Multiservizi, bilancio disastroso. La “Margherita”: fallimento annunciato
- Multiservizi, bilancio disastroso. La “Margherita”: fallimento annunciato
L'attacco sferrato qualche settimana fa dall'opposizione all'attuale amministrazione comunale di centrodestra, comincia ad assumere i contorni di una seria offensiva, al fine di mettere in luce tutte le irregolarità che minano il percorso di crescita, civile ed economico, della città di Molfetta.
Se in precedenza l'accento era caduto sulla questione delle nomine del consiglio di amministrazione, adesso l'opposizione, grazie all'interessamento del consigliere comunale della “Margherita” Maria Sasso, si concentra sull'analisi dei conti economici della società a capitale misto Multiservizi Spa (nella foto).
L'ultimo bilancio d'esercizio disponibile della società Multiservizi Spa, parla chiaro; la società mista, il cui capitale è detenuto per il 51% dal Comune di Molfetta e per il 49% da Italialavoro Spa, è toccata da una grave crisi economica.
Il bilancio, al 31 dicembre 2004, offre uno spazio considerevole alla stesura di un impianto analitico che spieghi i dati non rosei, “accusando” il Comune di Molfetta di essersi reso responsabile non solo della riduzione delle commesse, ma anche di non aver pagato i conti dovuti. Ciò avrebbe causato l'indebitamento da parte della società, debiti per i quali ha dovuto sostenere anche costi di interesse da versare agli istituti di credito interessati.
Da un punto di vista grafico una curva discendente riassume il percorso dei conti economici della società dal 2002 al 2004. Nell'ultimo bilancio, quindi, la situazione di erosione del conto economico rispetto a quello dell'anno precedente è imputata in primis alla contrazione eccessiva degli investimenti da parte del principale committente della società, cioè il Comune di Molfetta.
Ma leggiamo insieme il bilancio:
“[…] la gestione dell'anno chiuso è stata difficile ed irta di ostacoli, la direzione ha avviato tutte le strategie al fine di compensare tali incertezza, ma ad oggi non si intravedono riscontri positivi che possano fare ben sperare per la valorizzazione dell'azienda, in previsione delle vendite delle quote possedute da Italialavoro Spa. […]La denuncia delle difficoltà a livello di cash-flow sono evidenti nell'analisi della PFN (Posizione finanziaria netta) che aumenta [...] diventando negativa, con un aumento dei flussi di uscita non supportati dagli incassi di circa il 287%".
E se il precedente non parlasse chiaro, riportiamo un altro frammento del bilancio su menzionato, diretto e di facile comprensione: "Le incertezze non sono sconosciute alla base occupazionale della Molfetta Multiservizi Spa che si sta interrogando sul loro futuro. Si è compreso che dal momento in cui dovesse perdurare la situazione di contrazione degli affidamenti e delle difficoltà di incasso, il management, avendo già ridotto all'essenziale i costi di struttura, non può che prendere decisioni radicali che potrebbero portare come estrema ratio al ridimensionamento della struttura del numero degli occupati”.
A leggere questi dati non si fa nessuna fatica a comprendere la delusione e la rabbia dell'ex assessore della “Margherita”, Maria Sasso, e di chi, come lei, ha investito risorse, tempo e progettualità allo scopo di offrire alla città di Molfetta una realtà aziendale di rilievo; un'azienda in cui impiegare il variegato e ampio ventaglio di professionalità di cui la nostra città dispone.
Ed è per questo che apertamente attacca il modo indecente con cui viene gestita l'azienda: “Non era difficile prevedere cosa sarebbe stato della Multiservizi senza un management adeguato e soprattutto senza capacità progettuali in grado di pianificarne lo sviluppo; ma la realtà ha superato le previsioni, purtroppo!”. Gli obiettivi e i percorsi per raggiungerli sono stati sovvertiti dall'attuale amministrazione. Si è persa in un certo senso la bussola; la Multiservizi avrebbe dovuto continuare ad operare nei modi e con le modalità decretate nel momento in cui venne creata; con gli stessi obiettivi e con gli stessi percorsi, e cioè: efficienza; produzione di economie; impiego di forza lavoro (skilled) molfettese; controllo della qualità dei progetti sviluppati; controllo del personale impiegato per l'esecuzione dei suddetti progetti.
“E invece – continua Maria Sasso - non si bada assolutamente al senso delle cose e tanto meno agli interessi collettivi; le società del Comune vengono viste solo come strumenti per piazzare qua e là qualcuno dell'entourage indipendentemente dalle esigenze di produzione e dalle possibilità economico-finanziarie delle imprese stesse. Da parte sua il Comune, che è socio maggioritario e principale committente, per ben 2 anni non ha pagato i servizi commissionati per poi arrivare ad una transazione che riconosce alla Multiservizi solo il capitale, senza interessi, con evidenti perdite per la società. Non ci sono più gli affidamenti triennali per i lavori di manutenzione delle strade, dell'illuminazione pubblica, del canile, ecc. Ora gli affidamenti dei servizi vengono fatti di sei mesi in sei mesi per il semplice fatto che non è stata prevista l'adeguata disponibilità di fondi in bilancio. Il Comune aspetta di accumulare fondi dalle entrate e, man mano che li raccoglie, li impiega; proprio come fanno i bambini col salvadanaio”.
Per comprendere come effettivamente la gestione non tenga conto dell'andamento economico generale ovvero quello della riduzione delle commesse tout court e soprattutto quelle del Comune di Molfetta (solo per fare un esempio), basta andare a guardare due dati sintetici del conto economico della società: il valore della produzione e il costo sostenuto per i salari e gli stipendi. Laddove si evidenzia una riduzione delle commesse ci si aspetterebbe una riduzione dei costi da sostenere per il personale; invece i dati non sono in sintonia con l'oggettiva situazione di difficoltà economica generalizzata. Ovvero, ad una riduzione del valore della produzione non corrisponde un'omologa riduzione del costo del personale per stipendi e salari.
La retta discendente del valore della produzione trova un riscontro discordante nella retta relativa agli stipendi e ai salari che dal 2003 al 2004 aumentano del 2% mentre il valore della produzione scende del 4%.
Per la verità anche dal bilancio non è sempre facile comprendere serenamente la gestione dell'azienda. Con ciò si vuole indicare la difficoltà di comprendere cos'altro celino dei dati che per poter parlare dell'oggettiva crisi economica della società sono studiati e per alcuni versi indiscernibili.
Non a caso l'assessore Sasso aggiunge: “l'azienda è in evidentemente in deficit mascherato in maniera grottesca nell'ultimo bilancio con un escamotage della classe della finanza creativa introdotta dall'esperto di bilanci truccati per eccellenza. Ma per la Multiservizi non c'è l'Europa a fare da contraltare e così pensano di farla franca. […] Alla base c'è l'avventatezza di questa amministrazione comunale che considera le società gestite dal Comune come giocattoli da regalare a soggetti qualsiasi non meglio identificati né per professionalità né per esperienza. Anche a noi non interessa il titolo di studio formale, ma le capacità reali e le conoscenze necessarie per gestire un'azienda, quelle sì che sono indispensabili”.
Purtroppo, a quanto pare, il lustro alla città e l'aiuto all'economia locale che la società avrebbe dovuto dare, sembrano ormai allontanarsi all'orizzonte.
L'ultima notizia disponibile sul sito del Comune della città, riguarda la vendita delle quote della Multiservizi detenute da Italialavoro Spa, un dato che sottolinea con quale fretta ci si voglia sbarazzare della “patata bollente” Multiservizi.
Tutto ciò non è edificante per Molfetta, per la gente che investe risorse, tempo e anche la speranza di far emergere le professionalità di cui disponiamo; la Multiservizi è nata per dare chances lavorative ai professionisti locali, è nata per generare nuove economie, invece, come tutto ciò mostra, in un lasso di tempo veramente breve tutto ciò viene annullato e distrutto da professionalità discutibili - come accusa Maria Sasso - che, senza alcun interesse e con la miopia che evidentemente li guida, stanno conducendo verso la “ending line” l'azienda cui è stata loro affidata la cura.
Massimo Bufi