“A riveder le stelle”: la personale di Natale Addamiano ad 54 arte contemporanea
Ha riscosso successo di pubblica e di critica la personale di Natale Addamiano presso 54 Arte contemporanea, inaugurata il 4 settembre e conclusasi a fine mese. Titolo dell’esposizione è A riveder le stelle, chiaro omaggio a Dante in occasione del settecentenario dalla morte. La memoria dell’Alighieri diviene per Addamiano motivo di innesco della volontà di esprimere la tensione verso un assoluto che non è quello confessionale e tipico del cattolicesimo, ma finisce sempre più con l’identificarsi con l’archetipo della madre e con la sua personale declinazione nel vissuto dell’artista. Nel suo cielo imponente, di 200x150, in cui l’immaginario poetico rivela il rosso e l’azzurro che baluginano nel nero puntellato di chiarori siderali, Addamiano ha inciso i nomi dei suoi miti, in ogni ambito, nella musica come nelle arti in generale o nella sua esperienza di uomo, e il lettore può leggerli e condividere l’esaltazione dell’individuo che quasi s’india attraverso la forza dell’Arte e il calore degli affetti. Si scopre ben presto che i cieli, le stelle stesse rappresentano un pretesto perché il pittore possa donare a ogni visione la sua tavolozza, secondo un senso della colorazione squisitamente personale, frutto di una ricerca che dall’anima muove alla tela. Così ora prevalgono i grigi perlacei a suggerire l’aura avvolgente di un “caldo cielo” ora il blu oltremare del “Grande stellato dopo la pioggia”, che si carica del misticismo laico del volo psichico, ma reca anche memoria del topos della “quiete dopo la tempesta”. E poi l’arte di Natale Addamiano non è mai un frutto isolato né una cattedrale nel deserto. Essa nasce dal dialogo costante e amorevole del suo demiurgo con la tradizione pittorica, che è stata interiorizzata e mellificata. Così, dal pennello di un pittore innamorato dei cieli di Tiepolo, nasce un omaggio a Fontana e ai suoi “tagli”, che presuppongono il superamento della tela come mero supporto all’artefatto e il suo assurgere ad elemento che del processo di concettualizzazione spaziale è parte integrante. Il tributo a tale artista originalissimo appare chiaro anche nella ricerca di un ritmo nel passaggio da fori più scuri ad altri più brillanti, nella consapevolezza che anche laddove i tagli fontaniani apparivano regolari, essi non erano mai soggetti a distanze rigide e sclerotizzate. In generale, nel metamorfismo costante di cieli e colori, Addamiano cerca di diversificare ogni soluzione attraverso dettagli come, per esempio, l’innesto di una nuova rossocorallo che spezza la teoria delle stelle, introducendo l’elemento della varietas. Momento significativo del periodo di allestimento è stato, il 27 settembre, l’appuntamento con l’Associazione di Promozione sociale “L’ora blu”, “Omaggio al maestro”, progetto a cura di Zaccaria Gallo, con le intense voci recitanti dello stesso Gallo e di Marta Maria Camporeale, Presidente dell’Associazione. Una performance che ha veduto lo scrittore e direttore artistico de “L’ora blu” muovere dalla mostra di Addamiano per condurci, insieme alla Camporeale, in una sorta di dimensione altra, in cui l’aura dell’arte e della poesia innalzano lo spirito per effetto di un magico “incantamento”. La tensione siderale di Addamiano diviene il volano per una conversazione che dal Big Bang all’astrofisica, parte dalla materia per raggiungere un altro grado di spiritualizzazione. Da un amebeo in cui fioriscono i pensieri dei più grandi scrittori, intellettuali, pensatori, poeti, da Van Gogh a D’Annunzio, da Confucio a Krauss, si passa a un’intensa declamazione del leopardiano Infinito, in un vertiginoso viaggio psichico verso il Tutto e il Nulla. A chiudere una Lectura Dantis a due voci del canto XXX del Purgatorio, punto nodale dell’opera, in cui alla guida di Virgilio e di “mamma Eneide” (per dirla con Zingarelli) subentra l’angelo dell’ispirazione giovanile, Beatrice. Comparsa in un tripudio di fiori lanciati da mani angeliche, la “regina de le virtudi” rampogna Dante inchiodandolo alla sua incostanza, prima di guidarlo al compimento del percorso di purificazione che lo renderà degno della visio Dei. Importante anche l’invito che Gallo ha lanciato durante la serata, affinché le gallerie d’arte continuino a essere poli di attrazione culturale. È esattamente ciò che è avvenuto per questo allestimento, un nutrimento per lo spirito. Perché nelle “mappe stellate” di Natale Addamiano ci si può perdere ‘noverando’ gli astri che spesso paiono procedere in coppie, ma non si avverte mai senso di spaesamento o panico. Questo ci sembra dovuto alla consapevolezza, viva nell’artista e mirabilmente espressa, che ciascuno di noi è avvolto in una vita cosmica di cui è parte integrante, figlio di un infinito a cui lo spirito può quotidianamente ricongiungersi nello slancio del cuore, nella rêverie. © Riproduzione riservata