A Molfetta connubio perfetto tra musica e pittura sulle orme di Caravaggio
Grande successo per il secondo appuntamento del Festival Inflammatus promosso dalla Fondazione Valente
MOLFETTA – Ennesimo sold-out per il secondo appuntamento con il Festival Inflammatus, promosso dalla Fondazione “Vincenzo Maria Valente”. Nella suggestiva cornice barocca della chiesa San Pietro, i validissimi artisti Selene Pedicini (violino), Giovanna D’Amato (violoncello), Michele Visaggi (clavicembalo) e Gabriele Zanini (voce recitante), hanno proposto all'attento uditorio un viaggio attraverso la musica e l'arte barocca, un viaggio intitolato “Caravaggio, genio tra luci ed ombre”.
Non deve sorprendere il connubio tra pittura e musica: numerose sono le analogie filosofiche e linguistiche tra le due arti; sia in ambito artistico sia in ambito musicale, infatti, vengono utilizzati termini quali toni e colori. Non a caso il sottotitolo dell'evento era proprio “i colori della musica barocca”.
Lo spettacolo è stato incentrato sulla straordinaria figura di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Gabriele Zanini ha interpretato l’artista lombardo, accompagnando gli spettatori, attraverso i dipinti di Cararaaggio, alla scoperta dal genio e delle angosce del pittore che ha rivoluzionato l'arte con lo studio del vero e un energico impiego della luce.
Come in una laica via crucis, il percorso è stato scandito dagli autoritratti che Caravaggio ha lasciato in alcune delle sue opere più famose, raffigurandosi in tormentati personaggi, come il bacchino malato, il cui volto emaciato appare, al tempo stesso, suadente, scelto come sfondo nella narrazione del ricovero nell'Ospedale della Consolazione in cui Merisi matura la certezza che «siamo foglie portate dal vento; in qualsiasi istante possiamo staccarci dal ramo».
E si prosegue soffermando lo sguardo sulle teste mozzate di Oloferne e Golia. personaggi che evidenziano il suo timore della morte e della condanna alla decapitazione che, come Erinni, lo perseguitano nella sua fuga.
Caravaggio/Zanini ha dichiarato: «Nella vita ho vissuto nelle tenebre, nei miei dipinti ho vissuto nella luce», con chiaro riferimento ai giorni trascorsi tra i palazzi della nobiltà romana (Giustiniani, Colonna, Mattei) ma anche nelle osterie, nelle botteghe e nelle celle del carcere di Tor di Nona.
Una vita tra genio e sregolatezza quella posta in evidenza dalla narrazione, carica di pathos, ora intervallata ora sottolineata dalle musiche di Purcell, Corelli, Bach, Händel e Vivaldi, interpretate con perfezione tecnica e grande sensibilità.
Un nuovo successo per la Fondazione che, come ha sottolineato il direttore artistico Sara Allegretta, auspica di poter riproporre nel prossimo anno il connubio arte e musica, con spettacoli dedicati ai più importanti pittori e scultori che Molfetta vanta.
L’ultimo appuntamento con il Festival Inflammatus 2023 si terrà domenica 9 aprile nella chiesa Cattedrale, con il Concerto di Pasqua. In programma musiche di Vivaldi e Händel.
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Autore: Isabella de Pinto