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“Vuestra sangre que canta sin fronteras” I pugliesi del “Garibaldi” nella guerra di Spagna
15 aprile 2002

di Ignazio Pansini Le manifestazioni organizzate per il cosiddetto “ Giorno della Memoria”, hanno suscitato anche nella nostra città interesse, reazioni, e qualche polemica. E' un segno, peraltro non del tutto negativo, che il Novecento è un terreno ancora minato, che le cicatrici sono tuttora ben visibili e che, a volte ,fanno ancora male. Personalmente, non intendo in questa sede affrontare l'argomento: esso merita una discussione a parte, che non può prescindere da chiare e definite premesse storiche e metodologiche, e che non può esaurirsi in poche righe. Le occasioni non mancheranno, grazie anche all'atmosfera mefitica che incombe attualmente sul paese e che impone a tutti i livelli un'opera continua di ristabilimento della verità storica, quotidianamente stravolta da schiere di pennivendoli. Mi limito ad affermare che se è auspicabile, dopo tanti anni, “comprendere”, non ci si può esimere, mai, dal “distinguere”. Detto questo, interpreterò estensivamente la citata “Giornata”, ricordando una delle pagine epocali del Novecento, ed alcuni suoi protagonisti: mi riferisco alla guerra di Spagna, ed ai volontari delle Brigate Internazionali. Se dobbiamo ricordare chi “coattivamente” combattè per l'Italia di Mussolini, mi sembra giusto celebrare anche chi “volontariamente” rischiò la vita per un mondo più libero. Come è noto, il 18 luglio 1936 la parte più retriva della casta militare e delle classi dominanti spagnole si sollevò in armi contro la Repubblica. Il 16 febbraio dello stesso anno, le elezioni generali avevano registrato la vittoria del Fronte Popolare. Subito dopo erano state realizzate e programmate alcune riforme democratiche e sociali che, è bene ricordarlo ad alcuni storici da operetta oggi in voga anche da noi, erano perfettamente compatibili con il mantenimento dello stato borghese, e si limitavano ad allineare la Spagna alle coeve democrazie di Francia e Inghilterra. I golpisti occuparono subito una parte cospicua del territorio, e praticarono immediatamente la sistematica eliminazione fisica degli avversari. Il governo legittimo, dopo alcune esitazioni, distribuì le armi al popolo: questi si fece giustizia subito alla sua maniera, e senza molti complimenti. La lotta fu feroce: interi villaggi si fecero massacrare con le armi in pugno per difendere quella dignità finalmente intravista dopo secoli di abbrutimento. L'insurrezione popolare fu determinante nei primi mesi, per impedire una rapida vittoria dei fascisti; l'intervento italo-tedesco e quello russo, negli avversi campi, allargarono il conflitto, che si connotò fin dall'inizio di fortissime implicazioni ideologiche. La guerra terminò ufficialmente il primo aprile 1939 con la sconfitta della Repubblica democratica: alla vigilia della seconda guerra mondiale, si instaurava in Europa un ennesimo regime fascista, inaugurato da migliaia di esecuzioni sommarie. La notizia del golpe militare provocò l'immediata reazione della coscienza democratica europea, ed anche nord americana. Quando ancora i governi francese ed inglese esitavano sull'opportunità di aiutare la Repubblica per non irritare Hitler e Mussolini , nacquero spontaneamente, specie in Francia ed in Inghilterra, numerosi comitati che coordinarono l'invio di aiuti di ogni genere. Intanto centinaia di volontari affluivano nei centri di raccolta, o passavano il confine, aggregandosi in genere alle formazioni anarchiche, che contrastarono per prime le truppe regolari golpiste, in attesa che quanto restava dell'esercito lealista avesse il tempo di riorganizzarsi. Gli intellettuali che accorsero in Spagna da tutto il mondo, e che combatterono a fianco di operai e contadini, ci hanno lasciato pagine indimenticabili sulla epopea anarchica catalana. Anche le testimonianze fotografiche di quei mesi, ci restituiscono innumerevoli volti straordinariamente determinati, ed insieme felici. Il 17 agosto 1936 viene costituita la prima colonna italiana, composta da circa 200 antifascisti di ogni fede politica. Al comando di Carlo Rosselli, la “Francisco Ascaso” sarà impiegata sul fronte d'Aragona. Il 3 settembre si costituisce a Barcellona la colonna “Gastone Sozzi”, forte di circa 150 uomini: è aggregata alla Brigata “Libertad” delle milizie popolari catalane. Intanto la presenza e l'influenza comunista e sovietica nell'andamento, nel sostentamento e nella egemonia politica della resistenza spagnola aumentano progressivamente. Insanabile e drammatico il contrasto con gli anarchici. Con il beneplacito di Stalin a del governo legittimo spagnolo, si decide, nell'ottobre del 1936, di costituire delle Brigate Internazionali, all'interno delle quali inquadrare i volontari che ormai a migliaia accorrevano in Spagna da tutto il mondo. La brigata tipo era strutturata in due o tre battaglioni di combattimento, ognuno linguisticamente omogeneo, ed in un paio di compagnie di servizi e comando. L'impiego militare era concordato con ufficiali di collegamento dell'esercito lealista, e la omogeneità ideologica era assicurata, e spesso imposta in senso filosovietico, da Commissari Politici. Innumerevoli fatti d'arme videro impegnati gli Internazionali: primo fra tutti, l'epica difesa di Madrid. A pieno regime, contarono intorno ai quarantamila uomini: circa la metà furono i caduti. Il 28 ottobre 1938, prima dello scioglimento, i volontari sfilarono per l'ultima volta a Barcellona fra un mare di folla, salutati da un memorabile discorso di Dolores Ibarruri. Veniamo agli italiani. Il 9 novembre 1936 si forma ad Albacete la XII Brigata Internazionale: la compongono i Battaglioni “Thaelmann”, tedesco, “André Marty”, franco-belga, “Garibaldi”, italiano. Da questo momento, la stragrande maggioranza dei nostri connazionali accorsi in Spagna, sarà inquadrata in questo Battaglione. Forte inizialmente di tre compagnie, si trasformerà il primo maggio 1937 in Brigata, dando il suo nome alla XII, e accogliendo volontari di altre nazionalità. Dall' otto al ventiquattro marzo ha luogo la battaglia di Guadalajara: Mussolini vuole che i suoi uomini siano tra i primi a sfilare a Madrid. Per la prima volta, il Garibaldi si scontra direttamente con i Legionari italiani. I fascisti sono travolti, e perdono circa tremila uomini fra morti, feriti e prigionieri. Fornirò di seguito qualche dato per conoscere più analiticamente la nostra Brigata. I volontari italiani schedati nel centro di raccolta di Albacete furono 3397. Alcuni autori ritengono che circa 300 uomini abbiano militato nelle fila del PUOM trotzkista, o in diverse formazioni anarchiche: ma sono ipotesi ancora non documentate. Per 2799 dei 3397 si hanno dati anagrafici e politici abbastanza consistenti e attendibili. Vediamo di riassumerli. Intanto il 14,7 per cento, pari a 412 unità, proveniva direttamente e clandestinamente dall'Italia, con conseguenze personali e per la propria famiglia facilmente immaginabili. La stragrande maggioranza, invece, si trovava già all'estero, per lavoro o per motivi politici. 1465 furono gli operai, 505 i professionisti, 235 gli impiegati, 224 i contadini, 114 gli intellettuali. Per quanto riguarda la composizione politica, 1301 erano i comunisti, 328 gli anarchici, 224 i socialisti, 56 i repubblicani, 39 di Giustizia e Libertà, e ben 1449 non classificati.Quest'ultimo dato va sottolineato, perché significativo della straordinaria coralità delle motivazioni, che prescindevano in larga parte dall'appartenenza politica, riferendosi a valori universalmente condivisibili. Altri dati, che non riporto per motivi di spazio, riguardano l'età media, la provenienza regionale, la durata della permanenza, l'esito(morti, feriti, dispersi). Pubblico a parte i nomi dei 41 pugliesi del Garibaldi, senza ulteriori specificazioni: penso sia giusto che restino indistinti e compatti nella memoria, così come lo furono nelle battaglie di Spagna. I pugliesi della Brigata "Garibaldi" ABBINANTE, Francesco ACQUAVIVA, VincenzoALCAINO, MarioALOISIO, CosimoBELLONE, GuglielmoBONETTI, GiuseppeCACCAVO, GiuseppeCAMERINO, NicolaCATANO, SanteCATERINA, VincenzoCENTRONE, MicheleD'AVENIA, MicheleDE AMICIS, GregorioDE FILIPPO, VincenzoDI BARBARA, OlimpioDI PAOLA, GiuseppeDI VITTORIO, GiuseppeDIASPARRA, FrancescoFERRANTE, CataldoGIANGUALANO, AngeloLAGONIGRO, Giuseppe LAGUARAGNELLA, CarmeloLANZILLOTTA, CamilloLUPO, AlbertoMIRELLI, TeodoroMUCIACCIA, FilippoNOTARISTEFANO, DomenicoPELOSI, FilippoPEPE, FrancescoPICCIRILLI, PietroPRIMICERI, GiuseppeRIGNANESE, MicheleRINI, RomualdoSANTACESARIA, EugenioSCALERA, MichelangeloSCHIRONE, GiacomoSICILIANO, MarcoSIMONE, AntonioSTELABOTTE, MicheleVACCARELLA, MarioVITOBELLO, Vitantonio.
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