Recupero Password
Il futuro della “gioventù del risparmio” Riflessioni sulla superficialità di questa generazione
15 novembre 2017

Se la parola “crisi” è la più adatta a definire quella che è la situazione attuale dell’Italia, essa non è da intendersi solo in ambito socio-economico perché quella più dirompente è la crisi dei valori. Lo si realizza nel momento in cui ci si ritrova a dover fare i conti con la superficialità di chi, nel giro di pochi anni, rappresenterà la nostra classe dirigente e la nostra forza lavoro. Su cosa dovrà contare il futuro? O meglio, su chi? Potrà fare affidamento su ragazzi che, spesso e volentieri, mostrano di essere “res extensa”, dimenticando di essere prima di tutto “res cogitans”? Diversi e incombenti sono i problemi della ‘’gioventù del risparmio’’, che è portata a fare sempre meno e a cui viene chiesto sempre meno, con cui si è sin troppo accondiscendenti, dando avvio a quel circolo vizioso che si innesca quando l’insolenza e la pigrizia diventano uno stile di vita. Quello stile di vita che prevede lo sconto sullo studio, sulle attività didattiche e sull’impegno morale per abbonarsi allo svago, all’ozio e ai vizi. Si studia in fretta perché “prima si finisce, prima ci si diverte”, invece il tempo della nullafacenza non è mai abbastanza. Ci si lamenta di continuo perché i compiti sono troppi, gli impegni scolastici sono tanti e il dovere chiama prima del piacere, ma non ci si lamenta della carenza di idee e di luoghi di dibattito, di pensiero e di confronto. Si è sempre sull’attenti per evitare ogni tipo di sforzo, per cogliere quella parola magica del professore che può sottrarre a un compito, facendo il quale, invece, si avrebbe meno tempo per lo svago del giorno; ci si culla nel “non ci è stato detto nulla”, “non ci verrà chiesto”, “non è importante”, ma non si avanzano proposte. L’attesa che l’input parta dall’esterno è così lacerante da sfociare nella superficialità o è la superficialità stessa a frenare tutti gli input, considerati vani dagli esterni? Fatto sta che, in presenza o in mancanza di input, ci si interessa sempre meno alla vita, non si prende mai l’iniziativa. Piuttosto ci si lascia prendere dallo spirito che caratterizza una massa che farnetica troppo ed è noncurante della realtà. Sempre più legati alle valutazioni e poco alla vita, sempre presi dall’invidia di ciò che non si ha e ignari dell’intelligenza che si possiede, sempre con lo sguardo a ciò che non va, ma poco con lo sguardo a cambiare le cose, a dimostrare di valere per le proprie capacità senza aver bisogno di nessuna protezione alle spalle. Ci si sente protetti da un futuro che, con tutte le sue responsabilità, sembra così lontano, così impercettibile, così estraneo ma non ci si rende conto che il futuro attende solo il cambiamento di chi si prende eccessivamente cura di sembrare intelligente, ma bada poco ad esserlo. © Riproduzione riservata

Nominativo  
Email  
Messaggio  

Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet