Accardi, Lim e De Virgilio, arte senza tempo
Due esposizioni di carattere molto diverso sono protagoniste, in questi giorni, dell'ambiente artistico molfettese.
Nel recuperato Torrione Passari, ormai adibito a sede di installazioni di artisti contemporanei, sono stati ospitati Carla Accardi e H.H. Lim.
La prima, di origine siciliana, è una delle più importanti esponenti delle correnti astrattiste contemporanee, e ha avuto, nel corso della sua carriera, un'evoluzione che l'ha portata a spaziare dalla pittura-segno, fatta di contrasti di colore, all'arte dei materiali, con l'utilizzo di tela di canapa, foglie e piume. Dal canto suo Lim ci ha dato un impatto tra il minimal e il concettuale: molte sue opere, tra cui quelle esposte a Molfetta, trovano una risoluzione nella filosofia zen o nella saggezza Tao.
Alla Sala dei Templari, Michelangelo De Virgilio ha offerto un'antologia dei suoi lavori in acciaio. È quasi un ritorno agli antichi orefici e argentieri, che bulinando e cesellando donavano forma alla materia. Sì, perché l'artista lavora a freddo, senza fusione, incontrando tutta l'asprezza e la durezza dell'acciaio. Protagonista e soggetto diffuso delle sue opere è la religione, vista soprattutto con l'occhio dei fedeli, come nelle rappresentazioni delle processioni pasquali.
Grande spazio è dedicato alla sua città, con rappresentazioni del Duomo, della Muraglia, e del Calvario. Una delle sue opere più recenti è dedicata alla pace, definita come “L'unico futuro possibile”.
Un messaggio importante, in linea di massima parlare d'arte è più interessante che discutere di sangue e conflitti.
Una nota molto stonata ci preme sottolineare: peccato che i visitatori siano accolti nel restaurato Torrione Passari in un ambiente saturo di fumo senza rispetto per gli altri e dove non sempre l'educazione è di casa.
Michele Bruno