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A Giovinazzo si discute di lavoro precario Oggi incontro dibattito e mostra fotografica
09 giugno 2006

GIOVINAZZO - Stasera, venerdì 9 giugno, alle ore 19.30, presso la sala San Felice, nel centro storico di Giovinazzo, il forum Interferenze, assieme alle associazioni culturali 35° Parallelo e La Nave Dei Folli presenta: “(NON) LAVORARE STANCA”. Incontro/dibattito sul lavoro precario. Intereverranno: l'on. Donatella Duranti; Donato Stefanelli - Fiom-Cgil Bari; Pierpaolo Corallo –RdB; Gaetano Magarelli – Cobas; il sindaco di Giovinazzo, Antonello Natalicchio. Nella stessa sera si terrà anche la mostra fotografica "Storia del movimento sindacale" (a cura di M. Fumarola) e sarà proiettato il video "La precarietà è donna”.
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Credo che la legge Biagi, che il Senato ha approvato lo scorso 5 febbraio 2003, è una riforma apparentemente ed esternalmente efficiente per garantire trasparenza ed efficienza al mercato del lavoro. Questa riforma mette al centro il tema dell'occupabilità, risolvendolo, con ogni forma di contratto di lavoro intermittente o interinale. Facendo un'analisi approfondita dai cittadini italiani, emerge che questa riforma, ha forse tamponato o nemmeno, i problemi della precarizzazione dell'occupabilità, e non ha dato l'opportunità a tutti di inserirsi o di ritornare al mondo del lavoro. Questa riforma ha creato molti problemi e reso vittima quei poveri neodiplomati o licenziati, che sono costretti a sottostare al clima nettamente negativo delle agenzie di somministrazione del lavoro, che forse in alcuni mesi dell'anno hanno dato la possibilità, seppur di una volta alla settimana, di lavorare. Per non parlarne della Borsa continua nazionale del lavoro, che non è mai stata consultata dai datori di lavoro e non ha mai agevolato quel rapporto che ci voleva tra domanda e offerta di lavoro. Inoltre ci tengo a precisare, che i contratti stipulati a quella minima o invisibile percentuale di cittadini italiani: Job on call(il lavoro a chiamata) o job sharing (il lavoro condiviso o ripartito, non dà nessuna garanzia economica efficiente per le famiglie italiane e non incoraggia i giovani ad affacciarsi ed a imparare soprattutto il lavoro da esercitare nelle grandi aziende, quindi non è uno strumento di formazione professionale adeguato e non dà la possibilità di reinserimento lavorativo a nessuno (o quasi). Penso che questa riforma, sia stata solo una pessima idea, per tamponare relativamente o a seconda della posizione geografica, il problema lavorativo. GRAZIE
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