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Vita da carpentiere calafato
15 gennaio 2014

La ricerca di storia locale spesso, quando tratta le vicende e lo sviluppo della marineria, fa ampio riferimento alle costruzione di barche, operate in genere nei nostri rinomati cantieri navali, luoghi di lavoro e di eccellente capacità operativa. Il cantiere navale ha bisogno di maestranze qualificate che, sotto la direzione degli stessi titolari, soddisfano volta per volta le variegate richieste dei committenti. Nei tempi passati la formazione della manodopera qualificata si formava negli stessi cantieri dove il giovane apprendista carpentiere imparava i primi rudimentali elementi del mestiere. Per anni è andata sempre così. Desideriamo rendere omaggio a queste maestranze sconosciute che di volta in volta per generazioni si sono succedute e che col loro lavoro e sacrificio hanno contribuito a dare un apporto economico alla città. Rendiamo noto l’excursus lavorativo di un carpentiere-calafato che ha svolto la sua attività non solo presso diversi cantieri navali, ma anche in altri ambiti non legati alla cantieristica navale. I relativi dati che si forniscono sono tratti dal libretto di lavoro personale di Michele De Gioia (1929-2012). La sua attività lavorativa iniziò come apprendista carpentiere dal 1946 e 1947 presso il Cantiere Navale di Saverio de Ceglie a Molfetta. Acquisita la qualifica di carpentiere dal 1948 al 1949, fu assunto dalla Cooperativa Marina di Bari. Nel 1952 fu presso il Cantiere Navale di Giuseppe e Saverio Pansini a Molfetta. Nel 1953 per un breve periodo fu presso il remificio e bozzellificio di Vito Pisani fu Carlo a Molfetta. E nello stesso anno ritornò al cantiere navale di Giuseppe e Saverio Pansini. Dalla fine del 1953 a marzo del 1954 fu assunto come segatore a mano prima dal Cantiere Navale Giovanni Ceglie fu Francesco di Bari poi presso la Ditta Amoruso Michele fu Nicola di Bari. Nel 1955 riprese a lavorare da carpentiere presso la S.p.A. Cantieri Navali Molfettesi a Molfetta e nello stesso anno presso il Cantiere Navale Vito Pansini e Fratelli a Molfetta. Dal 1956 al 1972 prestò la sua opera presso diversi cantieri navali di Molfetta: Modesto Ragno fu Pantaleo; Saverio de Ceglie; Ignazio Tattoli; Cantieri Navali Alla Via; Iacono Calogero; Corrado Marzocca. Per un breve periodo prestò la sua opera di carpentiere presso il Pastificio Donato Maldarelli a Molfetta nel 1958; presso l’Impresa Edile Sallustio Ignazio a Molfetta nel 1962 e nel 1970 presso la Ditta Giuseppe Amato. Nel 1969 fu assunto presso il Cantiere Navale Minervini Filippo a Trani. Nel 1970 trovò lavoro a Bari presso il Cantiere Navalmeccanico Rettifiche Ranieri da dove nel 1989 maturò la pensione dopo ben 43 anni di lavoro. A 25 anni (1954) nell’eventualità di trovare un imbarco si iscrisse tra la Gente di Mare di 1 categoria imbarcandosi con la qualifica di mozzo. Siccome non ebbe mai l’opportunità di cercare lavoro sulle navi, nei periodi di magra, tra un’occupazione e l’altra, ogni cinque anni si imbarcava anche su piccole imbarcazioni con lo scopo di essere sempre iscritto tra la Gente di Mare. Alcuni attrezzi personali da carpentiere-calafato appartenuti a Michele de Gioia sono esposti presso la Mostra Etnografica Permanente del Mare allocata presso la Fabbrica di san Domenico a Molfetta curata dall’ArcheoClub d’Italia sede di Molfetta. Siamo grati alla famiglia de Gioia per aver messo a nostra disposizione i relativi documenti. © Riproduzione

Autore: Corrado Pappagallo
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