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“Dateci uno spazio per i bambini” Il Coordinamento di quartiere “Molfetta vecchia” al Comune
15 novembre 2001

Il Coordinamento di Quartiere di Molfetta Vecchia, costituito da abitanti del quartiere e da associazioni che operano e hanno sede nel quartiere (Agesci; Archeoclub d’Italia sez. Molfetta; Associazione “Duomo”; Associazione Promozione Turistica “Ictius”; Associazione Teatrale “Il Borgo Vecchio”; Associazione “Torrione Passari”; Comitato di Quartiere; Cooperativa Sociale “Koinos”; Masci; Parrocchia S. Corrado; Punto Pace “Pax Christi”), da circa un anno si riunisce in assemblee con scadenza regolare per discutere i problemi del quartiere e per fare proposte per migliorare le condizioni di vita, di lavoro e di socializzazione all’interno dello stesso. Le questioni che sono state discusse riguardano la salute degli abitanti e le condizioni di igiene dell’abitato, la sicurezza delle persone e delle cose, la socializzazione, l’integrazione del quartiere nella città. Insieme alle richieste di miglioramento dei servizi pubblici per garantire l’igiene e la sicurezza (pulizia delle strade, derattizzazione, applicazione delle norme di sicurezza nei cantieri pubblici e privati, funzionamento delle fontane, servizio di vigilanza per garantire il rispetto delle norme di convivenza civile e per la tutela dei diritti del cittadino), il Coordinamento di Quartiere ha iniziato a discutere di bisogni e di desideri relativi a come si vorrebbe migliorare la vita nel quartiere. Il primo bisogno che si avverte e sul quale si discute da tempo è quello di avere uno spazio pubblico all’aperto dedicato al gioco dei bambini, con le caratteristiche di sicurezza, salubrità, piacevolezza e funzionalità adeguate all’uso. Uno spazio nel quartiere dove i bambini possano giocare al sicuro dal traffico automobilistico, al riparo dai gas di scarico delle automobili, sotto lo sguardo dei loro accompagnatori. Quindi, non una soluzione provvisoria né precaria, ma una scelta determinata nella qualificazione della vivibilità urbana. Il Coordinamento di Quartiere ha discusso e individuato come area adatta a tale uso lo spiazzo in via Amente, che deriva dal crollo di un edificio negli anni ’50. Si tratta, infatti, di un’area rimasta inutilizzata e provvisoriamente spianata con una gettata di cemento, e in attesa di sistemazione ormai da troppi anni. Un’area sottratta alla funzionalità urbana, per la quale il Piano di Recupero del Centro Antico prevede la costruzione di un edificio destinato a scuola. Tuttavia una tale destinazione potrebbe essere rivista, alla luce del piano riadottato nel 1994, che inserisce tra le indicazioni delle Norme Tecniche di Attuazione la possibilità di modificare la destinazione e la previsione di riedificazione delle aree libere, purché siano conservate come aree libere utilizzate per usi pubblici di interesse collettivo. Nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Recupero del Centro Storico viene riportato al comma aggiuntivo articolo 4 classe IV (ricostruzione di aree libere) che: "rispetto alle ricostruzioni di aree rese libere da crolli e demolizioni, ancorché previste dal presente piano (...) le previsioni del piano di cui innanzi detto sono da intendersi come indicative, potendo essere sostituite da altre forme di realizzazioni di servizi, anche non edificati, purché rispondenti alle esigenze sociali e ambientali della comunità cittadina”. L’attuale utilizzo, in maniera spontanea e non regolamentata, dello spiazzo come parcheggio per un ridotto numero di automobili, pur essendo una comodità per pochi abitanti, risulta tuttavia in stridente contrasto con il valore storico della città antica e non risolve in maniera sostanziale il problema del parcheggio dei residenti in questa parte della città. Invece si potrebbe dare a quello spiazzo una sistemazione adeguata a farne una piazza, luogo di aggregazione sociale, dove i bambini possano giocare e gli adulti incontrarsi e dove si possano allestire eventi culturali, insomma uno spazio pubblico all’aperto per la collettività, con una forma e una funzione adeguate e compatibili con i valori architettonici e sociali del centro storico. Nell’ambito del Coordinamento di Quartiere è emersa così la volontà di fare una esperienza di progettazione partecipata per lo spiazzo di via Amente, con cui dare forma a questa nuova destinazione che si propone. Su questa proposta si chiede un confronto proficuo con l’amministrazione, finalizzato a concertare una iniziativa in cui gli abitanti del quartiere si sentano protagonisti e diretti interlocutori, e impegnati a formulare una soluzione progettuale come risposta a un bisogno da loro espresso, e trovando una occasione stimolante di partecipazione democratica dal basso alle scelte per il quartiere. A questo si collega l’iniziativa annunciata dal Sindaco, in un articolo apparso sul giornale locale “Altra Molfetta” del mese di luglio 2001, di sistemare provvisoriamente l’isolato 9 a spiazzo in terra battuta per una destinazione provvisoria ad area gioco, riguardo alla quale il Coordinamento di Quartiere ritiene di proporre un perfezionamento e di apportare un contributo di considerazioni come base di confronto tra le scelte dell’amministrazione e i bisogni espressi dai cittadini. Pur apprezzando la soluzione di un intervento provvisorio per l’isolato 9, il Coordinamento di Quartiere esprime la necessità, mentre si interviene con opere provvisorie alla sistemazione di quell’area, di avviare contemporaneamente le iniziative per mettere a bilancio la realizzazione dell’auditorium previsto dal piano. Si ritiene, infatti, di primaria necessità la realizzazione dell’auditorium la cui presenza attrattiva nel quartiere avrebbe come ricaduta l’integrazione dello stesso con il resto della città e attiverebbe processi virtuosi di demarginalizzazione sociale e ambientale dello stesso. Il Coordinamento di Quartiere ritiene, quindi, non solo che la città non debba rinunciare alla previsione di vedere realizzato l’auditorium nel centro antico, ma piuttosto che sia opportuno considerare questa opera una delle priorità per la città, che si doterebbe così di un luogo della cultura proprio nel cuore del suo centro antico, riportando questo quartiere a un ruolo centrale di scambio e di memoria per l’intera città. Quindi, si ritiene che la sistemazione provvisoria dell’isolato 9 con opere di basso costo, relative esclusivamente alla pulizia dell’area, sistemazione del piano di calpestio in terra battuta e installazione di porte ai varchi del setto murario che ancora recinge l’area, possa intanto restituire in breve tempo quell’area ad un uso collettivo, sottraendola al degrado che produce problemi igienici nel quartiere. Questa sistemazione transitoria renderà subito disponibile quello spazio per la popolazione adolescente e giovane, ad esempio per il gioco del pallone; mentre per le esigenze di gioco dei bambini si rimanda alla soluzione proposta per lo slargo di via Amente dove una sistemazione più articolata e con opere meno provvisorie sarebbe certo più adatta al fine indicato. Al contrario, la destinazione provvisoria ipotizzata per l’isolato 9 creerebbe una risposta, per quanto transitoria, ad alcuni dei bisogni di socializzazione dei ragazzi, contribuendo ad affrontare la questione di un quartiere fatto anche a loro misura, questione non secondaria per affrontare anche il problema della devianza minorile presente nel quartiere. Pure con una destinazione provvisoria la dotazione di un’area per la socializzazione dei ragazzi può creare una iniziale esperienza a partire dalla quale programmare più articolati e duraturi interventi per fare una città migliore che sia anche a loro dimensione. Il coordinamento di quartiere
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