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Zona 167: caos mercato, vandalismo, incroci pericolosi. Politica assente
15 dicembre 2007

Ci si accorge che il Natale è alle porte solo da qualche vetrina addobbata a festa e dal continuo via vai dei bambini nella Giocheria. Si limita a questo la vitalità della 167 nel periodo più movimentato dell'anno. Il Comune ha abbandonato da tempo l'idea di rallegrare i quartieri con decorazioni natalizie e tutto è affi dato all'iniziativa dei commercianti. Su via Achille Salvucci, principale area di shopping, non esiste una associazione di categoria, così nelle strade mancherà la cornice luminosa caratteristica del mese di dicembre. Ma gli abitanti più che le luci natalizie preferirebbero una maggiore illuminazione delle strade durante tutto l'anno. RIONE PARADISO “Rione Paradiso è molto buio sia a causa delle poche fonti di luce che della conformazione urbanistica del quartiere”, lamenta la proprietaria di un panifi cio della zona. L'area, infatti, è il risultato dell'urbanizzazione intensiva del secondo dopoguerra che non ha badato troppo, se non affatto, alla funzionalità e abitabilità degli spazi urbani. Le strade sono strette in relazione all'altezza dei palazzi creando di conseguenza una sensazione di “soffocamento” . Strade contorte, piccoli spiazzi, strettoie, curve a gomito, tutto ciò non solo incide sulla viabilità ma riduce gli spazi adibiti al parcheggio. Del resto, la necessità di posteggiare porta a sacrifi care, in molti casi, il doppio senso di circolazione su diversi tratti stradali. Mentre nel rione è diffi cilmente risolvibile, se non impossibile qualcosa può essere fatto per gli incroci pericolosi “made in 167”. Anche qui che le strade sono più ampie sta diventando via via più diffi cile trovare posto per le auto, a causa dei nuovi comparti di recente completati. Inoltre la sosta delle macchine in prossimità degli incroci, mal segnalati, fa sì che di tanto in tanto si verifi - chino degli incidenti per il mancato rispetto della precedenza. La rete stradale, poi, collassa defi nitivamente in occasione del settimanale mercato cittadino. MERCATO SETTIMANALE “PROVVISORIO” Le opinioni a riguardo sono divergenti dato che mentre per gli alcuni abitanti del quartiere “il mercato del giovedì è paragonabile alla festa patronale”, per altri “crea troppi disagi alla circolazione su quella che ormai è una arteria cittadina, ancor più ora che si stanno insediando nuovi abitanti nelle aree di espansione a nord di via Berlinguer”. “Rione Paradiso resta isolato e gli automobilisti intrappolati – spiega Roberto Minervini –. Le auto in doppia fi la bloccano spesso il passaggio della circolare e occorre far ricorso ai vigili per sbloccare la strada. Anche gli autobus che prendono i ragazzi dallo scientifi co sono costretti a deviare il percorso”. Oltre un problema di viabilità, altri residenti lamentano l'invasione dei mezzi dei banconisti sulla striscia di verde nello spartitraffi co di via Salvucci; inoltre solo da poco sono stati collocati dei servizi igienici chimici ma ancora non tutti ne fanno uso. Forse i tempi sono maturi perchè si concluda la locazione ancora provvisoria del mercato. Visto il grande bacino d'utenza, frutto dell'espansione del centro urbano, potrebbe essere opportuno adottare una delle soluzioni individuate dalle città limitrofe. Quindi, pensare a due mercati rionali oppure, come a Giovinazzo, attrezzare un apposita area in modo da non congestionare il fl usso delle auto. PARCHI CHIUSI E COMITIVE DI GIOVANI Come Quindici ha documentato nelle precedenti puntate dell'inchiesta, la situazione dei parchi cittadini non è felice. In questo quartiere se pur presenti ben 3 aree verdi, queste sono trascurate e vittime di atti vandalici. Dei tre spazi solo uno è agibile, quello prospiciente ai negozi di via Achille Salvucci, a metà dell'omonima strada. Il parco “Don Tonino Bello”, che affi anca il liceo scientifi co, è stato recentemente chiuso in seguito ai danneggiamenti. “E' così che Molfetta tiene viva la memoria del suo vescovo”, sottolinea Marta de Palma. C'è, poi, il più grande e incompiuto parco al confi ne della 167, che, come illustriamo nello specifi co articolo, non è stato neanche aperto ma è già stato oggetto di devastazione. Prendendo spunto da questi episodi, non si può dar torto ai tanti intervistati che hanno lamentato mancanza di sicurezza. In cosa questo bisogno si traduca è tutto da verifi care. Tuttavia sembra che il sentimento comune sia la necessità di vedere forze dell'ordine camminare per le strade, piuttosto che sorvegliare in volante, nelle ore notturne. “Senza arrivare ai vigilantes di quartiere”, chiarisce la sig.ra Marta de Palma. Malgrado ciò la 167 è l'unico quartiere periferico dove comitive di ragazzi popolano le strade. C'è chi considera i teenager branchi incontrollabili e principali responsabili dei danni e chi guarda con fi ducia alla loro presenza, segno di un quartiere “che vuole vivere”. Secondo Mauro Boccassini, ex responsabile Sunia, a mancare sono i centri d'aggregazione, eccetto chiesa e scout. “Ci sono tante case popolari nella zona – continua - alcune di esse sono state riscattate dalle famiglie ed ormai la situazione si è normalizzata. Ma in passato non sono mancati problemi. Come Sunia abbiamo vigilato affi nché non ci fosse l'occupazione abusiva degli appartamenti temporaneamente vuoti”. CASE POPOLARI E POLITICHE SOCIALI CARENTI Oggi sembra sia tornata forte la domanda di strutture Iacp. La nostra città ha ottenuto un fi nanziamento regionale di 2 milioni di euro (il più altro tra i Comuni non capoluogo di Provincia) che consentiranno all'Istituto Autonomo Case Popolari di realizzare, nelle zone di espansione, un elevato numero di alloggi destinati alle famiglie in diffi coltà. L'amministrazione comunale ha annunciato che intende realizzare 28 nuove case popolari: due palazzine con 10 appartamenti ciascuna saranno ubicate nel comparto 16 e nel comparto 15, mentre una terza palazzina con 8 appartamenti sarà costruita a Mezzogiorno, nel comparto 5. I suoli, ha dichiarato l'assessore, sono già di proprietà del Comune. Ma non bastano le case. Occorrerà una politica sociale adeguata per rendere l'inserimento di questi nuovi residenti non estraneo ai quartieri in cui le palazzine saranno edifi cate. Nel quartiere è anche “ospite” una colonia di cani randagi. Nel largo di via Giovanni Falcone, infatti, sono stabilmente presenti sei o sette cani. La gente della zona si divide tra favorevoli e contrari alla animalesca presenza. Passeggiando per le strade si vede da un lato una signora spaventata e dall'altro un anziano che porta cibo alle “innocue creature”. “Dare pasta e avanzi lasciando il tutto sui marciapiedi, non è neanche il massimo dell'igiene”, ci spiega Enza. Una serie di richieste e petizioni sono state inviate al Comune affi nché si provveda a trasportare i cani in una struttura idonea, ma nulla è stato fatto. Probabilmente anche a causa dell'inadeguatezza del canile incapace di gestire un nuovo affl usso di randagi. Spesso i cani non attaccano gli uomini se non per paura, ma questa presenza non è considerata per tutti “rassicurante”. C'è anche un'altra presenza da molti considerata estranea se non “pericolosa”. E' quella dei rom all'incrocio tra via Terlizzi e via Salvucci. Dopo il polverone fi orentino dei lavavetri ai semafori, ci furono ripercussioni tangibili, come si sa, in tutta Italia. Anche a Molfetta una maggior vigilanza permise d'eliminare, almeno temporaneamente, la tassa all'ingresso della città. Ora è tornata a ripresentarsi la quotidiana scena dal fi lm “Non ci resta che piangere”, di Benigni e Troisi, e si è tornati a offrire “fi orini” per il transito. Non ci resta che concludere che a Natale è più triste vivere in periferia.
Autore: Michele De Sanctis
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