punti certi: 1) i lavori del porto in quelle condizioni (presenza di ordigni bellici nei fondali) non dovevano mai cominciare e di questo è responsabile l’ex sindaco Antonio Azzollini, almeno a quanto dicono anche le carte processuali; 2) una volta iniziati e poi bloccati per le presunte illegalità rilevate dalla magistratura, che hanno portato al sequestro del cantiere, i lavori di messa in sicurezza dovevano essere una priorità; 3) il progetto dei lavori di messa in sicurezza, predisposto dall’amministrazione Natalicchio nella primavera 2016, fu rigettato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici perché non rispettava il parere espresso dal Pubblico Ministero del Tribunale di Trani che ha disposto “la redazione di un nuovo progetto complessivo, comprendente in via prioritaria le opere di messa in sicurezza e bonifica delle aree di intervento”, progetto da sottoporre al consiglio superiore dei lavori pubblici. Quindi, contrariamente ai soliti soloni ignoranti (e presuntuosi) che pascolano sui social, il problema è ancora di tipo giuridico: la pregiudiziale della Procura, resta un ostacolo, che va comunque superato.
Il commissario Passerotti, perciò, dovrebbe attivarsi subito per sciogliere questo nodo e attivare le procedure per garantire questa sicurezza.
Una gestione commissariale è sempre negativa per una città, soprattutto quando non riesce ad interloquire con i cittadini, come sta avvenendo con il dr. Passerotti, che rifiuta il confronto con la stampa, non si rapporta con i giornalisti ed è arroccato nel Palazzo. E’ un atteggiamento negativo, che impedisce la trasparenza di una gestione sia pure commissariale, ma che comporta conseguenze sulla vita dei cittadini. Di fronte a questa chiusura, è difficile dare risposte alle domande dei cittadini. Ci auguriamo che dopo questi mesi di rodaggio e di comprensibile riservatezza, non potendo avere subito la percezione dei problemi, il commissario possa dare le risposte che la città si attende, anche perché la sua gestione sarà lunga e i problemi non possono restare fermi in attesa della nuova amministrazione comunale che sarà eletta a giugno.
Soprattutto quando si tratta di emergenze. E la sicurezza del porto è una di queste, non può essere delegata a chi verrà dopo, col rischio di aspettare ancora un anno (fra elezioni, insediamento, studio delle carte, confronto con i vari interlocutori istituzionali, giudiziari e tecnici).
E’ un appello che “Quindici” rivolge al dott. Passerotti, nella speranza che il commissario voglia prendere atto che il tempo, in questa situazione, non gioca a favore della sicurezza. E che i marinai di Molfetta hanno ragione e non possono essere abbandonati, per mere procedure burocratiche, che, di fronte all’emergenza, vanno subito superate, senza aspettare che i danni aumentino e avvenga l’irreparabile.
L’argomento sarà approfondito anche sul prossimo numero della riviste mensile “Quindici”, in edicola il 15 gennaio.
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