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A settembre il cielo sopra le B4 Corsivi
15 luglio 2007

Con l'arrivo dei mesi caldi cresce il desiderio di evasione e leggerezza, di accantonare problemi e problematiche, con la speranza che un periodo di distacco riassetti e ricarichi il corpo e soprattutto lo spirito. Tutto è rimandato a settembre. Le incombenze piccole e grandi saranno affrontate dopo la benedizione della “Madonna dei Martiri”. Quest'anno la Madonna dovrà essere più generosa del solito, almeno per quelle centinaia di famiglie gettate nel tornado giudiziario delle “B4” ed in attesa di sapere se le case acquistate sono abusive o meno. L'«affaire» “B4” scoppiò a gennaio quando la Guardia di Finanza su disposizione della Procura della Repubblica del tribunale di Trani, sulla base della perizia del consulente tecnico arch. Pio Castello, apposero i sigilli a 17 fabbricati, per un totale di 175 appartamenti e relative pertinenze. Abusivismo edilizio era il reato ipotizzato. Per la Procura le licenze concesse con i permessi diretti, rilasciate dall'ora Capo dell'Ufficio tecnico del Comune Ing. Giuseppe Parisi, erano in contrasto con le norme urbanistiche, in particolare con l'art. 33.4 delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore. Le “B4” sono aree ricadenti nella vecchia 167 e Lotto 2, all'epoca stralciate per la presenza di ville e manufatti. Nell'art. 33.4 si legge: “L'intervento si attua secondo gli indici e i parametri urbanistici dei piani attuativi esistenti. Per eventuali altri piani, vanno osservati i seguenti indici e parametri…”. Secondo la Procura gli interventi edilizi dovevano essere supportati da un piano particolareggiato e non con i semplice permessi a costruire. In questo modo secondo l'accusa, si sarebbero realizzate volumetrie notevolmente superiori a quelle consentite, con vantaggi patrimoniali di alcuni a danno della collettività. Questo perché, perché mentre con un piano il 50% delle aree devono essere cedute al Comune per le urbanizzazioni e aree standard (scuole, verde, parcheggi e servizi comuni), con l'intervento diretto tutta l'area diventa edificabile. Oltre al sequestro dei manufatti tutti coloro che a vario titolo hanno avuto a che fare con le costruzioni furono raggiunti da avvisi di garanzia, imprese, progettisti e direttori dei lavori. Dopo lo choc iniziale al limite del dramma sociale, la tensione si allentò nel successivo passaggio, quando il Giudice del Riesame annullò il provvedimento di sequestro. La notizia fu accolta con squilli di tromba, anche nelle motivazioni il giudice era entrato nel merito della vicenda con giudizi non leggeri verso i colleghi di Trani. In pratica venivano riconosciute le ragioni della difesa: gli interventi nelle zone “B4” erano di completamento di piani esistenti (167 e Lotto 2) in una zona già completamente urbanizzata, e quindi i permessi diretti erano pienamente legittimi. I più ottimisti parlavano di bufala e bolla di sapone, nella convinzione che la cosa sarebbe evaporata nel giro di qualche settimana. Insomma, secondo questi, la Procura di Trani e il consulente tecnico avrebbero preso una cantonata. L'ottimismo fu frenato dal ricorso in Cassazione della stessa Procura di Trani con la rinnovata richiesta di sequestro degli immobili, segno che i magistrati tranesi sono fermamente convinti che nelle B4 sono stati commessi maneggi da chiarire. Ciò significa che l'ipotesi di archiviazione, ventilata all'indomani della sentenza del Riesame, appare poco credibile, mentre crescono le quotazioni della richiesta di un processo e quindi del rinvio a giudizio per tutti coloro chiamati in causa. Insomma, la partita giudiziaria è ancora tutta da giocare e la vicenda del sequestro e dissequestro è solo un aspetto dell'iter giudiziario. Questa vicenda, per le implicazioni economiche e sociali, è seguita con attenzione dal sindaco Antonio Azzollini che in diverse occasioni ha incontrato gli acquirenti degli appartamenti, promettendo loro una costante attenzione. La posizione del sindaco non è semplice, deve tranquillizzare i cittadini, ma anche tutelare gli interessi del Comune che è parte in causa, insieme ai costruttori. Per questo ha sempre auspicato un fronte comune, perché se si dovesse andare al processo, con posizioni contrastanti tra Comune, acquirenti e costruttori, la faccenda rischierebbe di complicarsi ancor di più. Le carte si scopriranno a settembre. Godiamoci il solleone, per piangere o per ridere si sarà tempo.
Autore: Francesco Del Rosso
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