Zona Franca Urbana, ammesse al finanziamento 416 imprese molfettesi, ma scoppia la polemica
Dopo la pubb l i c a z i o - ne nei giorni scorsi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico dell’elenco delle 416 piccole imprese beneficiarie dei finanziamenti previsti dalla Zona Franca Urbana, scoppia la polemica. Ricordiamo che hanno avuto accesso al bando pubblicato lo scorso giugno le imprese di micro e piccola dimensione, già costituite e regolarmente iscritte nel Registro delle imprese alla data di presentazione dell’istanza. Ai sensi di quanto previsto dalla Raccomandazione 2003/361/ CE della Commissione, del 6 maggio 2003, e tenuto anche conto dei rapporti di associazione o di collegamento intercorrenti tra l’impresa che presenta l’istanza di agevolazione e altre imprese o persone fisiche, si considerano: “microimprese” le imprese che hanno meno di 10 occupati e un fatturato, oppure un totale di bilancio annuo, inferiore ai 2 milioni di euro; “piccole imprese” le imprese che hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo, oppure un totale di bilancio annuo, non superiore a 1O milioni di euro. Potevano accedere alle agevolazioni anche gli studi professionali e, più in generale, i professionisti purché dimostravano di svolgere la propria attività in forma di impresa e risultavano iscritti, alla data di presentazione dell’istanza di agevolazione, al Registro delle imprese. Le imprese che hanno richiesto le agevolazioni dovevano necessariamente svolgere la propria attività all’ interno del territorio della ZFU, disponendo, alla data di presentazione dell’istanza, di un ufficio o locale destinato all’attività, anche amministrativa, ubicato all’interno del predetto territorio, regolarmente segnalato alla competente Camera di commercio e risultante dal relativo certificato camerale. Non sono mancate le italianissime furbate di coloro che, dopo la pubblicazione del bando, hanno trasferito la sede legale nell’ area della Zfu per godere delle agevolazioni. Altri hanno presentato ricorso e sono stati inseriti, pur essendo fuori area, mentre i propri confinanti sono rimasti fuori. Insomma un pasticcio alla molfettese che ha alzato un polverone per pochi spiccioli all’anno. Infatti le aziende beneficiarie dei finanziamenti potranno nei 5 anni successivi godere dell’esenzione dalle imposte sui redditi, esenzione dall’IRAP, esenzione dall’IMU e esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Alle imprese infatti andrà meno del 10% dell’importo richiesto, per la scarsità dei fondi a disposizione. Una legge fatta male, indubbiamente. Basti un esempio per tutti: le farmacie che riceveranno 13mila euro, sono da considerarsi aziende in difficoltà? Per fare chiarezza sulle polemiche scoppiate dopo la pubblicazione degli ammessi alle agevolazioni, Quindici ha sentito l’assessore alle Attività Produttive Francesco Bellifemine. Assessore Bellifemine ci sono giunte in redazione diverse segnalazioni di lettori esclusi dai finanziamenti della ZFU. Attività commerciali ubicate al di fuori della ZFU e comunque beneficiarie di finanziamento. Come è possibile tutto questo? «Sicuramente ci sono state delle anomalie che evidentemente non sono state ancora riscontrate dal Ministero per lo Sviluppo Economico, devo dire però che come tutti gli investimenti pubblici e agevolazioni ci saranno sicuramente dei controlli successivi come previsto dall’art. 18 del decreto del 10 aprile 2013. Comunque, come è già successo per la provincia di Carbonia-Iglesias e l’Aquila, dove sono stati riscontrati errori nella valutazione degli importi e dei requisiti, con successivi decreti direttoriali si è provveduto a rimodulare l’elenco delle aziende ». Tra le aziende ammesse ci sono attività che nel frattempo hanno chiuso i battenti per la stringente crisi. Visto che tali aziende non beneficeranno degli sgravi fiscali e delle agevolazioni previste, ci sarà una redistribuzione delle cifre stanziate e potranno essere ammesse a finanziamento nuove aziende escluse precedentemente? «Le aziende che perdono successivamente i requisiti o cessano devono dare immediata comunicazione al Ministero per lo Sviluppo Economico. Abbiamo inviato comunque una richiesta di chiarimenti al MISE per capire come intendono riutilizzare le quote rinvenienti dai controlli e le cui risposte provvederemo a pubblicare tempestivamente sul nostro nuovo sito comunale». Molti i commercianti contrariati dalla delimitazione della ZFU. Alcuni parlano di concorrenza sleale, dalle periferie accusano di aver favorito ancora una volta le attività del centro cittadino, e intanto le periferie muoiono. «Come ho già avuto modo di dire, lo strumento delle ZFU privilegia zone con disagio sociale ed economico. Il progetto è stato presentato nel 2008 ed ha utilizzato i dati censuari del 2001 e questa Amministrazione purtroppo non è potuta intervenire nella riperimetrazione della Zona Franca. E’ vero che in 13 anni Molfetta è cambiata radicalmente ma quella della Zona Franca è una opportunità che andava comunque colta. Questa vicenda ci insegna che questi strumenti per essere efficaci devono avere due requisiti di base: essere applicati velocemente per agire in maniera anticiclica, essere integrati fra loro con altri strumenti agevolativi pena il favorire solo i pochi fortunati». Il sen. Antonio Azzollini del NCD ha annunciato nei giorni scorsi nuovi finanziamenti per la Zona franca urbana di Molfetta per il biennio 2015 – 2016. Arriveranno davvero questi fondi e riusciranno a dare sollievo alle aziende che ne faranno richiesta, oppure anche stavolta saranno insufficienti come i fondi stanziati nel bando dello scorso giugno? «Verificheremo con attenzione nelle prossime settimane. Relativamente all’importo si destinano 75 milioni di euro per il 2015 e di 100 milioni di euro per il 2016 stanziamenti che reputo non ancora sufficienti se non integrati con aiuti di riqualificazione urbana e sostegno alla competitività. Ritengo infatti che le nostre aziende necessitino non solo di aiuti economici che hanno effetti di breve periodo ma che invece sostengano le leve dell’innovazione, della ricerca e sviluppo e della internazionalizzazione, queste sì che creano effetti di lunga durata».
Autore: Giovanni Angione